A Rovigo dal 26 febbraio al 26 giugno
Dai musei russi 80 opere per decifrare l'enigma Kandinskij
Vasilij Kandinskij, Destino (Il muro rosso), 1909, olio su tela, 83 x 116 cm. Astrakhan, The P.M. Dogadin Astrakhan State Art Gallery, inv. AKГ-Ж-458
Francesca Grego
08/02/2022
Rovigo - “Di mostre su Kandinskij in Italia se ne sono viste parecchie negli ultimi anni, ma nessuna con ambizioni come quelle che noi ci proponiamo”, afferma convinto lo storico dell'arte Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti e curatore del progetto che il 26 febbraio porterà a Palazzo Roverella ben ottanta dipinti e disegni del padre della pittura astratta, oltre a rari filmati d’epoca, fotografie, documenti e cimeli in grado di tratteggiarne un ritratto completo. Eccezionale per la quantità, ma soprattutto per la qualità dei pezzi esposti, Kandinskij. L’Opera (1900-1940) attingerà al vasto e non facilmente accessibile tesoro dei musei russi come lo State Russian Museum di San Pietroburgo, oltre che al patrimonio di importanti collezioni europee.
Vasilij Kandinskij, Le Noeud rouge Fondation Maeght, Saint-Paul de Vence (France) I Ph. Claude Germain
“Nonostante il grande lavoro storico-critico che, anche negli ultimi decenni, hanno compiuto molti studiosi, nell’analisi del percorso di Kandinskij resta un che di enigmatico”, raccontano Bolpagni e Evgenia Petrova, direttore scientifico dello State Russian Museum e co-curatrice della mostra rodigina: “Numerose furono le matrici da cui scaturì, con lenta gradualità, quel linguaggio artistico che ha sconvolto il Novecento: dal fortissimo potere di suggestione esercitato sull’artista dalla musica alla conoscenza della cultura popolare contadina della Russia profonda”. A Palazzo Roverella capolavori creati lungo tutto il corso della carriera del pittore diventeranno le chiavi per decifrare l’enigma di un’arte evocativa e visionaria, da inseguire nelle sue continue metamorfosi. Cuore di questo lungo viaggio saranno i passaggi dalla figura all’astratto e l’incessante dialettica tra principi ordinatori e libertà espressiva.
Vasilij Kandinskij, Blue Crest / Cresta azzurra, 1917. The State Russian Museum, San Pietroburgo © 2021. Foto Scala, Firenze
Il filo della mostra corre dai primi passi di Kandinskij a Mosca agli studi di pittura a Monaco di Baviera, dalla scoperta dello “ spettacolo spirituale nell’arte” alla fondazione del movimento “Der Blaue Reiter” (“Il Cavaliere Azzurro”), fino alla conquista di un linguaggio del tutto nuovo per i suoi tempi, in cui segni e colori divengono per la prima volta completamente autonomi. E poi il ritorno in Russia, l’insegnamento a Weimar nella fucina del Bauhaus dove, complice la formazione musicale, Kandinskij accorda il suo messaggio ai simboli e ai colori, fino ai quadri più leggeri e giocosi degli ultimi anni in Francia.
Vasilij Kandinskij, With Fruits, 1918. Collezione privata, Vienna
“Radunare ottanta opere di Kandinskij - spiega Bolpagni - è stata un’impresa ardita e straordinaria, che consentirà al pubblico italiano di ammirare capolavori unici che segnano i principali snodi della carriera di uno dei massimi artisti del Novecento”. Tra i gioielli pittorici da non perdere, l’Improvisation 34 del 1913 proveniente dal Museo di Stato di Belle Arti della Repubblica del Tatarstan, Sonntag del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, Weisses Kreuz della Collezione Peggy Guggenheim e Sans titre del 1940, in arrivo dall’Albertina di Vienna, ma anche Le nœud rouge della Fondation Maeght di Saint-Paul-de-Vence, Destino (Il muro rosso) dell’Astrakhan State Art Gallery, Improvvisation 11 dello State Russian Museum e Il Cavaliere, custodito in una collezione privata viennese.
Vasilij Kandinskij, Rider, 1909-1910. Collezione privata, Vienna
Leggi anche:
• Le mostre da non perdere in Italia nel 2022
• Dieci mostre da non perdere in Europa nel 2022
• Un altro Mondrian in mostra al Mudec
Vasilij Kandinskij, Le Noeud rouge Fondation Maeght, Saint-Paul de Vence (France) I Ph. Claude Germain
“Nonostante il grande lavoro storico-critico che, anche negli ultimi decenni, hanno compiuto molti studiosi, nell’analisi del percorso di Kandinskij resta un che di enigmatico”, raccontano Bolpagni e Evgenia Petrova, direttore scientifico dello State Russian Museum e co-curatrice della mostra rodigina: “Numerose furono le matrici da cui scaturì, con lenta gradualità, quel linguaggio artistico che ha sconvolto il Novecento: dal fortissimo potere di suggestione esercitato sull’artista dalla musica alla conoscenza della cultura popolare contadina della Russia profonda”. A Palazzo Roverella capolavori creati lungo tutto il corso della carriera del pittore diventeranno le chiavi per decifrare l’enigma di un’arte evocativa e visionaria, da inseguire nelle sue continue metamorfosi. Cuore di questo lungo viaggio saranno i passaggi dalla figura all’astratto e l’incessante dialettica tra principi ordinatori e libertà espressiva.
Vasilij Kandinskij, Blue Crest / Cresta azzurra, 1917. The State Russian Museum, San Pietroburgo © 2021. Foto Scala, Firenze
Il filo della mostra corre dai primi passi di Kandinskij a Mosca agli studi di pittura a Monaco di Baviera, dalla scoperta dello “ spettacolo spirituale nell’arte” alla fondazione del movimento “Der Blaue Reiter” (“Il Cavaliere Azzurro”), fino alla conquista di un linguaggio del tutto nuovo per i suoi tempi, in cui segni e colori divengono per la prima volta completamente autonomi. E poi il ritorno in Russia, l’insegnamento a Weimar nella fucina del Bauhaus dove, complice la formazione musicale, Kandinskij accorda il suo messaggio ai simboli e ai colori, fino ai quadri più leggeri e giocosi degli ultimi anni in Francia.
Vasilij Kandinskij, With Fruits, 1918. Collezione privata, Vienna
“Radunare ottanta opere di Kandinskij - spiega Bolpagni - è stata un’impresa ardita e straordinaria, che consentirà al pubblico italiano di ammirare capolavori unici che segnano i principali snodi della carriera di uno dei massimi artisti del Novecento”. Tra i gioielli pittorici da non perdere, l’Improvisation 34 del 1913 proveniente dal Museo di Stato di Belle Arti della Repubblica del Tatarstan, Sonntag del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, Weisses Kreuz della Collezione Peggy Guggenheim e Sans titre del 1940, in arrivo dall’Albertina di Vienna, ma anche Le nœud rouge della Fondation Maeght di Saint-Paul-de-Vence, Destino (Il muro rosso) dell’Astrakhan State Art Gallery, Improvvisation 11 dello State Russian Museum e Il Cavaliere, custodito in una collezione privata viennese.
Vasilij Kandinskij, Rider, 1909-1910. Collezione privata, Vienna
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