Patrimonio a rischio

Unesco in allarme per il mercato nero nei paesi arabi

Leptis Magna, Libia
 

L.S.

16/11/2013

Salerno - “Il patrimonio archeologico di Paesi come l’Egitto, la Siria, la Libia è diventato un obiettivo del mercato clandestino di reperti”. L’allarme arriva da Mounir Bouchenaki, consigliere speciale del direttore Unesco e direttore generale dell‘Arab Center for World Heritage dell’Unesco che durante il suo intervento alla borsa del Turismo Archeologico di Paestum, esprime grande preoccupazione non solo per le popolazioni oppresse dalle crisi politiche dell’area ma anche per i siti finiti nel mirino del traffico d’arte.

L’assenza di custodia e protezione in questi luoghi, dovuta alle turbolenze politiche, ha incentivato sciacallaggi e razzie. L’intenzione della direttrice generale dell’Unesco è di varare un coordinamento tra tutte le organizzazioni specializzate come l’Icomos (Consiglio internazionale dei siti storici e monumenti), l’Icom (Consiglio Internazionale dei Musei), e la stessa Iccrom (il consiglio internazionale dell’Unesco sulla conservazione dei siti storici) per far scattare interventi di vigilanza appena la situazione lo consentirà.

L’appello arriva a qualche giorno di distanza dall’intervento di Al Amin, ministro della cultura libico che durante una conferenza stampa a Tripoli, ha promesso la formazione di centinaia di persone nel campo dei beni culturali e per la tutela dei siti archeologici. Nell’incontro il ministro ha anche confermato l’avvio nei mesi scorsi di un progetto di formazione di polizia turistica, polizia di confine e dogana, sostenuto dall’Unesco.


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