Le rivelazioni degli ultimi scavi
Ostia Antica: nuove scoperte raccontano la vita ai tempi dell’Impero. Aspettando l’apertura dell’Area Sacra
Il teatro di Ostia Antica | Foto: jerome delaunay via Flickr
Francesca Grego
06/06/2024
Roma - Rivivere il rito in cui gli aruspici predicevano l’esito delle operazioni militari ai generali in partenza per la guerra. Immaginare un banchetto sacro in onore di una divinità romana. Interrogarsi sulla funzione di un misterioso oggetto in legno a forma di calice o di imbuto, senza equivalenti nel mondo antico, di aspetto estremamente moderno eppure inequivocabilmente appartenente all’età imperiale. Intriganti domande e nuove, preziose informazioni emergono dagli ultimi scavi effettuati nell’Area Sacra del Parco Archeologico di Ostia Antica, che si prepara ad aprire per la prima volta al pubblico uno dei suoi complessi più suggestivi.
È proprio durante l'intervento finalizzato alla risistemazione dell’area che è venuto alla luce un insieme di reperti significativi. Teatro delle scoperte è un importante santuario sorto a partire dal III secolo a.C. nei pressi della sorgente chiamata Aqua Salvia, lungo l’antico tracciato della cosiddetta Via della Foce: un vasto complesso dominato dalla mole del tempio di Ercole e occupato da due altri edifici di culto minori come il tempio di Tetrastilo (o di Esculapio) e quello dell’Ara Rotonda, dove si praticavano culti oracolari.
Portici lungo il tratto Nord del cardine massimo a Ostia Antica | Foto: Kalajoki at Finnish Wikipedia
Nel corso dei lavori di restauro dei templi e ripristino delle antiche canalizzazioni delle acque meteoriche, fanghi privi di ossigeno - e perciò perfetti per la conservazione dei reperti - hanno restituito ceramiche, miniature, lucerne, contenitori in vetro, marmi databili prevalentemente tra il I e il II secolo d.C., nonché ossa di animali e noccioli di pesca, utilizzati in specifici rituali che avvenivano all’interno dell’Area Sacra.
“L’intervento di restauro si è rivelato un’occasione unica di studio e di approfondimento della conoscenza sulle funzioni e sulle attività che si svolgevano nel santuario”, ha detto il Direttore generale Musei del MiC Massimo Osanna: “Un momento importante per fare ricerca in un’area che al momento della sua scoperta, negli anni 1938-40, restituì opere di scultura identitarie per Ostia antica e che saranno ospitate nel Museo Ostiense di prossima riapertura: la statua di Cartilio Poplicola, il busto di Asclepio e il rilievo dell’aruspice Fulvius Salvis con scena di ‘pesca miracolosa’ di una statua di Ercole da parte di pescatori ostiensi”.
Parco Archeologico di Ostia Antica | Foto: neufal54 via Pixabay
Il recente ritrovamento di ossa combuste ci parla dello svolgimento all’interno del santuario di sacrifici di animali come maiali e bovini, mentre le ceramiche, anch’esse recanti tracce di fuoco, indicano che la carne veniva cotta e consumata durante i banchetti in onore della divinità. I resti di uno o più pasti rituali furono gettati nel pozzo, gli ultimi verosimilmente quando se ne era ormai dismessa la funzione.
“Il progetto di restauro dell’Area Sacra”, ha spiegato Direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica Alessandro D’Alessio, “consentirà a breve di riaprire al pubblico uno dei complessi più antichi e suggestivi di Ostia, permettendo ai visitatori di accedere alla cella del Tempio di Ercole, finora interdetta. Verranno inoltre ricollocati i pavimenti del vicino Tempio dell’Ara Rotonda, del quale si sta anche ricostruendo la copertura”.
Parco archeologico Ostia antica (© MiC)
Leggi anche:
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• Il Parco Archeologico di Ostia Antica: porto di Roma, crocevia di popoli e religioni del Mediterraneo
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Portici lungo il tratto Nord del cardine massimo a Ostia Antica | Foto: Kalajoki at Finnish Wikipedia
Nel corso dei lavori di restauro dei templi e ripristino delle antiche canalizzazioni delle acque meteoriche, fanghi privi di ossigeno - e perciò perfetti per la conservazione dei reperti - hanno restituito ceramiche, miniature, lucerne, contenitori in vetro, marmi databili prevalentemente tra il I e il II secolo d.C., nonché ossa di animali e noccioli di pesca, utilizzati in specifici rituali che avvenivano all’interno dell’Area Sacra.
“L’intervento di restauro si è rivelato un’occasione unica di studio e di approfondimento della conoscenza sulle funzioni e sulle attività che si svolgevano nel santuario”, ha detto il Direttore generale Musei del MiC Massimo Osanna: “Un momento importante per fare ricerca in un’area che al momento della sua scoperta, negli anni 1938-40, restituì opere di scultura identitarie per Ostia antica e che saranno ospitate nel Museo Ostiense di prossima riapertura: la statua di Cartilio Poplicola, il busto di Asclepio e il rilievo dell’aruspice Fulvius Salvis con scena di ‘pesca miracolosa’ di una statua di Ercole da parte di pescatori ostiensi”.
Parco Archeologico di Ostia Antica | Foto: neufal54 via Pixabay
Il recente ritrovamento di ossa combuste ci parla dello svolgimento all’interno del santuario di sacrifici di animali come maiali e bovini, mentre le ceramiche, anch’esse recanti tracce di fuoco, indicano che la carne veniva cotta e consumata durante i banchetti in onore della divinità. I resti di uno o più pasti rituali furono gettati nel pozzo, gli ultimi verosimilmente quando se ne era ormai dismessa la funzione.
“Il progetto di restauro dell’Area Sacra”, ha spiegato Direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica Alessandro D’Alessio, “consentirà a breve di riaprire al pubblico uno dei complessi più antichi e suggestivi di Ostia, permettendo ai visitatori di accedere alla cella del Tempio di Ercole, finora interdetta. Verranno inoltre ricollocati i pavimenti del vicino Tempio dell’Ara Rotonda, del quale si sta anche ricostruendo la copertura”.
Parco archeologico Ostia antica (© MiC)
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