Fino 14 febbraio al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Al Mart la spiritualità contemporanea di Caravaggio dialoga con Burri e Pasolini
Caravaggio. Il contemporaneo, Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, 9 ottobre 2020 - 5 aprile 2021 | Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571 - 1610), Seppellimento di Santa Lucia, 1608 circa, Patrimonio del Fondo Edifici di Culto, Amministrato dal Ministero dell’Interno - Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione - Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto | Courtesy of Mart - Museo
Samantha De Martin
09/10/2020
Trento - Una suggestiva liaison concettuale, corroborata dalla contemporaneità spirituale caravaggesca, unisce il Seppellimento di Santa Lucia del Merisi, i sacchi di Alberto Burri e Pier Paolo Pasolini.
La più antica opera siciliana di Caravaggio, gioiello della Chiesa di Santa Lucia alla Badia di Siracusa, dove normalmente è conservata, arriva al Mart, in occasione della mostra Caravaggio. Il contemporaneo, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e in corso a Rovereto da oggi, 9 ottobre, fino al 14 febbraio.
L’antico dipinto custodito in Sicilia, e purtroppo anche il più logorato, realizzato dal pittore successivamente all'ottobre del 1608, dopo la rocambolesca evasione dal carcere di Malta e dopo l'arrivo a Siracusa, restituisce una scena drammatica. Due enormi becchini in primo piano, i carnefici di Santa Lucia, sono intenti a scavare la fossa che accoglierà il corpo della santa, mentre lo sfondo, rotto da un arco cieco, accoglie gli astanti al funerale, fortemente rimpiccioliti, con il vescovo in testa, a dare l'estrema unzione alla martire decapitata. La luce, non più orientata e uniforme come nelle opere del periodo romano di Caravaggio, appare più drammatica, “sanguigna”, con i tragici guizzi che quasi cancellano le figure, ad esaltare la potenza della scena.
Alberto Burri (1915 - 1995), Ferro SP, 1961, Roma, Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea | Courtesy of Ministero per I Beni Culturali e Ambientali e del Turismo e Mart - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
Accanto alla tela, seguendo suggestivi percorsi concettuali, il Mart propone una selezione di opere di Alberto Burri, dal Sacco combustione (1952-1958), opera del Mart, a Plastica, 1963, da Collezione privata svizzera, da Rosso e nero, (1954) a Sacco (1953). In mostra ritroviamo anche le opere dell'artista Nicola Verlato e del fotografo Massimo Siragusa e un capolavoro di Cagnaccio di San Pietro intitolato I naufraghi, 1934, dove la posizione del personaggio a terra ricorda proprio quella di Santa Lucia.
C’è poi una serie di cinque fotografie di Dino Pedriali del 1975 dalla Collezione Alda Fendi e il Ritrovamento del corpo di Pasolini, 2020 di Nicola Verlato (Verona, 1965), un omaggio allo scrittore ucciso nella notte tra il 1º e il 2 novembre 1975 dopo essere stato percosso brutalmente e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia, non lontano da Roma.
Cagnaccio di San Pietro, I naufraghi, 1934 Mart, Collezione VAF-Stiftung | Courtesy Mart
Cosa unisce Caravaggio, Burri, Pasolini?
“A legare i tre - spiega Sgarbi - è un nesso concettuale, una connessione tra il senso di morte, di disfacimento, di forma che si dissolve, presente nell’opera di Burri e nel Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio. Nel Seppellimento la pittura si è consunta. Soprattutto nella parte inferiore della tela si coglie il senso della forma che si sgretola diventando la "non forma" di Burri. In alcuni punti il colore è talmente sgranato che la tela riemerge e l’effetto del sacco è ancora più evidente”.
Come spiega Sgarbi “Santa Lucia diventa pura materia e le foto del cadavere di Pasolini consentono di creare una consonanza tra il dramma della santa e quello dello scrittore".
Il dipinto di Caravaggio diventa dal canto suo un quadro concettuale che dimostra un teorema del quale troviamo esplicazione tutto intorno, nell’allestimento della mostra.
Un senso di morte, di malattia - drammaticamente caro al nostro tempo - attraversa il dipinto percorso da quelle istanze “apocalittiche” tipiche dell’arte del Novecento rappresentata da Burri con i suoi sacchi e i cretti.
Attraverso la proposta di diversi livelli di dialogo possibili, l’esposizione sottolinea l'attualità spirituale di Caravaggio che trova conferma in una selezione di opere e fotografie contemporanee.
