La cerimonia di premiazione il 18 ottobre a Tokyo
Premio Imperiale 2017: Shirin Neshat e Moneo tra i cinque vincitori
Shirin Neshat with her back against the video still of Untitled, from Roja series (2016), Gladstone Gallery, New York, 2017 ©The Japan Art Association/The Sankei Shimbun
Samantha De Martin
12/09/2017
Roma - Con i suoi potenti ritratti di donne rappresentate talvolta con le mani, i piedi e i volti coperti con poesie e scritture persiane, l'artista iraniana Shirin Neshat si è aggiudicata il Premio Imperiale 2017 per la categoria pittura.
Giunto alla sua ventinovesima edizione, questo illustre riconoscimento assegnato dalla Japan Art Association è il più importante premio d'arte esistente, una sorta di Nobel delle arti, o, se si vuole, un riconoscimento alla carriera, che omaggia gli artisti «per i risultati conseguiti, per l'influenza esercitata sul mondo dell'arte a livello internazionale e per il contributo offerto alla comunità mondiale con la loro attività».
Accanto a Shirin Neshat sono stati annunciati oggi a Roma, e contemporaneamente a Tokyo, New York, Berlino, Londra e Parigi - in rappresentanza dei sei paesi dei Consiglieri internazionali e comitati che hanno proposto le candidature - gli altri nomi dei vincitori: il ghanese El Anatsui per la scultura, lo spagnolo Rafael Moneo per l'architettura, il senegalese Youssou N'Dour per la musica e lo statunitense-lettone Mikhail Baryshnikov per il teatro.
«Apprezzo con piacere le scelte fatte dalla Japan Art Association che ha voluto premiare l'originalità, la creatività degli artisti» ha spiegato Lamberto Dini, Consigliere internazionale del prestigioso riconoscimento, che ha anche rivelato, dopo aver annunciato i nomi dei vincitori, il forte sostegno da parte del comitato italiano a Shirin Neshat, «artista dalla forte personalità» il cui lavoro, fortemente intessuto di aspetti sociologici e politici, è stato fortemente caldeggiato dagli italiani.
E così dopo aver conquistato Venezia - durante la 74esima Mostra d'Arte Cinematografica, dove ha appena debuttato con il suo lungometraggio Looking for Oum Kulthum, ma anche durante la Mostra del Cinema 2009 con Women Without Men, il film che ha visto la Neshat al suo debutto alla regia e che le è valso il Leone d'Argento - la brillante iraniana ha stregato anche il comitato dell'illustre premio patrocinato dalla casa imperiale giapponese.
Avvalendosi di mezzi diversi, dalla fotografia alle videoinstallazioni, la Neshat - che quest'estate ha anche curato la regia dell'Aida al Festival di Salisburgo - ha sollevato non pochi interrogativi inerenti la situazione emotiva, psicologica e politica delle donne musulmane che vivono in regimi oppressivi.
L'originalità degli edifici progettati da Rafael Moneo - perfettamente integrati all'ambiente cittadino, pur nella loro spiccata identità - la qualità dei materiali adoperati e il rispetto dello spazio urbano, sono valsi all'architetto spagnolo il Premio Imperiale 2017 per la sezione architettura. Il nome dell'artista, noto per il suo armonioso sposalizio tra le costruzioni e il panorama urbano, è legato soprattutto alla Stazione ferroviaria di Atocha a Madrid, all'ampliamento del Museo del Prado e, unica opera fuori dal contesto spagnolo, alla Cattedrale Nostra Signora degli Angeli di Los Angeles.
Con la sua complessa produzione, caratterizzata da sculture malleabili e scintillanti, realizzate con metallo di scarto ricavato dalla lavorazione dei tappi delle bottiglie di liquore, il ghanese El Anatsui si è aggiudicato il Premio Imperiale, sezione "scultura".
Convinto che «l'arte sia un qualcosa che si sviluppa dall'ambiente, non qualcosa che dobbiamo creare», El Anatsui è stato anche insignito nel 2015 del Leone d'Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.
Nell'ambito della sezione “musica” la Japan Art Association ha voluto, invece, premiare la voce alta e pura dell'artista senegalese Youssou N'Dour. Le note di questo brillante compositore, figlio dei tradizionali cantastorie africani, sono un vivace mix di mbalax tradizionale senegalese, jazz, soul, musica latina e hip hop.
Il quinto vincitore, per la categoria "teatro-cinema", è, infine, il ballerino lettone-statunitense, Mikhail Baryshnikov, che ha incantato le platee con le sue stupefacenti qualità fisiche e tecniche e con le sue doti espressive. Primo ballerino e, in seguito, direttore artistico dell'American Ballet Theatre, è attualmente in tournée con due produzioni teatrali - Letter to a Man, diretto da Robert Wilson, e Brodsky/Baryshnikov, diretto da Alvis Hermanis - che lo vedono unico protagonista.
I cinque vincitori del 2017, che vanno ad aggiungersi ai 144 artisti già insigniti del premio - tra i quali gli italiani Claudio Abbado, Gae Aulenti, Luciano Berio, Cecco Bonanotte, Enrico Castellani, Federico Fellini, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Mario Merz, Giuseppe Penone, Renzo Piano, Maurizio Pollini, Arnaldo Pomodoro, Giuliano Vangi, Michelangelo Pistoletto - saranno premiati a Tokyo, il prossimo 18 ottobre. La cerimonia, che si svolgerà alla presenza del Principe Hitachi, sarà solenne, e, diversamente dal Nobel, avrà l'obbligo di presenza. I vincitori, scelti dai Comitati di selezione tra la rosa di nomi proposti dai comitati dei sei paesi, dovranno assicurare la loro presenza e ritirare il diploma e la medaglia conferiti dal Principe Hitachi, Patrono Onorario della Japan Art Association.
