Intervista a Giorgio Galotti, ideatore del progetto in dialogo con il passato della città

Quando l'arte gioca a "DAMA". A Torino un nuovo percorso sul filo del contemporaneo

Palazzo Carignano: FRANCESCO ARENA, Angolo vuoto (Hommage à la mort de Kurt Cobain), 2021 I Courtesy DAMA, l'artista, Galleria Raffaella Cortese e Sprovieri
 

Francesca Grego

30/10/2021

Torino - Passato e futuro, patrimonio storico e fermenti del contemporaneo dialogano vis-à-vis nel cuore di Torino. A una settimana dall’appuntamento di Artissima 2021, DAMA è forse l’evento più interessante cresciuto all’ombra della fiera: un itinerario diffuso e avvolgente che spazia tra sculture, installazioni, fotografie, suoni, video nella cornice di alcuni luoghi simbolo della capitale sabauda. Da Palazzo Carignano a Palazzo Chiablese, fino alle librerie storiche della città, al centro della scena ci sono le opere di artisti diversi per sensibilità e generazione, spesso concepite appositamente per questi spazi carichi di memorie. 
Aperto al pubblico da oggi, sabato 30 ottobre, fino a domenica 7 novembre, negli ultimi cinque anni DAMA si è evoluto passando dall’intimità di dimore private rese accessibili per l’occasione ad ambienti aperti e luoghi chiave della vita culturale cittadina, che per una settimana diventano vetrine del contemporaneo, ma anche palcoscenici di incontri e conversazioni tra operatori, artisti, intellettuali e visitatori. 
Ne parliamo con Giorgio Galotti, gallerista e ideatore del progetto

“L’idea di DAMA mi è venuta alcuni anni fa in occasione di Artissima. Come gallerista desideravo oltrepassare i limiti dello stand tradizionale e riportare l’arte contemporanea dai padiglioni della fiera al centro della città”, racconta.
“DAMA è un progetto nato in stretta connessione con Torino, che ancora oggi a mio parere è sede della settimana dell’arte più interessante in Italia, ma dispone anche di straordinari palazzi che sono il cuore della sua identità. Così ho pensato di coinvolgerli in un nuovo progetto, ispirandomi all’universo utopico delle Città invisibili di Italo Calvino”. 


Libreria La Bussola: ETTORE FAVINI, Ca(med)flage, 2021. TAPPETARO, 2020. Handmade tapestry I Courtesy l'artista

Perché DAMA?
“Il nome Dama gioca con le parole e con il passato di Torino. Evoca lo storico Palazzo Madama, che di fronte a Palazzo Reale ospitava le stanze della regina. In realtà sul retro dell’edificio c’era un carcere, e a Torino si scherzava sul fatto che il re avesse confinato la regina nelle segrete. Ma Dama è anche il gioco da tavolo che tutti conosciamo: non a caso nelle prime edizioni le gallerie partecipanti erano invitate a muoversi in città come su una scacchiera, lavorando sugli spazi che erano stati loro assegnati”. 

Quali sono le novità dell’edizione 2021?

“Quest’anno proponiamo un progetto in gran parte sperimentale, quasi un’edizione zero che preannuncia i nostri propositi per i prossimi anni. Nel 2020 avevamo predisposto un percorso all’interno di Palazzo Chiablese, affiancando alle proposte delle gallerie quello che chiamiamo Live Programme, fatto di performance, video e arte in movimento. L’edizione fu annullata a una settimana dall’apertura causa pandemia. Dopo quest’esperienza siamo ripartiti pensando a qualcosa che non potesse essere sospeso, un percorso diffuso che non dipendesse da un unico polo ma che coinvolgesse luoghi riconosciuti della città, rapportandoci inoltre con il Ministero della Cultura. Il risultato è un itinerario all’aperto che si snoda tra i cortili di Palazzo Carignano e Palazzo Chiablese, per poi raggiungere alcune librerie storiche del centro. Una scelta, quest’ultima, volta a mettere in luce luoghi dall’alto valore culturale che spesso passa inosservato e che hanno molto sofferto per le chiusure dell’ultimo anno”. 


