A Torino dall'8 maggio al 22 giugno
Alla Galleria Elena Salamon il mondo fluttuante di Hiroshige, Hokusai, Utamaro
Hokusai, Trentasei vedute del Fuji, Le Gru, 1830, nishiki-e, silografia a colori firmata in lastra, 379 x 257 mm
Samantha De Martin
08/05/2019
Torino - Attraverso il suo invito a “fluttuare, fluttuare senza curarsi, allontanando la malinconia", la delicata arte dell’ukiyoe unisce il gusto raffinato per l'eleganza a quello per la ricerca del piacere estetico.
Queste immagini, che hanno stupito e influenzato l’arte occidentale tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento con i loro canoni estetici e l’armonia delle forme, sono al centro di una mostra in programma dall’8 maggio al 22 giugno alla Galleria Elena Salomon di Torino.
Dalle stazioni della Tokaido di Hiroshige alle eleganti figure femminili di Utamaro fino alle vedute del Fuji di Hokusai, il percorso Hiroshige, Hokusai, Utamaro. I Maestri del mondo fluttuante presenta una selezione di circa cento xilografie, delle quali una trentina relative ai paesaggi del maestro Hiroshige e del suo erede artistico, Hiroshige II.
Fiori, animali, corsi d'acqua lasciano il posto a baie e pescatori immersi nella tranquillità della vita del villaggio, in perfetto equilibrio con l’universo. Il continuo fluire delle cascate, i colori del cielo, del mare e della terra vengono declinati in sfumature infinite. La figura della donna, centrale nell’ukiyoe, emerge con forza nei lavori di Utamaro, terzo grande pittore presente in mostra, sublime interprete dell'immagine femminile in quel determinato periodo storico.
È il mistero della femminilità che il maestro cerca di ritrarre, cogliendo i caratteri, le sfumature, le passioni di coloro che vengono ritratte e contemplate mentre sono intente a lavorare la seta.
"Vivere momento per momento, volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri, cantare canzoni, bere sakè, consolarsi dimenticando la realtà, non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsi scoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente dell’acqua: questo io chiamo ukiyo" scriveva nel 1662 Asai Ryoi nei suoi Racconti del mondo fluttuante, valorizzando proprio quei piaceri fuggevoli.
Ed eccoli i piaceri immortalati dal "vecchio pazzo per la pittura" come Hokusai amava definirsi. Le gru sotto il Fuji, Il grande cedro in cui Hokusai inserisce due elementi attinti dalla tradizione occidentale, il senso della prospettiva e la configurazione delle nuvole, e ancora alcune delle più belle tavole delle vedute del Fuji sono solo alcuni esempi dell'arte popolare dell'artista. Sono presenti in mostra a Torino accanto a stampe di lottatori, figure femminili, personaggi grotteschi, fiori, animali, paesaggi, particolari di templi e palazzi, in un vortice di immagini che sembrano prendere vita nella pagina, concepiti dal maestro come semplici manuali di pittura indirizzati ad aspiranti pittori.
Tutte le stampe in galleria sono corredate da schede tecniche redatte alla luce degli studi più recenti e contenenti precise informazioni tratte dai cataloghi ragionati.
Leggi anche:
• Hiroshige, Hokusai, Utamaro. I maestri del mondo fluttuante
• Le poesie a colori di Marc Chagall
Queste immagini, che hanno stupito e influenzato l’arte occidentale tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento con i loro canoni estetici e l’armonia delle forme, sono al centro di una mostra in programma dall’8 maggio al 22 giugno alla Galleria Elena Salomon di Torino.
Dalle stazioni della Tokaido di Hiroshige alle eleganti figure femminili di Utamaro fino alle vedute del Fuji di Hokusai, il percorso Hiroshige, Hokusai, Utamaro. I Maestri del mondo fluttuante presenta una selezione di circa cento xilografie, delle quali una trentina relative ai paesaggi del maestro Hiroshige e del suo erede artistico, Hiroshige II.
Fiori, animali, corsi d'acqua lasciano il posto a baie e pescatori immersi nella tranquillità della vita del villaggio, in perfetto equilibrio con l’universo. Il continuo fluire delle cascate, i colori del cielo, del mare e della terra vengono declinati in sfumature infinite. La figura della donna, centrale nell’ukiyoe, emerge con forza nei lavori di Utamaro, terzo grande pittore presente in mostra, sublime interprete dell'immagine femminile in quel determinato periodo storico.
È il mistero della femminilità che il maestro cerca di ritrarre, cogliendo i caratteri, le sfumature, le passioni di coloro che vengono ritratte e contemplate mentre sono intente a lavorare la seta.
"Vivere momento per momento, volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri, cantare canzoni, bere sakè, consolarsi dimenticando la realtà, non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsi scoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente dell’acqua: questo io chiamo ukiyo" scriveva nel 1662 Asai Ryoi nei suoi Racconti del mondo fluttuante, valorizzando proprio quei piaceri fuggevoli.
Ed eccoli i piaceri immortalati dal "vecchio pazzo per la pittura" come Hokusai amava definirsi. Le gru sotto il Fuji, Il grande cedro in cui Hokusai inserisce due elementi attinti dalla tradizione occidentale, il senso della prospettiva e la configurazione delle nuvole, e ancora alcune delle più belle tavole delle vedute del Fuji sono solo alcuni esempi dell'arte popolare dell'artista. Sono presenti in mostra a Torino accanto a stampe di lottatori, figure femminili, personaggi grotteschi, fiori, animali, paesaggi, particolari di templi e palazzi, in un vortice di immagini che sembrano prendere vita nella pagina, concepiti dal maestro come semplici manuali di pittura indirizzati ad aspiranti pittori.
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