A Roma fino al 29 settembre
Gli occhi della videoarte su bullismo e disabilità. Annalaura di Luggo alle Terme di Diocleziano
Annalaura di Luggo, Collòculi / Intro-Spectio, Allestimento | Courtesy Museo Nazionale Romano
Samantha De Martin
17/06/2024
Roma - Gli occhi di Pino, Youssouf, Larissa e Noemi trascinano il visitatore delle Terme di Diocleziano di fronte a un’installazione monumentale fino ad agganciarlo al loro universo umano.
Attraverso un racconto poetico quattro ragazzi condividono con il pubblico il modo in cui hanno affrontato il bullismo, la discriminazione razziale, la cecità, la criminalità, l’alcolismo. Letteralmente intrappolato sulla scena dal monumentale iride in alluminio riciclato di quattro metri di altezza nella cui pupilla prende vita un'opera multimediale interattiva, lo spettatore è esortato a immedesimarsi nelle vite dei quattro protagonisti andando oltre gli stereotipi.
Spogliandosi dei loro abiti, abbandonando, ciascuno, il peso della sofferenza, i quattro si trasfigurano in soggetti surreali, diventando figure sublimi. Attraverso la dichiarazione “We are art” affermano la loro identità invitando chi li osserva a percepire a sua volta le propria difficoltà, alleggerendole attraverso il confronto con quelle degli altri.
Fino al 29 settembre l’artista Annalaura di Luggo ci invita al Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano al cospetto del suo Collòculi / Intro-spectio, un progetto curato da Gabriele Perretta e organizzato con il supporto del Ministero della Cultura. Fulcro e cuore della mostra è Collòculi, una gigantesca interpretazione scultorea dell’occhio umano, realizzata in alluminio riciclato e al cui interno è posta un’iride interattiva. Il nome deriva dalla fusione di due parole - collŏquĭum, conversazione, dialogo, incontro, e ŏcŭlus, occhio, organo della vista - e si propone di incoraggiare lo spettatore al dialogo attraverso lo sguardo.
Annalaura di Luggo, Collòculi / Intro-Spectio, Allestimento | Courtesy Museo Nazionale Romano
La “pupilla” di Collòculi trasmette contenuti multimediali interattivi “real time”, attraverso un sistema di telecamere “gesture recognition” che permette al fruitore di diventare parte integrante dell’azione.
“Gli occhi - spiega l’artista - costituiscono il centro della mia ricerca artistica e aprono un’alternativa, al di là degli stereotipi. La grande opera installativa Collòculi racconta la storia di quattro ragazzi vittime di bullismo, discriminazione razziale e fisica. Attraverso la videoarte il fruitore entra pertanto a far parte della scena e del loro sguardo in un gesto di immedesimazione nella vita degli altri. La tecnologia si fa strumento essenziale e permette all’osservatore di divenire parte della dimensione concettuale”.
Il percorso abbraccia anche una selezione di opere dal ciclo Intro-Spectio realizzate attraverso un duplice processo di stampa e foratura su Dibond e Plexiglas. Questi lavori attirano l’osservatore con la loro suggestiva tridimensionalità, e fori sulla superficie fotografica simili a un “grembo di luce” dove si annidano iridi di uomini e animali, fotografati dalla stessa artista con uno speciale obiettivo. Di Luggo conduce così in un’opera che si estende su uno o più livelli, proponendo una piattaforma creativa grazie all’organizzazione di piani paralleli, o vagamente asimmetrici, che cambiano secondo il punto di vista dell’osservatore.
Annalaura di Luggo, Intro-spectio, Venere di Willendorf, 2022
“Ho voluto prendere in prestito pitture, sculture del passato - prosegue l’artista - cercando nel mio immaginario di ridare a queste opere vitalità attraverso occhi (in alcuni casi anche multimediali) posizionati all’altezza del cuore".
