Bilanci
Il 2015, anno record per i musei italiani
Galleria degli Uffizi, Firenze
Ludovica Sanfelice
13/01/2016
Roma - “Quello che si è appena concluso è stato l’anno d’oro dei musei italiani. Circa 43 milioni di persone hanno visitato i luoghi della cultura statali generando incassi per circa 155 milioni di euro che torneranno interamente ai musei attraverso un sistema premiale che favorisce le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà”. Intervenuto davanti al Comitato permanente del turismo, riunito al Collegio Romano, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha presentato il bilancio del 2015.
Dati preceduti dal segno più ad ogni voce: dai visitatori, aumentati del 6% - vale a dire circa 2,5 milioni di unità - agli incassi lievitati del 14%, ovvero più o meno 20 milioni di euro.
“Per la storia del nostro Paese è il miglior risultato di sempre, un record assoluto per i musei italiani” ha continuato il Ministro evidenziando anche come la curva a salire si configuri in controtendenza in rapporto al quadro internazionale.
A favorire la felice (e storica) congiuntura hanno concorso le politiche di valorizzazione attivate attraverso una riforma che ha individuato tra le priorità il riavvicinamento al patrimonio collettivo attraverso l’azione di “Domenica al museo”, la norma del decreto Franceschini che promuove l’ingresso gratuito a monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali dello Stato ogni prima domenica del mese. Uno strumento che complessivamente ha saputo richiamare 5 milioni di persone dalla prima edizione del luglio 2014 ad oggi e che, come dimostra la curva di presenze ormai attestate attorno ai 250/300 mila visitatori (con picchi superiori ai 400mila) pronti a premiare ogni appuntamento, ha saputo radicarsi su tutto il territorio trasformandosi in abitudine capace di generare istruzione e interesse crescente anche verso altre novità.
Tra le mete predilette, le stelle più brillanti del nostro firmamento rimangono il Colosseo, gli Scavi di Pompei e gli Uffizi, ma le analisi condotte dal Mibact su base regionale raccontano anche altro: come ad esempio gli importanti successi messi a punto nel rilancio del Mezzogiorno con tassi di crescita tra i più elevati in Basilicata (+13% i visitatori e +37% gli introiti), Puglia (+5% i visitatori e +44% gli introiti) e Campania (+7% i visitatori e +13% gli introiti).
Nell'ambito dell'attenzione turistica verso il nostro Paese che nel 2015 ha potuto beneficiare dell'Expo, nel 2016, oltre ai pellegrinaggi verso la Città del Vaticano destinati a subire un'ulteriore impennata per il Giubileo, un capitolo meriterebbe di essere dedicato a Torino, unica meta italiana inserita nell'elenco dei 52 luoghi da non perdere secondo il New York Times e polo sempre più stabile e internazionalmente riconosciuto di cultura, grazie al modello di scambi e alleanze strutturato negli ultimi anni da musei, gallerie e istituzioni della città sabauda. Un vero e proprio sistema che potrebbe fare scuola.
Consulta anche:
L'età dell'oro della cultura a Torino
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Tra le mete predilette, le stelle più brillanti del nostro firmamento rimangono il Colosseo, gli Scavi di Pompei e gli Uffizi, ma le analisi condotte dal Mibact su base regionale raccontano anche altro: come ad esempio gli importanti successi messi a punto nel rilancio del Mezzogiorno con tassi di crescita tra i più elevati in Basilicata (+13% i visitatori e +37% gli introiti), Puglia (+5% i visitatori e +44% gli introiti) e Campania (+7% i visitatori e +13% gli introiti).
Nell'ambito dell'attenzione turistica verso il nostro Paese che nel 2015 ha potuto beneficiare dell'Expo, nel 2016, oltre ai pellegrinaggi verso la Città del Vaticano destinati a subire un'ulteriore impennata per il Giubileo, un capitolo meriterebbe di essere dedicato a Torino, unica meta italiana inserita nell'elenco dei 52 luoghi da non perdere secondo il New York Times e polo sempre più stabile e internazionalmente riconosciuto di cultura, grazie al modello di scambi e alleanze strutturato negli ultimi anni da musei, gallerie e istituzioni della città sabauda. Un vero e proprio sistema che potrebbe fare scuola.
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