Dall’11 giugno al 3 settembre
The age of freedom. Andy Warhol in mostra a Caorle
Andy Warhol, Beethoven, 101x101 cm, 1987, impianti serigrafici su carta, opera unica, Collezione privata
Samantha De Martin
06/06/2023
Venezia - Partita dalla Factory, punto catalizzatore dell'establishment artistico americano, la rivoluzione Warhol ha guadagnato il mondo grazie al multiforme genio di Pittsburgh che ha cambiato il concetto di arte sovvertendo l’estetica di una generazione intera. L’uomo dal volto sensibile e timido che si è trasformato in uno sperimentatore dalle esplosive capacità comunicative, l’artista affascinato dalla ripetizione ossessiva di un’azione, che ha fatto della provocazione e dell’ironia un inconfondibile modus operandi, sarà protagonista del percorso Andy Warhol: the age of freedom atteso al Centro Culturale A. Bafile di Caorle (Venezia) dall' 11 giugno al 3 settembre.
Con oltre 60 opere di Andy Warhol, il percorso espositivo a cura di Matteo Vanzan racconterà la rivoluzione del genio di Pittsburgh a dialogo con maestri come Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Joe Tilson, Robert Indiana, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Tano Festa, Franco Angeli, protagonisti di quella stagione che ha riportato la figurazione al centro del dibattito culturale internazionale dopo l'Informale.
Mario Schifano, Ozono, 1990, Smalto su tela, 250 x 250 cm, Collezione privata
“Andy Warhol” - spiega Matteo Vanzan - fu determinante nella rinascita artistica della seconda metà del Novecento: cambiò il concetto stesso di arte sovvertendo l’estetica di un’intera generazione. Attraverso l'esposizione, tra le altre, delle celebri opere come Marilyn Monroe, Mao Zedong, Flowers, Dollari, Campbell's Soup e Interviews racconteremo la storia intensa di un mondo fatto di comunicazione e genialità, business e consumismo nel ruolo centrale di una Factory divenuta punto catalizzatore dell'establishment artistico americano”.
Maneggiando film, fotografie, serigrafie, grafiche, fumetti, Warhol non si sporca più le mani alla maniera di Pollock con barattoli di colore e sgocciolamenti. Il tocco dell’artista è minimo, assente in molti casi, perché gli intenti sono essenzialmente iconici. Le sue icone - il fumetto, il dollaro, i personaggi pubblici, le opere famose e inflazionate della storia dell’arte - non appartengono unicamente alla sfera materiale della collettività, ma coinvolgono le idee, l’immaginario collettivo, lo stereotipo. Tutto passa attraverso il filtro warholiano che rivisita mondo e storia in chiave diversa, conferendo all’immagine una magia unica. Oltre alle opere d’arte il percorso abbraccerà una selezione di video, documentari e alcuni film d'epoca.
Roy Lichtenstein, Sweet dreams baby, Litografia offset su carta firmata, 70 x 50 cm, Collezione privata
“Il nostro obiettivo - sottolinea il curatore - è quello di raccontare l'uomo prima dell'artista, con tutte le sue nevrosi e insicurezze in un corollario di aforismi che tracciano inequivocabilmente la personalità di Andy Warhol come entità capace di generare un microcosmo che riassume in sé il clima del anni Sessanta. Una sottocultura fatta di arte, cinema e musica che racchiude i dogmi fondanti di una nuova società di cui Warhol ha rappresentato il massimo interprete”.
Ad accompagnare la mostra saranno molti appuntamenti collaterali, come l' "Aperitivo Pop" di domenica 11 giugno, a partire dalle 18, in occasione dell'apertura dell'esposizione. Domenica 18 giugno aprirà presso il Museo Nazionale di Archeologia del Mare la collaterale Give peace a chance, che presenterà i lavori di dieci artisti contemporanei, mentre sabato 17 giugno (ore 11 e ore 15), sabato 15 luglio (ore 11 e ore 15) e sabato 2 settembre (ore 11 e ore 15) sono previsti gli incontri con il curatore Matteo Vanzan.
L’esposizione sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 22.
Robert Indiana, Love, serigrafia su carta, 70 x 70 cm, Collezione privata
Con oltre 60 opere di Andy Warhol, il percorso espositivo a cura di Matteo Vanzan racconterà la rivoluzione del genio di Pittsburgh a dialogo con maestri come Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Joe Tilson, Robert Indiana, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Tano Festa, Franco Angeli, protagonisti di quella stagione che ha riportato la figurazione al centro del dibattito culturale internazionale dopo l'Informale.
Mario Schifano, Ozono, 1990, Smalto su tela, 250 x 250 cm, Collezione privata
“Andy Warhol” - spiega Matteo Vanzan - fu determinante nella rinascita artistica della seconda metà del Novecento: cambiò il concetto stesso di arte sovvertendo l’estetica di un’intera generazione. Attraverso l'esposizione, tra le altre, delle celebri opere come Marilyn Monroe, Mao Zedong, Flowers, Dollari, Campbell's Soup e Interviews racconteremo la storia intensa di un mondo fatto di comunicazione e genialità, business e consumismo nel ruolo centrale di una Factory divenuta punto catalizzatore dell'establishment artistico americano”.
Maneggiando film, fotografie, serigrafie, grafiche, fumetti, Warhol non si sporca più le mani alla maniera di Pollock con barattoli di colore e sgocciolamenti. Il tocco dell’artista è minimo, assente in molti casi, perché gli intenti sono essenzialmente iconici. Le sue icone - il fumetto, il dollaro, i personaggi pubblici, le opere famose e inflazionate della storia dell’arte - non appartengono unicamente alla sfera materiale della collettività, ma coinvolgono le idee, l’immaginario collettivo, lo stereotipo. Tutto passa attraverso il filtro warholiano che rivisita mondo e storia in chiave diversa, conferendo all’immagine una magia unica. Oltre alle opere d’arte il percorso abbraccerà una selezione di video, documentari e alcuni film d'epoca.
Roy Lichtenstein, Sweet dreams baby, Litografia offset su carta firmata, 70 x 50 cm, Collezione privata
“Il nostro obiettivo - sottolinea il curatore - è quello di raccontare l'uomo prima dell'artista, con tutte le sue nevrosi e insicurezze in un corollario di aforismi che tracciano inequivocabilmente la personalità di Andy Warhol come entità capace di generare un microcosmo che riassume in sé il clima del anni Sessanta. Una sottocultura fatta di arte, cinema e musica che racchiude i dogmi fondanti di una nuova società di cui Warhol ha rappresentato il massimo interprete”.
Ad accompagnare la mostra saranno molti appuntamenti collaterali, come l' "Aperitivo Pop" di domenica 11 giugno, a partire dalle 18, in occasione dell'apertura dell'esposizione. Domenica 18 giugno aprirà presso il Museo Nazionale di Archeologia del Mare la collaterale Give peace a chance, che presenterà i lavori di dieci artisti contemporanei, mentre sabato 17 giugno (ore 11 e ore 15), sabato 15 luglio (ore 11 e ore 15) e sabato 2 settembre (ore 11 e ore 15) sono previsti gli incontri con il curatore Matteo Vanzan.
L’esposizione sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 22.
Robert Indiana, Love, serigrafia su carta, 70 x 70 cm, Collezione privata
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