Dal 1° febbraio visite quotidiane
Apre al pubblico la Domus di Tito Macro, gioiello di Aquileia romana
Ricostruzioni 3D realizzate a cura della Fondazione Aquileia. Ambiente Porticato del giardino Domus di Tito Macro
Francesca Grego
31/01/2023
Udine - Splendidi mosaici, un’affascinante stratificazione storica e un progetto di musealizzazione che consente di immaginarla così com’era caratterizzano la Domus di Tito Macro, tra le più vaste dimore di epoca romana rinvenute nel Nord Italia. Da domani, mercoledì 1° febbraio, potremo ammirarla tutti i giorni all’interno della ricca area archeologica di Aquileia. Dalle 10 alle 16 durante la settimana e fino alle 17 il sabato, la domenica e nei giorni festivi, la domus svelerà i suoi segreti in turni di visita disponibili ogni 30 minuti. Con la bella stagione gli orari si faranno ancora più invitanti: da marzo a ottobre il monumento sarà accessibile dalle 10 alle 18, mentre in estate l’orario di visita si prolungherà ulteriormente fino alle 19.
Domus di Tito Macro, Aquileia
Scoperto negli anni Cinquanta del Novecento, questo tesoro dell’Aquileia romana è stato solo recentemente portato alla luce nella sua interezza: tra il 2009 e il 2015 gli scavi condotti dagli archeologi dell’Università di Padova in collaborazione con Fondazione Aquileia svelarono, a breve distanza da Piazza Capitolo e dunque in pieno centro cittadino, una dimora di ben 1.700 metri quadrati, con tanto di decorazioni. L’iscrizione rinvenuta su un peso di pietra non lasciava dubbi: la casa doveva essere appartenuta a Tito Macro, facoltoso cittadino di Aquileia a giudicare dall’estensione e dalla ricchezza dell’edificio.
Domus di Tito Macro, atrio © Fondazione Aquileia / Nikon / Nudesign
Quattro secoli di storia si raccontano tra le mura della domus, che nel tempo subì numerose trasformazioni: all’origine, nel I secolo d.C., possiamo immaginare una piccola abitazione, in seguito inglobata nella sontuosa residenza di Tito Macro, che per realizzare il suo progetto dovette probabilmente acquisire una casa adiacente. Nacque così il ricco complesso che ammiriamo oggi: l’elegante atrio di ingresso sorretto da colonne, con il pozzo e la vasca per la raccolta dell’acqua; il tablinum - lussuosa sala da ricevimento - adorno di mosaici; il giardino circondato da un corridoio anch’esso mosaicato e decorato da una fontana, attorno al quale si sviluppano le stanze, dal cubiculum (la camera da letto) al triclinium (il soggiorno), fino alla cucina che conserva ancora il bancone in muratura.
Mosaico del “Buon pastore dall’abito singolare”, domus di Tito Macro dei fondi Cossar (© Gianluca Baronchelli)
Negli anni, il territorio di Aquileia ha restituito circa 800 pavimenti musivi, ma non era mai successo di trovarne tanti in una stessa abitazione: nella Domus di Tito Macro possiamo ripercorrere l’evoluzione dei rinomati mosaici aquilieiesi dai motivi geometrici in bianco e nero fino alle elaborate scene di caccia e di pesca in voga nel III e nel IV secolo.
Dal 2020 un progetto di valorizzazione con pochi eguali in Europa consente ai visitatori di conoscere e apprezzare queste straordinarie testimonianze in modo immediato ed efficace: la copertura necessaria a preservare i mosaici simula i volumi dell’antica dimora, seguendone la planimetria, ricostruendo l’articolazione degli ambienti e valorizzando la bellezza della grande casa romana.
Operazioni di pulitura del mosaico del Cervo datato II - III sec. d.C - Domus di Tito Macro, Aquileia
Leggi anche:
• Ad Aquileia un anno nel segno dell'archeologia
• Ad Aquileia brilla la Domus di Tito Macro: cinque secoli di storia in una dimora senza precedenti
• Passeggiata alla scoperta di Aquileia: dieci tesori da non perdere
Domus di Tito Macro, Aquileia
Scoperto negli anni Cinquanta del Novecento, questo tesoro dell’Aquileia romana è stato solo recentemente portato alla luce nella sua interezza: tra il 2009 e il 2015 gli scavi condotti dagli archeologi dell’Università di Padova in collaborazione con Fondazione Aquileia svelarono, a breve distanza da Piazza Capitolo e dunque in pieno centro cittadino, una dimora di ben 1.700 metri quadrati, con tanto di decorazioni. L’iscrizione rinvenuta su un peso di pietra non lasciava dubbi: la casa doveva essere appartenuta a Tito Macro, facoltoso cittadino di Aquileia a giudicare dall’estensione e dalla ricchezza dell’edificio.
Domus di Tito Macro, atrio © Fondazione Aquileia / Nikon / Nudesign
Quattro secoli di storia si raccontano tra le mura della domus, che nel tempo subì numerose trasformazioni: all’origine, nel I secolo d.C., possiamo immaginare una piccola abitazione, in seguito inglobata nella sontuosa residenza di Tito Macro, che per realizzare il suo progetto dovette probabilmente acquisire una casa adiacente. Nacque così il ricco complesso che ammiriamo oggi: l’elegante atrio di ingresso sorretto da colonne, con il pozzo e la vasca per la raccolta dell’acqua; il tablinum - lussuosa sala da ricevimento - adorno di mosaici; il giardino circondato da un corridoio anch’esso mosaicato e decorato da una fontana, attorno al quale si sviluppano le stanze, dal cubiculum (la camera da letto) al triclinium (il soggiorno), fino alla cucina che conserva ancora il bancone in muratura.
Mosaico del “Buon pastore dall’abito singolare”, domus di Tito Macro dei fondi Cossar (© Gianluca Baronchelli)
Negli anni, il territorio di Aquileia ha restituito circa 800 pavimenti musivi, ma non era mai successo di trovarne tanti in una stessa abitazione: nella Domus di Tito Macro possiamo ripercorrere l’evoluzione dei rinomati mosaici aquilieiesi dai motivi geometrici in bianco e nero fino alle elaborate scene di caccia e di pesca in voga nel III e nel IV secolo.
Dal 2020 un progetto di valorizzazione con pochi eguali in Europa consente ai visitatori di conoscere e apprezzare queste straordinarie testimonianze in modo immediato ed efficace: la copertura necessaria a preservare i mosaici simula i volumi dell’antica dimora, seguendone la planimetria, ricostruendo l’articolazione degli ambienti e valorizzando la bellezza della grande casa romana.
Operazioni di pulitura del mosaico del Cervo datato II - III sec. d.C - Domus di Tito Macro, Aquileia
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