Al Palazzo delle Esposizioni fino al 13 aprile
Le metropoli di Gabriele Basilico in mostra a Roma
Gabriele Basilico, Shanghai, 2010 © Archivio Gabriele Basilico
Samantha De Martin
28/01/2020
Roma - Porti e metropoli dai contorni indefiniti, centri storici monumentali, luoghi inediti alla ricerca di identità, aree disomogenee del nuovo paesaggio postindustriale si affastellano nello sguardo documentario di Gabriele Basilico. Un occhio scevro di nostalgia e attento piuttosto alla contemporaneità di ciò che, antico o distrutto, è comunque parte integrante della forma della città, colta soprattutto nella sua “verticalità” tracciata da architetture allungate e grattacieli.
E all’universo “città”, sempre in divenire, è dedicata la mostra Metropoli, che, fino al 13 aprile, accoglie al Palazzo delle Esposizioni uno dei maggiori interpreti della fotografia italiana e internazionale.
Oltre 250 opere in diversi formati, datate dagli anni Settanta ai Duemila, alcune delle quali esposte per la prima volta, traducono l’indole riflessiva di un artista che non può fare a meno di osservare, anche in senso antropologico, gli sviluppi problematici, e spesso contraddittori, degli spazi abitati contemporanei. Ed è forse la riflessione del fotografo milanese sull’aspetto irreversibile di questa urbanizzazione a suscitare in chi osserva un senso di malinconia. E probabilmente anche di dolcezza, se si osservano i morbidi contorni che caratterizzano gli scatti dedicati a Roma, dove, in un’immagine del 2007, il riflesso del Tevere dialoga poeticamente con le tinte degli alberi in un'atmosfera sospesa.
Beirut, Milano, Palermo, Napoli, Barcellona, Madrid, Lisbona, Parigi, Berlino, ma anche Tel Aviv, Istanbul, Rio de Janeiro, San Francisco, New York, Shanghai sono protagoniste vive di un percorso nel quale le metropoli dialogano tra loro facendo emergere assonanze e differenze, punti di vista diversi nel modo di interpretare e di mettere in relazione lo spazio costruito.
Realizzato in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico, a cura di Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia, il percorso si articola in cinque grandi capitoli: “Milano. Ritratti di fabbriche 1978-1980”, il primo importante progetto realizzato da Basilico; le “Sezioni del paesaggio italiano”, un’indagine sul nostro Paese realizzata nel 1996 in collaborazione con Stefano Boeri e presentata alla Biennale Architettura di Venezia; “Le città del mondo”, un viaggio nel tempo e tra i luoghi, da Palermo a Rio de Janeiro, e quindi “Roma”, dove Basilico ha sviluppato progetti sempre diversi fino al 2010, in occasione di una stimolante messa a confronto tra la città contemporanea e le incisioni settecentesche di Giovambattista Piranesi.
E poi c’è "Beirut", protagonista di due campagne fotografiche, per la prima volta esposte insieme. La prima, realizzata nel 1991 in bianco e nero, racconta la fine della lunga guerra durata oltre quindici anni; la seconda, del 2011 e a colori, testimonia la ricostruzione della città.
Oltre alle opere, la mostra presenta un’ampia biografia illustrata che descrive, attraverso video e brevi testi, il percorso artistico e professionale di Basilico.
L'esposizione si può visitare domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 20, venerdì e sabato dalle 10 alle 22.30.
Leggi anche:
• Gabriele Basilico. Metropoli
E all’universo “città”, sempre in divenire, è dedicata la mostra Metropoli, che, fino al 13 aprile, accoglie al Palazzo delle Esposizioni uno dei maggiori interpreti della fotografia italiana e internazionale.
Oltre 250 opere in diversi formati, datate dagli anni Settanta ai Duemila, alcune delle quali esposte per la prima volta, traducono l’indole riflessiva di un artista che non può fare a meno di osservare, anche in senso antropologico, gli sviluppi problematici, e spesso contraddittori, degli spazi abitati contemporanei. Ed è forse la riflessione del fotografo milanese sull’aspetto irreversibile di questa urbanizzazione a suscitare in chi osserva un senso di malinconia. E probabilmente anche di dolcezza, se si osservano i morbidi contorni che caratterizzano gli scatti dedicati a Roma, dove, in un’immagine del 2007, il riflesso del Tevere dialoga poeticamente con le tinte degli alberi in un'atmosfera sospesa.
Beirut, Milano, Palermo, Napoli, Barcellona, Madrid, Lisbona, Parigi, Berlino, ma anche Tel Aviv, Istanbul, Rio de Janeiro, San Francisco, New York, Shanghai sono protagoniste vive di un percorso nel quale le metropoli dialogano tra loro facendo emergere assonanze e differenze, punti di vista diversi nel modo di interpretare e di mettere in relazione lo spazio costruito.
Realizzato in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico, a cura di Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia, il percorso si articola in cinque grandi capitoli: “Milano. Ritratti di fabbriche 1978-1980”, il primo importante progetto realizzato da Basilico; le “Sezioni del paesaggio italiano”, un’indagine sul nostro Paese realizzata nel 1996 in collaborazione con Stefano Boeri e presentata alla Biennale Architettura di Venezia; “Le città del mondo”, un viaggio nel tempo e tra i luoghi, da Palermo a Rio de Janeiro, e quindi “Roma”, dove Basilico ha sviluppato progetti sempre diversi fino al 2010, in occasione di una stimolante messa a confronto tra la città contemporanea e le incisioni settecentesche di Giovambattista Piranesi.
E poi c’è "Beirut", protagonista di due campagne fotografiche, per la prima volta esposte insieme. La prima, realizzata nel 1991 in bianco e nero, racconta la fine della lunga guerra durata oltre quindici anni; la seconda, del 2011 e a colori, testimonia la ricostruzione della città.
Oltre alle opere, la mostra presenta un’ampia biografia illustrata che descrive, attraverso video e brevi testi, il percorso artistico e professionale di Basilico.
L'esposizione si può visitare domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 20, venerdì e sabato dalle 10 alle 22.30.
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