A Roma dal 15 marzo

Tutto pronto per "Giudizio Universale", lo show totale dedicato a Michelangelo

Giudizio Universale. Michelangelo e i segreti della Cappella Sistina, Diluvio
 

Samantha De Martin

12/03/2018

Roma - Quando le luci si abbassano e gli spettatori nella sala dell’Auditorium Conciliazione vengono travolti dall’irrompere del diluvio universale, tra vento e lampi terribili che lasciano poco dopo il posto alle bellezza totale della Cappella Sistina, un po’ si intuisce perché quello che Marco Balich ha in serbo per il pubblico di Roma, ma non solo, sarà uno spettacolo senza precedenti.
Sarà forse per la possibilità di scrutare da una posizione privilegiata le meraviglie e i dettagli della Cappella Sistina, di assistere al Conclave del 1523 respirando realmente il profumo dell’incenso, o forse per l’occasione, unica, di insinuarsi tra i vicoli e i monumenti della Roma del Cinquecento, o di ascoltare la voce di un inedito Sting che innalza, solenne, un canto in latino.
Sta di fatto che a tre giorni dal debutto di Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel la curiosità per lo spettacolo prodotto da Artainment Worldwide Shows con la consulenza scientifica dei Musei Vaticani - che si appresta ad incantare l’Auditorium Conciliazione a partire dal 15 marzo - scalpita intrepida, nell’attesa di scoprire quello che si preannuncia come lo show degli show.
FOTO: Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel
«Non sarà un musical, non uno spettacolo teatrale e nemmeno un balletto - assicura un sorridente Marco Balich, regista e direttore artistico, quasi in estasi a poche ore dal grande debutto -. Sarà uno show totale, intenso, potente, la somma di tutte le esperienze maturate in tanti anni all’estero. Si tratterà di uno spettacolo completamente nuovo, mai visto, in cui la genesi di un capolavoro dell’arte universale viene raccontata intrecciando tutti i linguaggi che il mondo del live entertainment mette oggi a disposizione. Dunque acrobazia, ballo, ombre cinesi, musica e parole, ma non solo».
Insomma per l'eclettico patron delle gigantesche Cerimonie Olimpiche negli stadi la parola d’ordine è una: coinvolgere ed emozionare, ma soprattutto conquistare i giovanissimi. Il tutto nel più rigoroso rispetto dell’opera di Michelangelo.
Non c’è dubbio. Perché, tralasciando effetti speciali e strabilianti miracoli della tecnologia - si parla di 30 videoproiettori laser in 4K ad alta luminosità che pongono lo spettatore al centro stesso dello show - ci si auspica che il vero protagonista rimanga lui, il genio invitato nel 1508 da papa Giulio II a realizzare la decorazione della volta della Cappella Sistina e che dopo 520 giorni di intenso e ininterrotto lavoro, come in un duello corpo a corpo, concesse all’umanità il suo inestimabile capolavoro. Trent’anni dopo, papa Clemente VII, eletto nel Conclave del 1523, avrebbe richiamato l’allora sessantenne Michelangelo per conferirgli l’incarico di dare una nuova veste alla parte dell’altare della Cappella Sistina. Il maestro accetta la sfida e realizza il Giudizio Universale, un’opera di straordinaria potenza estetica, spirituale, emotiva.
E questa è la storia che fa da perno alle spettacolo. Ed è per questo motivo che l’affascinante macchina sensoriale, esperienza immersiva e sinestetica che rappresenta insieme un sapere e un sentire, avvalendosi di spettacolari giochi ottici, non poteva non avvalersi della consulenza scientifica dei Musei Vaticani.

«I Musei Vaticani - ha spiegato il direttore Barbara Jatta - sono una realtà in cui tradizione e innovazione trovano una perfetta sintesi. La collaborazione con Artainment Shows va letta proprio in quest’ottica. Il live show può rappresentare un ottimo modo di vivere e conoscere la Cappella più famosa del mondo in modo diverso, con un linguaggio comunicativo moderno, adatto alle nuove generazioni».

Perché lo show diretto da Balich, che si avvale della collaborazione di Sting - che ha arrangiato e interpretato il main theme song originale - e di Pierfrancesco Favino - che offre la sua voce a Michelangelo - non intende affatto sostituirsi alla Cappella michelangiolesca, ma mira piuttosto a promuovere un inedito avvicinamento alle immagini ed ai suoi soggetti.

Lo spettacolo, che dovrebbe durare circa un anno, con repliche, due volte al giorno e in sette lingue diverse, si avvale della co-regia di Lulu Helbek e della supervisione teatrale di Gabriele Vacies.
Le scenografie non si limitano a riprodurre la Sistina, ma invitano lo spettatore a “volare” in spazi nuovi, magici, sospesi, ispirati dalle prospettive originali del Cinquecento, ad aggrapparsi alla grondaia della Sistina in attesa della fumata bianca, condividendo contenuti video in altissima definizione che rendono più affascinante e completa l’esperienza immersiva. Durante questo viaggio emotivo di 60 minuti tra i capolavori, ma anche nella mente del genio Michelangelo, gli affreschi sembrano prendere vita e animarsi al racconto del loro maestro.

Finanziato con capitali privati - con un budget di nove milioni di euro - Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of Sistine Chapel costituisce la prima produzione di Artainment Worldwide Shows. Che evidentemente nasce già sotto una buona stella, visto che conta già 40mila prevendite.

La sfida di Balich è ambiziosa. «Vorrei confrontarmi - spiega il direttore artistico - con quei teenager di oggi che al primo momento di noia si chinano a guardare il telefonino. Vorrei che nell’ora di durata di Giudizio Universale quei ragazzi non sentissero mai il desiderio di controllare lo smartphone». Fotografie a parte, si intende.
Le premesse per il trionfo ci sono tutte. Ancora una volta l’arte uscirà dai musei per raggiungere il pubblico più vario - e questa è già una prima vittoria - per raccontare, dinnanzi allo scomporsi e al ricomporsi di opere e affreschi, la grande bellezza di un affascinate rito collettivo che si compie tutti i giorni, uguale, da oltre 500 anni, davanti ai visitatori di tutto il mondo, e che a breve prenderà vita.
Ma per il giudizio definitivo, quello del pubblico, si dovrà attendere.


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