Il ritrovamento archeologico in via del Governo Vecchio
Riemerge la tomba della Pellegrina, un frammento di vita medievale a Roma

La conchiglia rinvenuta nella Tomba della pellegrina, in via del Governo Vecchio a Roma. Courtesy Soprintendenza speciale di Roma
Samantha De Martin
23/10/2019
Roma - Un nuovo tassello della Roma medievale riemerge assieme a due sepolture a inumazione, venute alla luce in via del Governo Vecchio, nel cuore della capitale.
All’interno sono stati rinvenuti due scheletri (conservati per metà in senso longitudinale), appartenenti a una giovane donna di età compresa tra i 25 e i 30 anni, con una conchiglia sulla mano, e a un uomo tra i 30 e i 40 anni.
Accanto alla donna sono stati ritrovati anche una moneta in bronzo, databile tra la fine dell’XI e il XII secolo, e frammenti di conchiglie della specie Pecten jacobaeus, più note come capesante. Presentano due fori che dovevano servire per appenderle alla tipica collana indossata inizialmente dai devoti in viaggio per Compostela e successivamente da tutti i pellegrini.
Sotto le due sepolture sono stati rinvenuti due ossari chiusi con tegole antiche (una con un bollo di epoca traianea), riutilizzate in epoca successiva.
Il secondo deposito individuato, particolarmente danneggiato da interventi moderni, è un’area cimiteriale con muretti divisori a ridosso di un grande muro in opera laterizia, assimilabile ad analoghe strutture documentate all'interno del vicino Oratorio dei Filippini.
Questi ritrovamenti avvenuti durante di lavori di assistenza archeologica in corso d’opera della Soprintendenza Speciale di Roma per la sostituzione delle tubature di Italgas, farebbero pensare a un cimitero destinato ai pellegrini, lungo la via Papalis, l’importante strada che da San Giovanni, all’epoca sede del Papa, conduceva a San Pietro.
Le sepolture sarebbero appartenute alla Chiesa medioevale di Santa Cecilia a Monte Giordano, la cui prima attestazione risale al 1123, demolita nella prima metà del XVII secolo per lasciare il posto alla costruzione dell’Oratorio dei Filippini completato da Francesco Borromini.
«La scoperta delle sepolture di via del Governo Vecchio - commenta Daniela Porro, soprintendente Speciale di Roma - ci svela un pezzo della vita medioevale della città, un’epoca in cui Roma era meta di grandi pellegrinaggi, e riporta anche alla luce un’area del culto di Santa Cecilia, alla quale i romani erano particolarmente devoti in epoca tardo antica e nel Medioevo, tanto da dedicarle ben sei chiese».
I materiali ritrovati sono attualmente in fase di studio e potranno fornire ulteriori informazioni ed elementi per la datazione.
Leggi anche:
• Una fornace romana riemerge nel giardino di Palazzo Corsini
• L'ultimo enigma della Roma antica riaffiora dalle rive del Tevere
All’interno sono stati rinvenuti due scheletri (conservati per metà in senso longitudinale), appartenenti a una giovane donna di età compresa tra i 25 e i 30 anni, con una conchiglia sulla mano, e a un uomo tra i 30 e i 40 anni.
Accanto alla donna sono stati ritrovati anche una moneta in bronzo, databile tra la fine dell’XI e il XII secolo, e frammenti di conchiglie della specie Pecten jacobaeus, più note come capesante. Presentano due fori che dovevano servire per appenderle alla tipica collana indossata inizialmente dai devoti in viaggio per Compostela e successivamente da tutti i pellegrini.
Sotto le due sepolture sono stati rinvenuti due ossari chiusi con tegole antiche (una con un bollo di epoca traianea), riutilizzate in epoca successiva.
Il secondo deposito individuato, particolarmente danneggiato da interventi moderni, è un’area cimiteriale con muretti divisori a ridosso di un grande muro in opera laterizia, assimilabile ad analoghe strutture documentate all'interno del vicino Oratorio dei Filippini.
Questi ritrovamenti avvenuti durante di lavori di assistenza archeologica in corso d’opera della Soprintendenza Speciale di Roma per la sostituzione delle tubature di Italgas, farebbero pensare a un cimitero destinato ai pellegrini, lungo la via Papalis, l’importante strada che da San Giovanni, all’epoca sede del Papa, conduceva a San Pietro.
Le sepolture sarebbero appartenute alla Chiesa medioevale di Santa Cecilia a Monte Giordano, la cui prima attestazione risale al 1123, demolita nella prima metà del XVII secolo per lasciare il posto alla costruzione dell’Oratorio dei Filippini completato da Francesco Borromini.
«La scoperta delle sepolture di via del Governo Vecchio - commenta Daniela Porro, soprintendente Speciale di Roma - ci svela un pezzo della vita medioevale della città, un’epoca in cui Roma era meta di grandi pellegrinaggi, e riporta anche alla luce un’area del culto di Santa Cecilia, alla quale i romani erano particolarmente devoti in epoca tardo antica e nel Medioevo, tanto da dedicarle ben sei chiese».
I materiali ritrovati sono attualmente in fase di studio e potranno fornire ulteriori informazioni ed elementi per la datazione.
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