Al Chiostro del Bramante dal 22 marzo al 26 agosto
Un inedito Turner in arrivo dalla Tate Britain
Joseph Mallord William Turner, The Northampton Election, 6 December 1830, 1830-31, Acquerello, guazzo e inchiostro su carta, 438 x 292 mm, Tate: Purchased 2007 | Courtesy of Chiostro del Bramante 2018
Samantha De Martin
05/02/2018
Roma - Sarà stata forse la sua missione - bloccare la luce sulla tela e, attraverso pennellate evanescenti, descrivere il paesaggio, materializzandolo romanticamente tramite la nebbia dei ricordi - ad esercitare su generazioni di artisti e appassionati un fascino magnetico.
William Turner, il “pittore della luce”, assente da oltre 50 anni dalle programmazioni dei musei romani e da dodici anni dai musei italiani, arriva a Roma con una raccolta di opere esclusive.
Ad accogliere questa collezione unica, espressione del lato intimo e riservato del maestro del sublime, donata interamente all’ Inghilterra cinque anni dopo la morte dell'artista e conservata presso la Tate Britain di Londra, sarà dal 22 marzo al 26 agosto il Chiostro del Bramante, al centro di una importante collaborazione con il prestigioso istituto londinese.
Molti di questi lavori, realizzati dall’artista nel corso degli anni per suo ‘puro piacere’, e noti oggi come "Turner Bequest" - un ampio lascito che racchiude circa 30mila lavori cartacei, 300 oli e 280 album da disegno - provengono dallo studio personale del maestro dell’acquerello.
Ci sono oltre novanta opere, tra schizzi, acquerelli, studi, disegni - oltre a una selezione di oli mai esposti in Italia - a tessere il percorso espositivo in cui frammenti di paesaggi ed emozioni si intrecciano ai ricordi ed alle esperienze di viaggio durante i soggiorni all’estero.
Il pittore di Londra che anticipò le tendenze stilistiche della fine del XIX secolo e che soggiornò in Italia nel 1802 e ancora nel 1819, l’artista che John Ruskin aveva definito un "adoratore zoroastriano" del sole, era infatti solito lavorare all’aria aperta durante la bella stagione, per poi trascorrere l’inverno nel suo studio e riportare su tela i ricordi di ciò che aveva visto dal vivo.
La mostra Turner. Opere dalla Tate, suddivisa in sei sezioni, celebra il maestro sempre alla ricerca di soggetti e atmosfere da rappresentare come specchio del suo universo interiore, e che con la sua pittura influenzò più di una generazione di artisti, da Caspar David Friedrich a Wassily Kandinsky e Gustav Klimt.
Il progetto ideato dal Chiostro del Bramante - e che prende spunto dall'osservazione dei contemporanei di Turner, convinti che l'artista "fosse solito dipingere con gli occhi e con il naso, oltre che con le mani" - vuole essere anche uno stimolo a modificare il modo dei visitatori di rapportarsi all'arte. Grazie alla collaborazione di un team di esperti, sarà infatti possibile assaporare l'esperienza artistica con tutti i sensi, immergendosi nei suoni e tra i profumi che faranno da eco all'universo pittorico del maestro.
Le immagini emotivamente intense, che traducono in colore la libertà dell’uomo di sognare, attraverso la raffigurazione perfetta del sublime e la contemplazione di una forza misteriosa e inarrestabile, saranno un invito a scoprire l’evoluzione del linguaggio artistico del più grande pittore romantico, capace di cogliere l'istante eloquente, un punto di luce, di folata, quel tempo irripetibile rivelatore dell'arcano.
Leggi anche:
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• Turner. Opere dalla Tate
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William Turner, il “pittore della luce”, assente da oltre 50 anni dalle programmazioni dei musei romani e da dodici anni dai musei italiani, arriva a Roma con una raccolta di opere esclusive.
Ad accogliere questa collezione unica, espressione del lato intimo e riservato del maestro del sublime, donata interamente all’ Inghilterra cinque anni dopo la morte dell'artista e conservata presso la Tate Britain di Londra, sarà dal 22 marzo al 26 agosto il Chiostro del Bramante, al centro di una importante collaborazione con il prestigioso istituto londinese.
Molti di questi lavori, realizzati dall’artista nel corso degli anni per suo ‘puro piacere’, e noti oggi come "Turner Bequest" - un ampio lascito che racchiude circa 30mila lavori cartacei, 300 oli e 280 album da disegno - provengono dallo studio personale del maestro dell’acquerello.
Ci sono oltre novanta opere, tra schizzi, acquerelli, studi, disegni - oltre a una selezione di oli mai esposti in Italia - a tessere il percorso espositivo in cui frammenti di paesaggi ed emozioni si intrecciano ai ricordi ed alle esperienze di viaggio durante i soggiorni all’estero.
Il pittore di Londra che anticipò le tendenze stilistiche della fine del XIX secolo e che soggiornò in Italia nel 1802 e ancora nel 1819, l’artista che John Ruskin aveva definito un "adoratore zoroastriano" del sole, era infatti solito lavorare all’aria aperta durante la bella stagione, per poi trascorrere l’inverno nel suo studio e riportare su tela i ricordi di ciò che aveva visto dal vivo.
La mostra Turner. Opere dalla Tate, suddivisa in sei sezioni, celebra il maestro sempre alla ricerca di soggetti e atmosfere da rappresentare come specchio del suo universo interiore, e che con la sua pittura influenzò più di una generazione di artisti, da Caspar David Friedrich a Wassily Kandinsky e Gustav Klimt.
Il progetto ideato dal Chiostro del Bramante - e che prende spunto dall'osservazione dei contemporanei di Turner, convinti che l'artista "fosse solito dipingere con gli occhi e con il naso, oltre che con le mani" - vuole essere anche uno stimolo a modificare il modo dei visitatori di rapportarsi all'arte. Grazie alla collaborazione di un team di esperti, sarà infatti possibile assaporare l'esperienza artistica con tutti i sensi, immergendosi nei suoni e tra i profumi che faranno da eco all'universo pittorico del maestro.
Le immagini emotivamente intense, che traducono in colore la libertà dell’uomo di sognare, attraverso la raffigurazione perfetta del sublime e la contemplazione di una forza misteriosa e inarrestabile, saranno un invito a scoprire l’evoluzione del linguaggio artistico del più grande pittore romantico, capace di cogliere l'istante eloquente, un punto di luce, di folata, quel tempo irripetibile rivelatore dell'arcano.
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