La visita rientra nel consueto percorso espositivo dei Musei
Il Braccio Nuovo dei Musei Vaticani torna all'epoca di Canova

Braccio Nuovo, Musei Vaticani
Ludovica Sanfelice
21/12/2016
Roma - Ormai prossimo alla scadenza del suo incarico, il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, presenta i risultati del monumentale restauro del Braccio Nuovo. Un progetto durato sette anni e caratterizzato da un'azione interdisciplinare che ha coinvolto diverse maestranze e che restituisce alla pubblica fruizione lo spazio espositivo nella forma e con la luce concepite dal Canova due secoli fa.
A farne un luogo d'avanguardia già all'epoca, fu proprio la progettazione architettonica di un museo pensato in maniera moderna. Con lucernari studiati per illuminare i tappeti musivi e cadere sulle sculture senza ombre eccessive, in un trionfo di armonie e di genio iconografico, culmine di quella capacità unica del Canova di trattare il marmo come fosse un materiale caldo e vivo.
''Attraversandolo lentamente - ha così spiegato Paolucci -, il visitatore capirà che il Braccio Nuovo è l'ultimo organico omaggio che la nostra civiltà ha saputo tributare all'Antico".
Per recuperare la vastità del pensiero che cullò questo museo e restituirne appieno l'incanto, nulla è quindi stato lasciato al caso e tutte le 140 opere custodite nel Braccio sono state ripulite, levigate e decifrate. Una ricerca ripagata dall'emergere di storie complesse e cariche di valore.
Proprio lo stretto legame funzionale che lega in un meraviglioso dialogo confezione e contenuto ha dunque imposto che il restauro curasse entrambi gli aspetti.
I lavori, resi possibili grazie ai fondi stanziati dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e alla generosità dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums, sono stati diretti dal Reparto Antichità Greche e Romane e da quello per l'Arte dei secoli XIX – XX dei Musei Vaticani, con la collaborazione dei Servizi Tecnici.
La visita al Braccio Nuovo rientra nel consueto percorso espositivo dei Musei ed è inclusa nel biglietto d'ingresso.
A farne un luogo d'avanguardia già all'epoca, fu proprio la progettazione architettonica di un museo pensato in maniera moderna. Con lucernari studiati per illuminare i tappeti musivi e cadere sulle sculture senza ombre eccessive, in un trionfo di armonie e di genio iconografico, culmine di quella capacità unica del Canova di trattare il marmo come fosse un materiale caldo e vivo.
''Attraversandolo lentamente - ha così spiegato Paolucci -, il visitatore capirà che il Braccio Nuovo è l'ultimo organico omaggio che la nostra civiltà ha saputo tributare all'Antico".
Per recuperare la vastità del pensiero che cullò questo museo e restituirne appieno l'incanto, nulla è quindi stato lasciato al caso e tutte le 140 opere custodite nel Braccio sono state ripulite, levigate e decifrate. Una ricerca ripagata dall'emergere di storie complesse e cariche di valore.
Proprio lo stretto legame funzionale che lega in un meraviglioso dialogo confezione e contenuto ha dunque imposto che il restauro curasse entrambi gli aspetti.
I lavori, resi possibili grazie ai fondi stanziati dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e alla generosità dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums, sono stati diretti dal Reparto Antichità Greche e Romane e da quello per l'Arte dei secoli XIX – XX dei Musei Vaticani, con la collaborazione dei Servizi Tecnici.
La visita al Braccio Nuovo rientra nel consueto percorso espositivo dei Musei ed è inclusa nel biglietto d'ingresso.
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