Leggi anche:
• Shirin Neshat. Il genio allo specchio
• L'identità nelle foto di Shirin Neshat
• A Venezia l'arte va sul grande schermo
Giunto alla sua ventinovesima edizione, questo illustre riconoscimento assegnato dalla Japan Art Association è il più importante premio d'arte esistente, una sorta di Nobel delle arti, o, se si vuole, un riconoscimento alla carriera, che omaggia gli artisti «per i risultati conseguiti, per l'influenza esercitata sul mondo dell'arte a livello internazionale e per il contributo offerto alla comunità mondiale con la loro attività».
Accanto a Shirin Neshat sono stati annunciati oggi a Roma, e contemporaneamente a Tokyo, New York, Berlino, Londra e Parigi - in rappresentanza dei sei paesi dei Consiglieri internazionali e comitati che hanno proposto le candidature - gli altri nomi dei vincitori: il ghanese El Anatsui per la scultura, lo spagnolo Rafael Moneo per l'architettura, il senegalese Youssou N'Dour per la musica e lo statunitense-lettone Mikhail Baryshnikov per il teatro.
«Apprezzo con piacere le scelte fatte dalla Japan Art Association che ha voluto premiare l'originalità, la creatività degli artisti» ha spiegato Lamberto Dini, Consigliere internazionale del prestigioso riconoscimento, che ha anche rivelato, dopo aver annunciato i nomi dei vincitori, il forte sostegno da parte del comitato italiano a Shirin Neshat, «artista dalla forte personalità» il cui lavoro, fortemente intessuto di aspetti sociologici e politici, è stato fortemente caldeggiato dagli italiani.
E così dopo aver conquistato Venezia - durante la 74esima Mostra d'Arte Cinematografica, dove ha appena debuttato con il suo lungometraggio Looking for Oum Kulthum, ma anche durante la Mostra del Cinema 2009 con Women Without Men, il film che ha visto la Neshat al suo debutto alla regia e che le è valso il Leone d'Argento - la brillante iraniana ha stregato anche il comitato dell'illustre premio patrocinato dalla casa imperiale giapponese.
Avvalendosi di mezzi diversi, dalla fotografia alle videoinstallazioni, la Neshat - che quest'estate ha anche curato la regia dell'Aida al Festival di Salisburgo - ha sollevato non pochi interrogativi inerenti la situazione emotiva, psicologica e politica delle donne musulmane che vivono in regimi oppressivi.
L'originalità degli edifici progettati da Rafael Moneo - perfettamente integrati all'ambiente cittadino, pur nella loro spiccata identità - la qualità dei materiali adoperati e il rispetto dello spazio urbano, sono valsi all'architetto spagnolo il Premio Imperiale 2017 per la sezione architettura. Il nome dell'artista, noto per il suo armonioso sposalizio tra le costruzioni e il panorama urbano, è legato soprattutto alla Stazione ferroviaria di Atocha a Madrid, all'ampliamento del Museo del Prado e, unica opera fuori dal contesto spagnolo, alla Cattedrale Nostra Signora degli Angeli di Los Angeles.
Con la sua complessa produzione, caratterizzata da sculture malleabili e scintillanti, realizzate con metallo di scarto ricavato dalla lavorazione dei tappi delle bottiglie di liquore, il ghanese El Anatsui si è aggiudicato il Premio Imperiale, sezione "scultura".
Convinto che «l'arte sia un qualcosa che si sviluppa dall'ambiente, non qualcosa che dobbiamo creare», El Anatsui è stato anche insignito nel 2015 del Leone d'Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.
Nell'ambito della sezione “musica” la Japan Art Association ha voluto, invece, premiare la voce alta e pura dell'artista senegalese Youssou N'Dour. Le note di questo brillante compositore, figlio dei tradizionali cantastorie africani, sono un vivace mix di mbalax tradizionale senegalese, jazz, soul, musica latina e hip hop.
Il quinto vincitore, per la categoria "teatro-cinema", è, infine, il ballerino lettone-statunitense, Mikhail Baryshnikov, che ha incantato le platee con le sue stupefacenti qualità fisiche e tecniche e con le sue doti espressive. Primo ballerino e, in seguito, direttore artistico dell'American Ballet Theatre, è attualmente in tournée con due produzioni teatrali - Letter to a Man, diretto da Robert Wilson, e Brodsky/Baryshnikov, diretto da Alvis Hermanis - che lo vedono unico protagonista.
I cinque vincitori del 2017, che vanno ad aggiungersi ai 144 artisti già insigniti del premio - tra i quali gli italiani Claudio Abbado, Gae Aulenti, Luciano Berio, Cecco Bonanotte, Enrico Castellani, Federico Fellini, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Mario Merz, Giuseppe Penone, Renzo Piano, Maurizio Pollini, Arnaldo Pomodoro, Giuliano Vangi, Michelangelo Pistoletto - saranno premiati a Tokyo, il prossimo 18 ottobre. La cerimonia, che si svolgerà alla presenza del Principe Hitachi, sarà solenne, e, diversamente dal Nobel, avrà l'obbligo di presenza. I vincitori, scelti dai Comitati di selezione tra la rosa di nomi proposti dai comitati dei sei paesi, dovranno assicurare la loro presenza e ritirare il diploma e la medaglia conferiti dal Principe Hitachi, Patrono Onorario della Japan Art Association.
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