Al Museo Ettore Fico dal 4 ottobre al 14 gennaio

Da Renato Guttuso a Niki de Saint Phalle, l'universo dei tarocchi in mostra a Torino

Niki de Saint Phalle, Temperance, 1997, litografia, 56,5 x 75,5 cm. Courtesy of MEF
 

Samantha De Martin

09/10/2017

Torino - Talvolta bistrattati per la loro presunta funzione divinatoria, i tarocchi hanno lasciato, a partire dal Quattrocento, una significativa traccia nel repertorio artistico e letterario del nostro tempo, tra stampe, antichi mazzi e bozzetti che gli artisti, da Renato Guttuso a Niki de Saint Phalle, hanno voluto riprodurre e riproporre, ammaliati da quell’universo di conoscenze alchemiche e correnti esoteriche antiche.
Al Museo Ettore Fico di Torino (MEF) una mostra, in corso fino al 14 gennaio, ne indaga il misterioso universo attraverso un viaggio “iniziatico” che accompagna il visitatore alla scoperta di una vasta raccolta di carte e opere artistiche provenienti da importanti collezioni private, riunite per la prima volta in occasione dell’esposizione. Carte miniate in oro, utilizzate nelle antiche corti rinascimentali, incisioni, editti, inediti bozzetti di artisti contemporanei caratterizzano questo itinerario coinvolgente che racchiude, tra le opere più significative, alcune carte del mazzo Visconti Sforza miniato in oro da Bonifacio Bembo, i Tarocchini realizzati dall’incisore Giuseppe Maria Mitelli e i rari Tarocchi austriaci della Secessione Viennese.

Partendo dai luoghi in cui vennero realizzati i primi mazzi di Tarocchi, nell’Italia delle corti rinascimentali, la mostra - a cura di Anna Maria Morsucci e realizzata dal museo Ettore Fico con la casa editrice torinese lo Scarabeo - si dipana tra esemplari antichi e moderni, tra i simboli e i significati dei Tarocchi dall’esoterismo fino alla moderna spiritualità, passando attraverso la psicologia e lo storytelling.

Concepite inizialmente per il gioco d’azzardo nelle taverne e come gioco di società nelle corti principesche, le 22 figure allegoriche dette degli Arcani maggiori avevano una funzione esclusivemente didascalica dal momento che offrivano, in forma simbolica, una mappa cosmologica del mondo, fornendo indicazioni di tipo sociale, religioso e morale. Solo in seguito sarebbero state utilizzate, a partire dalla Francia e dall'Inghilterra, in chiave esoterica e cartomantica.

Percorrendo le sale che accolgono la mostra è possibile scorgere tracce di quei movimenti artistici, dalla Pop Art alla Street Art, che, nei secoli, hanno fornito ulteriori declinazioni e interpretazioni dei Tarocchi, ampliando il bagaglio culturale e simbolico che si tramanda da secoli come parte del repertorio iconografico occidentale. Oltre ai mazzi contemporanei opera di Renato Guttuso, di Franco Gentilini ed Emanuele Luzzati, ed ai tarocchi erotici del fumettista Paolo Eleuteri Serpieri, la mostra dedica un’ampia sezione allo scrittore Italo Calvino che nel suo libro di racconti, Il castello dei destini incrociati, aveva impiegato le carte per raccontare le storie di un gruppo di viaggiatori ritrovatisi in un castello.
Allo stesso modo i visitatori saranno invitati a fare esperienza con i Tarocchi e a utilizzare le loro immagini per tessere una storia, un pensiero, un sonetto o anche un fumetto. In questo appassionato ed avvincente viaggio tra la Papessa, il Matto, gli Amanti, l’Appeso e le virtù, non manca una delle maggiori esponenti del Nouveau Réalisme che attraverso i Tarocchi ha omaggiato il piccolo borgo toscano di Capalbio del proprio monumentale “testamento artistico”.
In contemporanea con la mostra dedicata ai tarocchi, il MEF dedica infatti due importanti esposizioni - Antologica e Il Giardino dei Tarocchi - a Niki de Saint Phalle. Della musa ispiratrice di Jean Tinguely verranno riproposti i primi lavori degli anni Cinquanta, le serie delle Nanas e dei Totem oltre alle altre eclettiche statue del Giardino.
Un mondo magico e misterioso popolato da personaggi mostruosi, che offre una rilettura, personale e originale, da parte dell’artista degli arcani maggiori e della loro interpretazione classica.