I “Ragazzi di vita” di Caravaggio
Un altro collegamento presente in mostra è tra il Seppellimento di Santa Lucia e il filone neorealista che trova in Pasolini uno dei suoi massimi interpreti. Lo scrittore aveva conosciuto la pittura di Caravaggio attraverso il suo maestro, Roberto Longhi.
“Caravaggio - commenta Sgarbi - dovette affascinare a tal punto Pasolini che tutta la vita dello scrittore è un transfer, un ripercorrere l’esistenza caravaggesca, partendo dal nord e arrivando a Roma, dove trova i ragazzi di vita, quei personaggi che si riflettono nei protagonisti dei dipinti di Caravaggio, appena arrivato a Roma. Nel dipinto di Berlino, Amor vincit omnia, ad esempio, Amore vincitore sembra Pelosi, se invece guardiamo al Bacchino malato intravediamo Franco Gizzi, e ancora il Fanciullo con canestro di frutta non può non ricordare Ninetto Davoli. Si tratta di una ricostruzione visionaria voluta nella mente di Pasolini”.
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Amor vincit Omnia, 1602-1603, olio su tela, 113 x 156 cm, Vienna, Gemäldegalerie
Il pubblico è invitato a cogliere le analogie tra il corpo straziato dello scrittore e quello di Santa Lucia che occupa la parte inferiore del dipinto di Caravaggio, il punto più ammalorato della tela. Diventa terra, fango, polvere e non più pittura.
Il capolavoro di Caravaggio si “sdoppia” grazie alla tecnologia
Nell'esposizione del Mart il capolavoro di Caravaggio si sdoppia e, come in un gioco di specchi, le opere esposte diventano due. Una è l'originale, l'altra una fedelissima replica realizzata con tecnologie rivoluzionarie da Factum Arte e Factum Fondazione.
“La fedeltà della riproduzione è tale da ingannare anche l’occhio più esperto” assicura Sgarbi. Il Seppellimento “autentico” resterà al Mart fino al 4 dicembre, per poi ritornare a Siracusa dove è atteso per i festeggiamenti della Patrona della città, il 13 dicembre, mentre la mostra proseguirà a Rovereto fino al 14 febbraio 2021, accompagnata da un ricco palinsesto di eventi tra spettacoli e performance.
In attesa di Raffaello e Canova
La mostra Caravaggio. Il contemporaneo si inserisce nel filone della programmazione del Mart incentrata sul confronto tra classico e contemporaneo, inaugurato dal dialogo tra Berbardo Strozzi e Yves Klein, e che proseguirà, fino al 2022 con altri due grandi maestri classici. Si tratta di Raffaello e Canova, protagonisti di un dialogo rispettivamente con Picasso e Robert Mapplethorpe.
Leggi anche:
• Da Bernardo Strozzi a Yves Klein. L'autunno caldo del Mart in attesa di Caravaggio
La più antica opera siciliana di Caravaggio, gioiello della Chiesa di Santa Lucia alla Badia di Siracusa, dove normalmente è conservata, arriva al Mart, in occasione della mostra Caravaggio. Il contemporaneo, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e in corso a Rovereto da oggi, 9 ottobre, fino al 14 febbraio.
L’antico dipinto custodito in Sicilia, e purtroppo anche il più logorato, realizzato dal pittore successivamente all'ottobre del 1608, dopo la rocambolesca evasione dal carcere di Malta e dopo l'arrivo a Siracusa, restituisce una scena drammatica. Due enormi becchini in primo piano, i carnefici di Santa Lucia, sono intenti a scavare la fossa che accoglierà il corpo della santa, mentre lo sfondo, rotto da un arco cieco, accoglie gli astanti al funerale, fortemente rimpiccioliti, con il vescovo in testa, a dare l'estrema unzione alla martire decapitata. La luce, non più orientata e uniforme come nelle opere del periodo romano di Caravaggio, appare più drammatica, “sanguigna”, con i tragici guizzi che quasi cancellano le figure, ad esaltare la potenza della scena.
Alberto Burri (1915 - 1995), Ferro SP, 1961, Roma, Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea | Courtesy of Ministero per I Beni Culturali e Ambientali e del Turismo e Mart - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
Accanto alla tela, seguendo suggestivi percorsi concettuali, il Mart propone una selezione di opere di Alberto Burri, dal Sacco combustione (1952-1958), opera del Mart, a Plastica, 1963, da Collezione privata svizzera, da Rosso e nero, (1954) a Sacco (1953). In mostra ritroviamo anche le opere dell'artista Nicola Verlato e del fotografo Massimo Siragusa e un capolavoro di Cagnaccio di San Pietro intitolato I naufraghi, 1934, dove la posizione del personaggio a terra ricorda proprio quella di Santa Lucia.
