Il 21 maggio il convegno dell’Università di Udine con Fondazione Aquileia
Guerra e patrimonio culturale: se ne discute a Udine
Mosul distrutta dai bombardamenti. Courtesy Fondazione Aquileia
Francesca Grego
16/05/2018
Udine - Dai Buddha di Bamyan alle rovine di Palmira, la distruzione di importanti patrimoni storici nelle aree di guerra conquista sempre più spesso la ribalta dei media internazionali. Raramente si tratta di danni casuali, molto più spesso del frutto di una precisa volontà di cancellare le memorie del passato e le identità che da queste ultime traggono ancora linfa vitale; di escludere la possibilità stessa di riferimenti alternativi rispetto alle verità e alle narrazioni della storia sostenute da un regime o da una fazione in lotta. Siria, Iraq, Afghanistan, Yemen, Mali, Libia e Tunisia sono stati negli ultimi anni gli epicentri di devastazioni di portata preoccupante.
Per fare il punto della situazione ed elaborare strategie di risposta, martedì 21 maggio l’Università di Udine ospiterà una giornata di studi dal titolo “La distruzione del patrimonio culturale dell’umanità. Da crimine di guerra a genocidio culturale”. Organizzato dal DIUM – il dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’ateneo friulano – in collaborazione con Fondazione Aquileia, nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale il convegno presenterà i contributi offerti dall’Italia, in particolare in Iraq, alla ricostruzione e alla protezione dei beni minacciati e indagherà sul legame esistente tra le azioni contro il patrimonio e il genocidio culturale come crimine contro l’umanità.
Spazio dunque a temi e strumenti del diritto internazionale, ma anche all’analisi di case-history, a una ricognizione sui precedenti storici della questione e al dibattito sulle responsabilità di paesi terzi e istituzioni internazionali.
Ricco e autorevole il panel dei relatori, a partire da Tim Slade, regista e produttore del documentario “The Destruction of Memory”, un’indagine sulla “guerra contro la cultura” e sull’ondata distruttiva abbattutasi sui siti dell’antica Mesopotamia, la “culla della civiltà”. Insieme a lui il professor Paolo Matthiae (Università della Sapienza di Roma e Accademia dei Lincei), lo storico Marcello Flores, i docenti Serena Giusti (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), Antonia Arslan (Università di Padova), Daniele Morandi Bonacossi (Università di Udine), il direttore del DIUM di Udine Andrea Zannini e il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, e naturalmente l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi, presidente di Fondazione Aquileia, che dal 2016 ha intrapreso un percorso di informazione e sensibilizzazione sui danni perpetrati dal terrorismo fondamentalista nel Vicino Oriente. Tra le iniziative della Fondazione, l’Aquileia Film Festival e il ciclo di mostre intitolato Archeologia ferita, che ha portato in Italia opere d’arte provenienti da musei e siti archeologici colpiti dagli attacchi.
“Aquileia, la grande città romana che un tempo ebbe da 100 a 200 mila abitanti - spiega Zanardi Landi - porta in sé i segni di un'opera di distruzione radicale e sistematica, tanto che sono oggi principalmente i pavimenti musivi di quelle che erano case, ville, edifici pubblici e basiliche a portarci i messaggi culturali ricchissimi che erano propri di quella comunità vivace, multiculturale e proiettata verso Oriente e verso il Mediterraneo. Ci è parso il luogo ideale per avviare 'Archeologia Ferita' con l'obiettivo di mantenere vivo e dibattuto il ricordo degli incommensurabili danni portati in questi anni al patrimonio culturale del Vicino Oriente e dell'Africa Settentrionale e per far comprendere come queste distruzioni tocchino la nostra stessa identità culturale di europei”.
Media e mondo accademico si sono rivelati sensibili all’argomento e anche la Fondazione Museo Egizio di Torino si è proficuamente inserita nel dibattito: “A fine maggio – anticipa Zanardi Landi – la Fondazione Aquileia sarà lieta ed onorata di partecipare ad una due giorni intitolata 'Anche le statue muoiono' che si terrà a Torino” contestualmente a un ampio evento espositivo distribuito in tre sedi –il Museo Egizio, i Musei Reali e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – in collaborazione con il Centro Scavi dell’Ateneo piemontese.
E mentre Fondazione Aquileia si impegna nella diffusione di nuove consapevolezze anche in Nord Africa, con la promozione del film di Tim Slade e di altri documentari in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura, il DIUM dell’Università di Udine annuncia un importante progetto a sostegno della biblioteca universitaria di Mosul, distrutta dall’Isis insieme a un milione di volumi, inclusi preziosi libri antichi. “Bayt al-Hikma – Reconstituting Mosul University’s Library” si propone di creare un nuovo fondo librario per l’ateneo iracheno raccogliendo attraverso donazioni in italia e all’estero opere riguardanti l’archeologia orientale, la letteratura e la storia dell’arte italiane. Un’iniziativa che corona un percorso più che ventennale: dal 1994, infatti, il DIUM è impegnato nella ricerca archeologica e nella documentazione, tutela e valorizzazione dei patrimoni culturali di Siria e Iraq.