Collòculi nasce invce dal desiderio di ridare valore ai giovani. "Ho svolto i casting - continua Annalaura di Luggo - nelle situazioni più disagiate, all’interno delle case famiglia, in istituti per ciechi e di recupero con ragazzi affetti da problematiche fisiche e sociali. Ho voluto che i ragazzi potessero portare con sé il loro bagaglio avendo una visone di luce, una capacità di riscattarsi, di andare avanti. Nessuno è stato escluso e tutti insieme hanno costruito l’opera con me. Quattro sono diventati protagonisti della parte multimediale raccontando quattro tappe importanti della mia ricerca artistica. Ho voluto sviluppare un concetto di inclusione trasversale mettendo a confronto vari tipi di difficoltà con l’intento di far sì che per ognuno di essi la percezione della propria difficoltà potesse alleggerirsi se confrontata con quella degli altri. E così è stato. Fonte di ispirazione per me è stata la Parabola dei ciechi di Bruegel. In questa tela tutti sono non vedenti, e io mi sono immedesimata nel personaggio che trascina gli altri perché, alla maniera del cieco, ho cercato di fare da guida ai ragazzi. La non visione diventa così una metafora per dire: apriamo gli occhi, cerchiamo di andare avanti”.
Annalaura di Luggo, Collòculi / Intro-Spectio, Allestimento | Courtesy Museo Nazionale Romano
Nelle opere di Annalaura di Luggo gli occhi sono volutamente spostati, sempre all'altezza del cuore. Al centro dell’attenzione è sempre l’iride, inserita su opere d’arte antica e moderna, dove un occhio - fotografico o video - si affaccia dalla zona cardiaca, “mimando battiti di visioni”, animando di ogni cosa, invitando lo spettatore a rispecchiarsi.
“Sono gli occhi del cuore - prosegue l'artista -. Se guardassimo con la nostra interiorità come ci insegnano i non vedenti che usano tutti i nostri sensi forse saremmo molto più attenti a cogliere più dettagli ed evitare di giudicare, classificare".
Nel corso dell’inaugurazione della mostra è stato trasmesso il documentario “We Are Art Through the Eyes of Annalaura” che, attraverso un linguaggio trasversale, ripercorre le fasi di realizzazione di “Collòculi” e il lavoro di coinvolgimento sociale attivato da Annalaura di Luggo, nella duplice veste di artista e regista. Realizzato con il patrocinio della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, il docufilm si è qualificato per la “Consideration” agli Oscar 2023 ed è entrato in nomination per l’Hollywood Music in Media Awards di Los Angeles e per il Festival Visioni dal Mondo di Milano.
La mostra si può visitare da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.
Attraverso un racconto poetico quattro ragazzi condividono con il pubblico il modo in cui hanno affrontato il bullismo, la discriminazione razziale, la cecità, la criminalità, l’alcolismo. Letteralmente intrappolato sulla scena dal monumentale iride in alluminio riciclato di quattro metri di altezza nella cui pupilla prende vita un'opera multimediale interattiva, lo spettatore è esortato a immedesimarsi nelle vite dei quattro protagonisti andando oltre gli stereotipi.
Spogliandosi dei loro abiti, abbandonando, ciascuno, il peso della sofferenza, i quattro si trasfigurano in soggetti surreali, diventando figure sublimi. Attraverso la dichiarazione “We are art” affermano la loro identità invitando chi li osserva a percepire a sua volta le propria difficoltà, alleggerendole attraverso il confronto con quelle degli altri.
Fino al 29 settembre l’artista Annalaura di Luggo ci invita al Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano al cospetto del suo Collòculi / Intro-spectio, un progetto curato da Gabriele Perretta e organizzato con il supporto del Ministero della Cultura. Fulcro e cuore della mostra è Collòculi, una gigantesca interpretazione scultorea dell’occhio umano, realizzata in alluminio riciclato e al cui interno è posta un’iride interattiva. Il nome deriva dalla fusione di due parole - collŏquĭum, conversazione, dialogo, incontro, e ŏcŭlus, occhio, organo della vista - e si propone di incoraggiare lo spettatore al dialogo attraverso lo sguardo.
Annalaura di Luggo, Collòculi / Intro-Spectio, Allestimento | Courtesy Museo Nazionale Romano
La “pupilla” di Collòculi trasmette contenuti multimediali interattivi “real time”, attraverso un sistema di telecamere “gesture recognition” che permette al fruitore di diventare parte integrante dell’azione.