C’è poi una serie di cinque fotografie di Dino Pedriali del 1975 dalla Collezione Alda Fendi e il Ritrovamento del corpo di Pasolini, 2020 di Nicola Verlato (Verona, 1965), un omaggio allo scrittore ucciso nella notte tra il 1º e il 2 novembre 1975 dopo essere stato percosso brutalmente e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia, non lontano da Roma.
Cagnaccio di San Pietro, I naufraghi, 1934 Mart, Collezione VAF-Stiftung | Courtesy Mart
Cosa unisce Caravaggio, Burri, Pasolini?
“A legare i tre - spiega Sgarbi - è un nesso concettuale, una connessione tra il senso di morte, di disfacimento, di forma che si dissolve, presente nell’opera di Burri e nel Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio. Nel Seppellimento la pittura si è consunta. Soprattutto nella parte inferiore della tela si coglie il senso della forma che si sgretola diventando la "non forma" di Burri. In alcuni punti il colore è talmente sgranato che la tela riemerge e l’effetto del sacco è ancora più evidente”.
Come spiega Sgarbi “Santa Lucia diventa pura materia e le foto del cadavere di Pasolini consentono di creare una consonanza tra il dramma della santa e quello dello scrittore".
Il dipinto di Caravaggio diventa dal canto suo un quadro concettuale che dimostra un teorema del quale troviamo esplicazione tutto intorno, nell’allestimento della mostra.
Un senso di morte, di malattia - drammaticamente caro al nostro tempo - attraversa il dipinto percorso da quelle istanze “apocalittiche” tipiche dell’arte del Novecento rappresentata da Burri con i suoi sacchi e i cretti.
Attraverso la proposta di diversi livelli di dialogo possibili, l’esposizione sottolinea l'attualità spirituale di Caravaggio che trova conferma in una selezione di opere e fotografie contemporanee.
I “Ragazzi di vita” di Caravaggio
Un altro collegamento presente in mostra è tra il Seppellimento di Santa Lucia e il filone neorealista che trova in Pasolini uno dei suoi massimi interpreti. Lo scrittore aveva conosciuto la pittura di Caravaggio attraverso il suo maestro, Roberto Longhi.
“Caravaggio - commenta Sgarbi - dovette affascinare a tal punto Pasolini che tutta la vita dello scrittore è un transfer, un ripercorrere l’esistenza caravaggesca, partendo dal nord e arrivando a Roma, dove trova i ragazzi di vita, quei personaggi che si riflettono nei protagonisti dei dipinti di Caravaggio, appena arrivato a Roma. Nel dipinto di Berlino, Amor vincit omnia, ad esempio, Amore vincitore sembra Pelosi, se invece guardiamo al Bacchino malato intravediamo Franco Gizzi, e ancora il Fanciullo con canestro di frutta non può non ricordare Ninetto Davoli. Si tratta di una ricostruzione visionaria voluta nella mente di Pasolini”.
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Amor vincit Omnia, 1602-1603, olio su tela, 113 x 156 cm, Vienna, Gemäldegalerie
Il pubblico è invitato a cogliere le analogie tra il corpo straziato dello scrittore e quello di Santa Lucia che occupa la parte inferiore del dipinto di Caravaggio, il punto più ammalorato della tela. Diventa terra, fango, polvere e non più pittura.
Il capolavoro di Caravaggio si “sdoppia” grazie alla tecnologia
Nell'esposizione del Mart il capolavoro di Caravaggio si sdoppia e, come in un gioco di specchi, le opere esposte diventano due. Una è l'originale, l'altra una fedelissima replica realizzata con tecnologie rivoluzionarie da Factum Arte e Factum Fondazione.
“La fedeltà della riproduzione è tale da ingannare anche l’occhio più esperto” assicura Sgarbi. Il Seppellimento “autentico” resterà al Mart fino al 4 dicembre, per poi ritornare a Siracusa dove è atteso per i festeggiamenti della Patrona della città, il 13 dicembre, mentre la mostra proseguirà a Rovereto fino al 14 febbraio 2021, accompagnata da un ricco palinsesto di eventi tra spettacoli e performance.
In attesa di Raffaello e Canova
La mostra Caravaggio. Il contemporaneo si inserisce nel filone della programmazione del Mart incentrata sul confronto tra classico e contemporaneo, inaugurato dal dialogo tra Berbardo Strozzi e Yves Klein, e che proseguirà, fino al 2022 con altri due grandi maestri classici. Si tratta di Raffaello e Canova, protagonisti di un dialogo rispettivamente con Picasso e Robert Mapplethorpe.
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