Ad aprile la riapertura del Museo d’Arte Contemporanea “Ludovico Corrao”

Il MAC di Gibellina rinasce in ricordo del sisma: 400 opere e grandi artisti, da Guttuso a Jodice e Schifano

Mario Schifano, Il Campo di pane, 1984, Smalto su tela, 316 x 216 cm, Gibellina, MAC - Museo d'Arte Contemporanea "Ludovico Corrao"
 

Samantha De Martin

15/01/2021

Trapani - Una storia di rinascita nel segno dell’arte corre dai “Prisenti” cerimoniali realizzati dalle ricamatrici di Gibellina, su disegno di Carla Accardi a Renata Boero, alle macerie racchiuse negli scatti di Mimmo Jodice, Enzo Brai, Letizia Battaglia, in un’epopea del dolore che cerca (e trova) il suo conforto nell’arte.
Nel giorno che ricorda il sisma del Belice, che la notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968 cancellò i centri di Gibellina, Poggioreale, Salaparuta e Montevago, il piccolo centro del trapanese fatto rivivere da Alberto Burri si riappropria della propria memoria, annunciando la riapertura del Museo d’arte Contemporanea "Ludovico Corrao" (MAC).
A fine aprile, dopo sei anni di chiusura al pubblico, il MAC di Gibellina ritornerà alla luce con un nuovo allestimento che ne ridisegna completamente gli spazi, e 400 capolavori, il doppio rispetto alle opere esposte prima della chiusura. Sono solo una piccola parte delle oltre duemila che compongono la collezione di un museo in costante dialogo con il territorio.


Allestimento del MAC - Museo d'Arte Contemporanea "Ludovico Corrao", Gibellina

Suddiviso in otto sezioni che segnano un itinerario espositivo storico-cronologico, dal primo Novecento alle ultime Avanguardie, il nuovo percorso, scandito da sculture, grafiche, fotografie e maquette delle grandi opere di Gibellina Nuova e del Cretto di Burri, racconta una storia contemporanea di rinascita nel segno dell'arte.

Una sala proiezioni, un bookshop specializzato in editoria d’arte e una caffetteria all’interno dello spazio consultazione e della biblioteca arricchiscono l’area, mentre la corte che accompagna all’ingresso del museo diverrà una sezione en plein air.

Se la pandemia lo consentirà, ad aprile i visitatori potranno quindi tornare ad ammirare opere come il Ciclo della natura - le dieci grandi tele dedicate ai bambini di Gibellina da Mario Schifano che, nel 1984 le realizzò sul posto, accanto a La notte di Gibellina di Renato Guttuso, dipinta nel secondo anniversario del sisma, quando mille fiaccole si accesero per ricordare allo Stato le macerie e le baracche - e ancora ai lavori di Fausto Pirandello, Piero Dorazio, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Christo, Emilio Isgrò.


Renato Guttuso, La notte di Gibellina, 1970, Olio su tela, 88.5 x 139 cm, Gibellina, MAC - Museo d'Arte Contemporanea "Ludovico Corrao"

Il dialogo tra Gibellina e il suo museo era iniziato a marzo del 1980, quando il collezionista Nino Soldano incontrò il sindaco Ludovico Corrao, dirottando su Gibellina, che da poco più di dieci anni tentava di rimettersi in piedi, la sua enorme collezione di grafica. Nasceva in quell'anno la prima cellula del Museo d’arte contemporanea di Gibellina, sotto il tratto di Enrico Baj, Corrado Cagli, Pietro Consagra, Mimmo Rotella. Tuttavia, mancando una sede espositiva, le 83 opere della collezione Soldano furono temporaneamente poste nei locali della scuola elementare per essere trasferite, un anno dopo, in un'ala dell'Istituto Comprensivo Papa Giovanni XXIII.


Piero Dorazio, Linx, 1968, Gibellina, MAC - Museo d'Arte Contemporanea "Ludovico Corrao"

A distanza di oltre trent'anni, tra alterne vicende e dopo l'ultima chiusura per ristrutturazione con fondi comunitari durata sei anni, il museo civico è pronto adesso per essere riconsegnato alla sua comunità.


Allestimento del MAC - Museo d'Arte Contemporanea "Ludovico Corrao", Gibellina

 Leggi anche:
• La ferita della bellezza: Alberto Burri e il grande Cretto di Gibellina
• Dal museo alla strada: la fotografia partecipativa protagonista del Gibellina Photoroad