Leggi anche:
• La distruzione della memoria all’Aquileia Film Festival
• Appuntamento al cinema per parlare di archeologia
• Volti di Palmira: in mostra le meraviglie della “Sposa del Deserto”
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Per fare il punto della situazione ed elaborare strategie di risposta, martedì 21 maggio l’Università di Udine ospiterà una giornata di studi dal titolo “La distruzione del patrimonio culturale dell’umanità. Da crimine di guerra a genocidio culturale”. Organizzato dal DIUM – il dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’ateneo friulano – in collaborazione con Fondazione Aquileia, nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale il convegno presenterà i contributi offerti dall’Italia, in particolare in Iraq, alla ricostruzione e alla protezione dei beni minacciati e indagherà sul legame esistente tra le azioni contro il patrimonio e il genocidio culturale come crimine contro l’umanità.
Spazio dunque a temi e strumenti del diritto internazionale, ma anche all’analisi di case-history, a una ricognizione sui precedenti storici della questione e al dibattito sulle responsabilità di paesi terzi e istituzioni internazionali.
Ricco e autorevole il panel dei relatori, a partire da Tim Slade, regista e produttore del documentario “The Destruction of Memory”, un’indagine sulla “guerra contro la cultura” e sull’ondata distruttiva abbattutasi sui siti dell’antica Mesopotamia, la “culla della civiltà”. Insieme a lui il professor Paolo Matthiae (Università della Sapienza di Roma e Accademia dei Lincei), lo storico Marcello Flores, i docenti Serena Giusti (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), Antonia Arslan (Università di Padova), Daniele Morandi Bonacossi (Università di Udine), il direttore del DIUM di Udine Andrea Zannini e il Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, e naturalmente l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi, presidente di Fondazione Aquileia, che dal 2016 ha intrapreso un percorso di informazione e sensibilizzazione sui danni perpetrati dal terrorismo fondamentalista nel Vicino Oriente. Tra le iniziative della Fondazione, l’Aquileia Film Festival e il ciclo di mostre intitolato Archeologia ferita, che ha portato in Italia opere d’arte provenienti da musei e siti archeologici colpiti dagli attacchi.
“Aquileia, la grande città romana che un tempo ebbe da 100 a 200 mila abitanti - spiega Zanardi Landi - porta in sé i segni di un'opera di distruzione radicale e sistematica, tanto che sono oggi principalmente i pavimenti musivi di quelle che erano case, ville, edifici pubblici e basiliche a portarci i messaggi culturali ricchissimi che erano propri di quella comunità vivace, multiculturale e proiettata verso Oriente e verso il Mediterraneo. Ci è parso il luogo ideale per avviare 'Archeologia Ferita' con l'obiettivo di mantenere vivo e dibattuto il ricordo degli incommensurabili danni portati in questi anni al patrimonio culturale del Vicino Oriente e dell'Africa Settentrionale e per far comprendere come queste distruzioni tocchino la nostra stessa identità culturale di europei”.
Media e mondo accademico si sono rivelati sensibili all’argomento e anche la Fondazione Museo Egizio di Torino si è proficuamente inserita nel dibattito: “A fine maggio – anticipa Zanardi Landi – la Fondazione Aquileia sarà lieta ed onorata di partecipare ad una due giorni intitolata 'Anche le statue muoiono' che si terrà a Torino” contestualmente a un ampio evento espositivo distribuito in tre sedi –il Museo Egizio, i Musei Reali e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – in collaborazione con il Centro Scavi dell’Ateneo piemontese.
E mentre Fondazione Aquileia si impegna nella diffusione di nuove consapevolezze anche in Nord Africa, con la promozione del film di Tim Slade e di altri documentari in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura, il DIUM dell’Università di Udine annuncia un importante progetto a sostegno della biblioteca universitaria di Mosul, distrutta dall’Isis insieme a un milione di volumi, inclusi preziosi libri antichi. “Bayt al-Hikma – Reconstituting Mosul University’s Library” si propone di creare un nuovo fondo librario per l’ateneo iracheno raccogliendo attraverso donazioni in italia e all’estero opere riguardanti l’archeologia orientale, la letteratura e la storia dell’arte italiane. Un’iniziativa che corona un percorso più che ventennale: dal 1994, infatti, il DIUM è impegnato nella ricerca archeologica e nella documentazione, tutela e valorizzazione dei patrimoni culturali di Siria e Iraq.
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