Libreria Gilibert: PAOLO CANEVARI, Monumenti della memoria: Black pages and Paesaggi, 2019. Exhausted motor oil on papers with ancient frames I Courtesy DAMA / Cardi Gallery

Che tipo di esperienza offre DAMA ai visitatori?
“Viste le limitazioni di questo periodo, non abbiamo voluto invitare le gallerie a investire sul progetto, ma abbiamo deciso di puntare direttamente sugli artisti, tutti italiani. Il percorso si articola in sei tappe, cinque delle quali incentrate su un intervento di un unico artista. Il sesto polo, lo store Isola nel quartiere di San Salvario, è un bar ristorante con un’area riservata ai libri e ai vinili. Lì presentiamo un programma video di tre artiste donne, che propongono le loro opere a rotazione”.

Quali sono gli interventi da tenere d’occhio quest’anno?
“Cominciamo da Palazzo Carignano, la sede principale del progetto: un luogo dall’altissimo valore simbolico, che ha ospitato il primo Parlamento del Regno d’Italia e ha visto nascere lo Stato italiano. Nel cortile c’è una scultura abitata da un performer e creata da Francesco Arena appositamente per questo spazio. L’opera ha la forma di un triangolo isoscele, è costruita in legno e all’interno ha pareti laminate nei tre colori primari, rosso, giallo e blu. Il performer siede dentro la scultura e la sua immagine si riflette sulle superfici, attivando l’omaggio di Arena a Kurt Cobain, il leader dei Nirvana, al quale è dedicata l’installazione. Cobain è scomparso nel ’94 e l’artista ha selezionato dei performer nati proprio in quell’anno, in modo che la vita del musicista possa idealmente continuare all’interno della scultura”. 


Palazzo Chiablese: ANDREA NOVIELLO, 'Casa', 2021 I Courtesy DAMA, l'artista e Giorgio Galotti

Che cosa vedremo invece nella corte di Palazzo Chiablese?
“Un’opera a mio parere molto significativa, nonostante la giovane età del suo autore Andrea Noviello, classe 1996. Noviello ha fatto arrivare dalla Germania a Torino un vecchio apiario mobile degli anni Cinquanta che viaggia su ruote gommate. Ha un aspetto un po’ surreale, sembra uno strano vagone ferroviario. Contiene un gran numero di arnie, le casette delle api, che normalmente entrano ed escono a loro piacere attraverso minuscoli fori. Noviello invece vi ha collocato una scultura, la fusione in bronzo di un favo ricevuto da un apicoltore. Questo oggetto rappresenta la consacrazione delle api e della loro esistenza collettiva, che ha un potente valore simbolico anche in relazione al mondo umano. Come una casa abbandonata che torna a vivere, l’alveare di bronzo richiama l’attenzione sulla dimensione sociale della vita di ognuno di noi”. 

DAMA è un progetto fatto di immagini, ma anche di idee e di parole da scoprire in una serie di conversazioni in libreria… Qual è il loro valore?
“Nei programmi delle fiere le conversazioni sono spesso un elemento accessorio. Noi invece siamo partiti proprio dai talk perché volevamo che fossero pienamente integrati nel progetto. Nelle librerie il pubblico troverà tre relatori - Carolyn Christov-Bakargiev, Michele Masneri e Leonardo Caffo - che racconteranno esperienze direttamente collegate con le opere degli artisti in mostra. Per esempio, presso la libreria Luxemburg la direttrice del Museo di Rivoli Carolyn Christov parlerà della sua esperienza a Kabul. Intorno saranno esposti gli scatti di Paolo Pellion, il fotografo dell’Arte Povera da poco scomparso, che in quello stesso periodo fece diversi viaggi in Afghanistan, ritraendo la vita del paese nei suoi reportage”.  

Il programma completo di DAMA 2021 è consultabile sul sito della manifestazione https://it.d-a-m-a.com.  


Libreria Luxemburg: PAOLO PELLION DI PERSANO, 'Afghanistan, 1973–1978' I Courtesy DAMA e Archivio Paolo Pellion di Persano

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