“Gli occhi - spiega l’artista - costituiscono il centro della mia ricerca artistica e aprono un’alternativa, al di là degli stereotipi. La grande opera installativa Collòculi racconta la storia di quattro ragazzi vittime di bullismo, discriminazione razziale e fisica. Attraverso la videoarte il fruitore entra pertanto a far parte della scena e del loro sguardo in un gesto di immedesimazione nella vita degli altri. La tecnologia si fa strumento essenziale e permette all’osservatore di divenire parte della dimensione concettuale”.
Il percorso abbraccia anche una selezione di opere dal ciclo Intro-Spectio realizzate attraverso un duplice processo di stampa e foratura su Dibond e Plexiglas. Questi lavori attirano l’osservatore con la loro suggestiva tridimensionalità, e fori sulla superficie fotografica simili a un “grembo di luce” dove si annidano iridi di uomini e animali, fotografati dalla stessa artista con uno speciale obiettivo. Di Luggo conduce così in un’opera che si estende su uno o più livelli, proponendo una piattaforma creativa grazie all’organizzazione di piani paralleli, o vagamente asimmetrici, che cambiano secondo il punto di vista dell’osservatore.
Annalaura di Luggo, Intro-spectio, Venere di Willendorf, 2022
“Ho voluto prendere in prestito pitture, sculture del passato - prosegue l’artista - cercando nel mio immaginario di ridare a queste opere vitalità attraverso occhi (in alcuni casi anche multimediali) posizionati all’altezza del cuore".
Collòculi nasce invce dal desiderio di ridare valore ai giovani. "Ho svolto i casting - continua Annalaura di Luggo - nelle situazioni più disagiate, all’interno delle case famiglia, in istituti per ciechi e di recupero con ragazzi affetti da problematiche fisiche e sociali. Ho voluto che i ragazzi potessero portare con sé il loro bagaglio avendo una visone di luce, una capacità di riscattarsi, di andare avanti. Nessuno è stato escluso e tutti insieme hanno costruito l’opera con me. Quattro sono diventati protagonisti della parte multimediale raccontando quattro tappe importanti della mia ricerca artistica. Ho voluto sviluppare un concetto di inclusione trasversale mettendo a confronto vari tipi di difficoltà con l’intento di far sì che per ognuno di essi la percezione della propria difficoltà potesse alleggerirsi se confrontata con quella degli altri. E così è stato. Fonte di ispirazione per me è stata la Parabola dei ciechi di Bruegel. In questa tela tutti sono non vedenti, e io mi sono immedesimata nel personaggio che trascina gli altri perché, alla maniera del cieco, ho cercato di fare da guida ai ragazzi. La non visione diventa così una metafora per dire: apriamo gli occhi, cerchiamo di andare avanti”.
Annalaura di Luggo, Collòculi / Intro-Spectio, Allestimento | Courtesy Museo Nazionale Romano
Nelle opere di Annalaura di Luggo gli occhi sono volutamente spostati, sempre all'altezza del cuore. Al centro dell’attenzione è sempre l’iride, inserita su opere d’arte antica e moderna, dove un occhio - fotografico o video - si affaccia dalla zona cardiaca, “mimando battiti di visioni”, animando di ogni cosa, invitando lo spettatore a rispecchiarsi.
“Sono gli occhi del cuore - prosegue l'artista -. Se guardassimo con la nostra interiorità come ci insegnano i non vedenti che usano tutti i nostri sensi forse saremmo molto più attenti a cogliere più dettagli ed evitare di giudicare, classificare".
Nel corso dell’inaugurazione della mostra è stato trasmesso il documentario “We Are Art Through the Eyes of Annalaura” che, attraverso un linguaggio trasversale, ripercorre le fasi di realizzazione di “Collòculi” e il lavoro di coinvolgimento sociale attivato da Annalaura di Luggo, nella duplice veste di artista e regista. Realizzato con il patrocinio della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, il docufilm si è qualificato per la “Consideration” agli Oscar 2023 ed è entrato in nomination per l’Hollywood Music in Media Awards di Los Angeles e per il Festival Visioni dal Mondo di Milano.
La mostra si può visitare da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.
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