Alla Reggia di Venaria dal 25 ottobre al 5 febbraio
Paesaggi dell'anima: una grande mostra per riscoprire John Constable
John Constable, Hampstead Heath, with the House called The Salt Box (La brughiera di Hampstead con la casa denominata Saltbox), ca.1819-20, olio su tela I Courtesy La Venaria Reale
Francesca Grego
25/10/2022
Torino - Dalla collaborazione di Fondazione Torino Musei - GAM con la Tate UK, nasce una grande mostra sul maestro del Romanticismo inglese John Constable. Da oggi, martedì 25 ottobre, fino al 5 febbraio 2023 nella Sala delle Arti della residenza sabauda oltre 50 opere ripercorreranno l’intera carriera di uno dei più significativi pittori britannici: dagli schizzi e dai dipinti di piccole dimensioni realizzati en plein air anticipando il metodo degli Impressionisti, ai vasti paesaggi romantici a olio, fino ai ritratti e alle incisioni. In primo piano, i luoghi di affezione dell’artista, che non si allontanò mai dall’amata Inghilterra e ne rappresentò la natura in chiave pittoresca, a partire dai dintorni del villaggio natio di Dedham Vale, nel Suffolk.
A cura di Anne Lyles, John Constable. Paesaggi dell’anima è la secondo tappa dell’indagine sul tema del paesaggio avviata dal museo torinese nel 2021 con l’esposizione Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea. Questa volta la Reggia di Venaria ha scelto di spingersi più lontano e di allargare lo sguardo oltre la Manica, contando sul supporto di un museo che detiene la più importante collezione di opere di Constable esistente al mondo.
"John Constable. Paesaggi dell'anima", Reggia di Venaria. Foto Luigi De Palma I Courtesy La Venaria Reale
“La pittura è solo un altro modo di esprimere un sentimento”, scrisse una volta l’artista a un amico: “Collego la mia infanzia alle rive del fiume Stour. Esse hanno fatto di me un pittore e gliene sono grato”. L’esposizione torinese è un’occasione per ammirare capolavori raramente esposti in Italia, ma anche per apprezzare la grandezza di un artista dall’indole forte e pacata, lontano dall’impeto solitamente associato ai romantici. A differenza William Turner, l’altro gigante del Romanticismo inglese, che esprime sulla tela l’estetica del Sublime, Constable raffigura una natura accogliente e rassicurante, dispensatrice di serenità.
John Constable, The Gleaners, Brighton (Le spigolatrici, Brighton), 1824, olio su carta intelata I Courtesy La Venaria Reale
In sei sezioni la mostra ne ripercorre una vita intera, seguendo il filo dei luoghi amati e ritratti sulla tela. In primo luogo la campagna ridente e rigogliosa del Suffolk dove era il maestro era nato e cresciuto: una regione agricola poco battuta dagli artisti, a eccezione del grande Thomas Gainsborough. Lo seguiamo così nella sua lenta affermazione come pittore e nell’elaborazione di un uso molto personale della tecnica a olio, tra tele piccole e medie dipinte all’aperto e quadri monumentali che necessitavano del lavoro in studio. Dopo la nascita dei suoi sette bambini, il trasferimento a Londra lo costrinse a dipingere tra quattro mura, ma Costable non si perse d’animo: continuò a rappresentare campi, nubi e sentieri alberati, affidandosi a una prodigiosa memoria visiva.
John Constable, A Cornfield (Un campo di grano), 1817. Olio su tela, Tate UK
Ma anche i paesaggi sono destinati a cambiare: le vedute di Hampstead, che allora era un piccolo villaggio alle porte di Londra, le marine di Brighton, dove turisti vestiti alla moda si mescolano ai pescatori, gli scorci della Cattedrale di Salisbury, ci parlano della malattia della moglie, il suo primo grande amore, con cui l’artista aveva costruito una vita felice. Per curare la sua tubercolosi Constable decide di cambiare aria, ma servirà a poco: Mary si spegnerà nel 1828 a soli quarant’anni. A consolarlo dal grande dolore, arriverà finalmente l’agognato riconoscimento di Accademico della Royal Academy, mentre continua a dipingere con pennellate sempre più espressive.
"John Constable. Paesaggi dell'anima", Reggia di Venaria. Foto Costantino Sergi I Courtesy La Venaria Reale
A cura di Anne Lyles, John Constable. Paesaggi dell’anima è la secondo tappa dell’indagine sul tema del paesaggio avviata dal museo torinese nel 2021 con l’esposizione Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea. Questa volta la Reggia di Venaria ha scelto di spingersi più lontano e di allargare lo sguardo oltre la Manica, contando sul supporto di un museo che detiene la più importante collezione di opere di Constable esistente al mondo.
"John Constable. Paesaggi dell'anima", Reggia di Venaria. Foto Luigi De Palma I Courtesy La Venaria Reale
“La pittura è solo un altro modo di esprimere un sentimento”, scrisse una volta l’artista a un amico: “Collego la mia infanzia alle rive del fiume Stour. Esse hanno fatto di me un pittore e gliene sono grato”. L’esposizione torinese è un’occasione per ammirare capolavori raramente esposti in Italia, ma anche per apprezzare la grandezza di un artista dall’indole forte e pacata, lontano dall’impeto solitamente associato ai romantici. A differenza William Turner, l’altro gigante del Romanticismo inglese, che esprime sulla tela l’estetica del Sublime, Constable raffigura una natura accogliente e rassicurante, dispensatrice di serenità.
John Constable, The Gleaners, Brighton (Le spigolatrici, Brighton), 1824, olio su carta intelata I Courtesy La Venaria Reale
In sei sezioni la mostra ne ripercorre una vita intera, seguendo il filo dei luoghi amati e ritratti sulla tela. In primo luogo la campagna ridente e rigogliosa del Suffolk dove era il maestro era nato e cresciuto: una regione agricola poco battuta dagli artisti, a eccezione del grande Thomas Gainsborough. Lo seguiamo così nella sua lenta affermazione come pittore e nell’elaborazione di un uso molto personale della tecnica a olio, tra tele piccole e medie dipinte all’aperto e quadri monumentali che necessitavano del lavoro in studio. Dopo la nascita dei suoi sette bambini, il trasferimento a Londra lo costrinse a dipingere tra quattro mura, ma Costable non si perse d’animo: continuò a rappresentare campi, nubi e sentieri alberati, affidandosi a una prodigiosa memoria visiva.
John Constable, A Cornfield (Un campo di grano), 1817. Olio su tela, Tate UK
Ma anche i paesaggi sono destinati a cambiare: le vedute di Hampstead, che allora era un piccolo villaggio alle porte di Londra, le marine di Brighton, dove turisti vestiti alla moda si mescolano ai pescatori, gli scorci della Cattedrale di Salisbury, ci parlano della malattia della moglie, il suo primo grande amore, con cui l’artista aveva costruito una vita felice. Per curare la sua tubercolosi Constable decide di cambiare aria, ma servirà a poco: Mary si spegnerà nel 1828 a soli quarant’anni. A consolarlo dal grande dolore, arriverà finalmente l’agognato riconoscimento di Accademico della Royal Academy, mentre continua a dipingere con pennellate sempre più espressive.
"John Constable. Paesaggi dell'anima", Reggia di Venaria. Foto Costantino Sergi I Courtesy La Venaria Reale
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