Dal 29 luglio al 31 agosto
Gibellina PhotoRoad
Daesung Lee
Ludovica Sanfelice
30/06/2016
Trapani - Gibellina terra da reinventare
Gibellina ha inscritto nel suo patrimonio genetico il nucleo della rinascita. La sua storia unica si lega ad un’interruzione arrivata nel 1968 insieme al terremoto del Belice che rase al suolo questo piccolo centro collocato su un’altura. La vita riprese a battere poco più a valle quando Gibellina venne riedificata a qualche chilometro dalle proprie spoglie che Alberto Burri con il suo Grande Cretto trasformò nell’opera di land art più estesa del mondo.
Il ruolo dell'arte
Nella città nuova l’arte e la cultura anche d’avanguardia hanno sempre trovato casa. Fin da quando il sindaco di allora si appellò ad artisti ed intellettuali per riportare vita e umanità dove c’era solo cenere. Alla chiamata risposero giganti come Mario Schifano, renato Guttuso, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Alighiero Boetti, Fausto Melotti e Leonardo Sciascia e Gibellina si trasformò in un laborioso studio dove sperimentare e reinventare lo spazio urbano.
Gibellina PhotoRoad
In un contesto tanto straordinario ecco spuntare Gibellina PhotoRoad con il suo programma di 30 mostre, molte delle quali ideate e progettate per interagire con il tessuto circostante con presenze di prim’ordine come Olivo Barbieri, Mimmo Jodice, Letizia Battaglia, Issa Touma; e ancora – nelle giornate inaugurali – incontri, workshop, letture e proiezioni, e la possibilità di assistere agli spettacoli della XXXV edizione delle Orestiadi, il festival che dal 1981 apre il sipario su quanto di meglio il teatro contemporaneo abbia da offrire.
Per la prima edizione, il Festival ruoterà attorno al tema del disordine, una forza dinamica propria di Gibellina che si interroga su questo argomento fin dal giorno del sisma. Lungo i tornanti del caos, tra grandi questioni e rivoluzioni, tra disastri naturali e storie di resistenza, seguendo le curve imprevedibili della creatività contemporanea, strade e piazze si dispongono dunque ad accogliere lavori e allestimenti site specific come Italian quakes and other diseases, ricerca di Barbieri sui disastri naturali e umani che cambiano il paesaggio, o il progetto di video-mapping, Planet A di Danilo Torre, che illuminerà la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, con immagini catturate nello spazio, o ancora i ritratti di Daesung Leerealizzati sull’isola di Ghororama mentre la terra scompare sotto i piedi dei suoi abitanti a causa dei cambiamenti climatici
Solo l’inizio di un lungo e suggestivo elenco di visioni selezionate con maestria e sensibilità sotto la direzione artistica di Arianna Catania.
Dal 29 luglio al 31 agosto. Segnare in agenda.
Gibellina ha inscritto nel suo patrimonio genetico il nucleo della rinascita. La sua storia unica si lega ad un’interruzione arrivata nel 1968 insieme al terremoto del Belice che rase al suolo questo piccolo centro collocato su un’altura. La vita riprese a battere poco più a valle quando Gibellina venne riedificata a qualche chilometro dalle proprie spoglie che Alberto Burri con il suo Grande Cretto trasformò nell’opera di land art più estesa del mondo.
Il ruolo dell'arte
Nella città nuova l’arte e la cultura anche d’avanguardia hanno sempre trovato casa. Fin da quando il sindaco di allora si appellò ad artisti ed intellettuali per riportare vita e umanità dove c’era solo cenere. Alla chiamata risposero giganti come Mario Schifano, renato Guttuso, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Alighiero Boetti, Fausto Melotti e Leonardo Sciascia e Gibellina si trasformò in un laborioso studio dove sperimentare e reinventare lo spazio urbano.
Gibellina PhotoRoad
In un contesto tanto straordinario ecco spuntare Gibellina PhotoRoad con il suo programma di 30 mostre, molte delle quali ideate e progettate per interagire con il tessuto circostante con presenze di prim’ordine come Olivo Barbieri, Mimmo Jodice, Letizia Battaglia, Issa Touma; e ancora – nelle giornate inaugurali – incontri, workshop, letture e proiezioni, e la possibilità di assistere agli spettacoli della XXXV edizione delle Orestiadi, il festival che dal 1981 apre il sipario su quanto di meglio il teatro contemporaneo abbia da offrire.
Per la prima edizione, il Festival ruoterà attorno al tema del disordine, una forza dinamica propria di Gibellina che si interroga su questo argomento fin dal giorno del sisma. Lungo i tornanti del caos, tra grandi questioni e rivoluzioni, tra disastri naturali e storie di resistenza, seguendo le curve imprevedibili della creatività contemporanea, strade e piazze si dispongono dunque ad accogliere lavori e allestimenti site specific come Italian quakes and other diseases, ricerca di Barbieri sui disastri naturali e umani che cambiano il paesaggio, o il progetto di video-mapping, Planet A di Danilo Torre, che illuminerà la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, con immagini catturate nello spazio, o ancora i ritratti di Daesung Leerealizzati sull’isola di Ghororama mentre la terra scompare sotto i piedi dei suoi abitanti a causa dei cambiamenti climatici
Solo l’inizio di un lungo e suggestivo elenco di visioni selezionate con maestria e sensibilità sotto la direzione artistica di Arianna Catania.
Dal 29 luglio al 31 agosto. Segnare in agenda.
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