Dal 28 settembre al Centro Candiani
Matisse e la luce del Mediterraneo in arrivo a Mestre
Henri Matisse, Odalisca gialla, 1937, cm 55.2 × 46. Olio su tela, inv. 1967-30-57, Philadelphia Museum of Art, The Samuel S. White 3rd and Vera White Collection, 1967
Francesca Grego
12/07/2024
Venezia - Luce, colore e l’arte di un grande maestro del Novecento: sono gli ingredienti della prossima mostra al Centro Culturale Candiani di Mestre, dedicata all’opera di Henri Matisse. Arriveranno dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia, ma anche dal Philadelphia Museum of Art, dal Centre Pompidou di Parigi, dal Museo del Novecento di Milano, dalla Nàrodnì Galerie di Praga, dal Musée des Beaux-Arts di Nancy gli oltre 50 capolavori scelti dalla curatrice Elisabetta Barisoni per rendere omaggio al celebre protagonista dell’avanguardia. In programma dal 28 settembre 2024 al 4 marzo 2025, Matisse e la luce del Mediterraneo si presenta come un viaggio attraverso i suoi capolavori e gli ambienti che li ispirarono, tra le luminose atmosfere del Sud, punti geografici e luoghi dell’anima, teatri di vicende artistiche fondamentali per l’evoluzione dell’arte moderna europea.
Henri Matisse (Le Cateau-Cambrésis 1869 – Nizza 1954), La finestra aperta, 1919. Olio su tela, cm 61 x 48, inv. AA DGB 21, Donazione di Adèle et George Besson, 1963, Bagnols-sur-Cèze, Musée Albert-André
Maestro e capostipite dei Fauves, pittore della gioia di vivere, delle emozioni profonde tradotte in tinte vivaci e innaturali, Matisse cattura la luce abbagliante del Mediterraneo facendo del Midi il vero protagonista del suo colore liberato e selvaggio. A Mestre ne rivivremo l’avventura in un allestimento scandito dai temi a lui più cari, in dialogo con artisti diversi che a loro modo ne condivisero gli obiettivi, come Maurice de Vlaminck, Pierre Bonnard, Raoul Dufy. Ampio spazio sarà poi dedicato all’amicizia con André Derain, in viaggio sulla costa mediterranea della Francia nell’estate del 1905, così come ad alcuni luoghi iconici dell’arte e della cultura del Novecento, da Arles a Nizza e Saint-Tropez.
Henri Matisse, Felce, frutta e figura femminile, 1947. Disegno a pennello, inchiostro di china, mm 566 x 765, inv. 1856. In deposito dalla Biennale, 1951 I Courtesy Musei Civici di Venezia
Parallele al tema del viaggio scorrono le riflessioni del maestro sulla decorazione e l’ornamento, il fascino delle linee moresche e la passione per il disegno che ne percorre l’intera opera. Tra i capolavori da non perdere troveremo il celeberrimo Lusso, calma e voluttà, in arrivo dal Centre Pompidou, l’Odalisca gialla del Philadelphia Museum of Art, che modernizza un soggetto caro agli artisti del XIX secolo, La finestra aperta, dove il blu del mare fa capolino tra i colori caldi della casa dell’artista a Nizza: siamo nel 1919, il mondo sta uscendo dalle devastazioni della Grande Guerra e Matisse esprime qui un senso di speranza e di rinascita, usando la finestra come una metafora di apertura verso il futuro.
Henri Matisse, Icaro, 1947. Stencil su carta, cm 42 x 32,5, inv. Bx 2007.0.1.8, Donazione Henri Matisse 1947, Bordeaux, Musée des Beaux-Arts
Non può mancare infine l’iconico stencil Icaro, tratto dal libro d’artista Jazz (1947): la mostra si chiude infatti con i rivoluzionari papiers découpé, fogli di carta ritagliati e incollati nei quali Matisse portò al massimo la sintesi dell’espressione. Li ammireremo a confronto con opere di autori contemporanei come Chris Ofili, Renato Borsato, Marinella Senatore, dove la dignità dell’ornamento, la centralità del disegno e la stilizzazione della forma emergono come un fondamentale lascito di Matisse all’arte dei nostri tempi.
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• Un grande Matisse presto alla Fondation Beyeler
Henri Matisse (Le Cateau-Cambrésis 1869 – Nizza 1954), La finestra aperta, 1919. Olio su tela, cm 61 x 48, inv. AA DGB 21, Donazione di Adèle et George Besson, 1963, Bagnols-sur-Cèze, Musée Albert-André
Maestro e capostipite dei Fauves, pittore della gioia di vivere, delle emozioni profonde tradotte in tinte vivaci e innaturali, Matisse cattura la luce abbagliante del Mediterraneo facendo del Midi il vero protagonista del suo colore liberato e selvaggio. A Mestre ne rivivremo l’avventura in un allestimento scandito dai temi a lui più cari, in dialogo con artisti diversi che a loro modo ne condivisero gli obiettivi, come Maurice de Vlaminck, Pierre Bonnard, Raoul Dufy. Ampio spazio sarà poi dedicato all’amicizia con André Derain, in viaggio sulla costa mediterranea della Francia nell’estate del 1905, così come ad alcuni luoghi iconici dell’arte e della cultura del Novecento, da Arles a Nizza e Saint-Tropez.
Henri Matisse, Felce, frutta e figura femminile, 1947. Disegno a pennello, inchiostro di china, mm 566 x 765, inv. 1856. In deposito dalla Biennale, 1951 I Courtesy Musei Civici di Venezia
Parallele al tema del viaggio scorrono le riflessioni del maestro sulla decorazione e l’ornamento, il fascino delle linee moresche e la passione per il disegno che ne percorre l’intera opera. Tra i capolavori da non perdere troveremo il celeberrimo Lusso, calma e voluttà, in arrivo dal Centre Pompidou, l’Odalisca gialla del Philadelphia Museum of Art, che modernizza un soggetto caro agli artisti del XIX secolo, La finestra aperta, dove il blu del mare fa capolino tra i colori caldi della casa dell’artista a Nizza: siamo nel 1919, il mondo sta uscendo dalle devastazioni della Grande Guerra e Matisse esprime qui un senso di speranza e di rinascita, usando la finestra come una metafora di apertura verso il futuro.
Henri Matisse, Icaro, 1947. Stencil su carta, cm 42 x 32,5, inv. Bx 2007.0.1.8, Donazione Henri Matisse 1947, Bordeaux, Musée des Beaux-Arts
Non può mancare infine l’iconico stencil Icaro, tratto dal libro d’artista Jazz (1947): la mostra si chiude infatti con i rivoluzionari papiers découpé, fogli di carta ritagliati e incollati nei quali Matisse portò al massimo la sintesi dell’espressione. Li ammireremo a confronto con opere di autori contemporanei come Chris Ofili, Renato Borsato, Marinella Senatore, dove la dignità dell’ornamento, la centralità del disegno e la stilizzazione della forma emergono come un fondamentale lascito di Matisse all’arte dei nostri tempi.
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