Quello che Vasari definì “Il pavimento più bello, grande e magnifico”
Il pavimento figurato del duomo di Siena scoperto fino a ottobre
Duomo di Siena
La redazione
18/08/2013
Siena - Fino a fine ottobre la cattedrale di Siena scopre il suo straordinario pavimento marmoreo. Quello che Vasari definì “il pavimento più bello, grande e magnifico”. Cinquemila metri quadri di decorazioni realizzate con la tecnica del commesso marmoreo e disegnate tra il Trecento e l’Ottocento da prestigiosi artisti quali Beccafumi, Sassetta e Pinturicchio.
Lo scorso anno sono stati 350.000 i visitatori: “Credo che sia l’unico esempio al mondo di pavimento a commesso marmoreo - dichiara il Rettore dell'Opera Metropolitana di Siena, Mario Lorenzoni, in un'intervista a Radio Vaticana - Non si tratta quindi dei soliti mosaici. Le figure sono un’altra cosa straordinaria, perché su tutto il pavimento non c’è una singola scena del Nuovo Testamento".
Nelle tre navate l’itinerario si snoda attraverso temi dell’antichità classica e pagana: la Lupa che allatta Romolo e Remo, l’egiziano Ermete Trismegisto, le dieci Sibille, i filosofi Socrate, Cratete, Aristotele e Seneca. Nel transetto e nel coro si narra invece la storia del popolo ebraico, le vicende della salvezza compiuta e realizzata dalla figura del Cristo, costantemente evocato e mai rappresentato nel pavimento, ma presente sull’altare, verso cui converge l’itinerario artistico e religioso.
Nel periodo della scopertura si svelerà anche la parte disegnata da Domenico Beccafumi che qui perfezionò la tecnica del commesso marmoreo tanto da ottenere risultati di luci e ombre, assimilabili al chiaro-scuro del disegno.
Lo scorso anno sono stati 350.000 i visitatori: “Credo che sia l’unico esempio al mondo di pavimento a commesso marmoreo - dichiara il Rettore dell'Opera Metropolitana di Siena, Mario Lorenzoni, in un'intervista a Radio Vaticana - Non si tratta quindi dei soliti mosaici. Le figure sono un’altra cosa straordinaria, perché su tutto il pavimento non c’è una singola scena del Nuovo Testamento".
Nelle tre navate l’itinerario si snoda attraverso temi dell’antichità classica e pagana: la Lupa che allatta Romolo e Remo, l’egiziano Ermete Trismegisto, le dieci Sibille, i filosofi Socrate, Cratete, Aristotele e Seneca. Nel transetto e nel coro si narra invece la storia del popolo ebraico, le vicende della salvezza compiuta e realizzata dalla figura del Cristo, costantemente evocato e mai rappresentato nel pavimento, ma presente sull’altare, verso cui converge l’itinerario artistico e religioso.
Nel periodo della scopertura si svelerà anche la parte disegnata da Domenico Beccafumi che qui perfezionò la tecnica del commesso marmoreo tanto da ottenere risultati di luci e ombre, assimilabili al chiaro-scuro del disegno.
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