Alla Basilica Palladiana dal 7 ottobre all'8 aprile

Van Gogh, tra il grano e il cielo. Lettere, tele e disegni presto a Vicenza

Vincent Van Gogh, Campo di papaveri, 1890, olio su tela, 91,5x73cm, L'Aia, Gemeentemuseum prestito del Cultural Heritage Agency of the Netherlands
 

Samantha De Martin

11/08/2017

Vicenza - Un viaggio nell'anima di Van Gogh, un'intensa via crucis nel dolore e nella disperazione di vivere di un genio dell'arte. Vicenza si prepara ad accogliere una delle più grandi retrospettive mai dedicate dall'Italia all'artista olandese. Oltre 120 opere - tra 40 dipinti e 85 disegni - cuciranno, dal 7 ottobre all'8 aprile, negli spazi della Basilica Palladiana, un percorso intimo che ricostruisce la travagliata vicenda biografica di Vincent attraverso le lettere che il pittore inviava, tra gli altri, al fratello Théo.
Come fogli di uno straziato diario del cuore, che il visitatore è invitato a sfogliare nel corso della visita, le lettere dell'artista - dalle prime, nelle quali compaiono i disegni inaugurali, fino a quella conclusiva, trovata nella tasca del pittore quando si spara un colpo di rivoltella, a Auvers-sur-Oise - costituiscono una sorta di filo conduttore del percorso espositivo. Molte corrono sulle pareti accanto ai capolavori che le hanno ispirate.

L'esposizione, dal titolo Van Gogh. Tra il grano e il cielo, si avvale del prezioso contributo di quello scrigno vangoghiano che è il Kröller-Müller Museum di Otterlo, in Olanda.

«La mostra - anticipa il curatore Marco Goldin - avrà un taglio del tutto diverso rispetto ad altre che ho curato su o attorno a Van Gogh negli ultimi quindici anni. Studia in modo approfondito i cinque anni della permanenza olandese dell’artista nel Brabante, da Etten, nella primavera del 1881, fino all’autunno del 1885 a Nuenen. Ma anche i mesi meravigliosi trascorsi, nell’autunno del 1883, nella regione del Drenthe, quella più amata dai paesaggisti olandesi e nella quale Van Gogh realizza alcuni fogli di squisita eleganza». Anni anticipati dal lungo periodo trascorso in Belgio, dal dicembre 1878 all’ottobre 1880, nel distretto minerario del Borinage, a sud ovest di Mons.

Ma la mostra darà anche ampio spazio al disegno. «Occasione unica - continua Goldin - dal momento che i disegni stessi non sono mai esposti e restano visibili solo per poco tempo nelle esposizioni temporanee».
Ed è appunto in una lettera scritta il 24 settembre 1880 a Théo, che Vincent mostra quanto importante sia per lui il disegno, una lingua tanto indispensabile quanto necessaria per dare voce al cuore attraverso la mano dell'anima.

Le opere di Van Gogh saranno accompagnate, lungo il percorso espositivo, da quelle degli esponenti della Scuola dell’Aia in Olanda, autori che molto contribuirono all'acquisizione, da parte dell'artista, di un linguaggio autonomo soprattutto di fronte alla natura.

Dagli interni dei ristoranti parigini alle nature morte, dagli ulivi di Provenza ai campi di grano ad Auvers, le opere in mostra ruotano intorno a una natura vibrante di colori, sogni, visioni, sospiri e brevi sprazzi di felicità. A questa suggestiva parabola che congiunge il nero di carbone dei primi disegni in miniera al giallo e oro dei campi di grano, farà da sfondo un vero e proprio film della durata di un'ora, creato in occasione della mostra e che verrà proiettato, a ciclo continuo, al termine del percorso espositivo. «Un modo emozionante - conclude Goldin - di coniugare, in una sola rassegna, i capolavori della pittura e del disegno con la proiezione della vita dell'artista».

I visitatori avranno poi la possibilità, attraverso un grande plastico, di ammirare la ricostruzione della casa di cura per malattie mentali di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy, dove Van Gogh scelse di ricoverarsi dal maggio 1889 al maggio 1890.

Leggi anche:


• Van Gogh, Degas e l'arte dei Samurai presto al Museo di Capodimonte


• Torna la grande arte al cinema. Ecco i titoli dell'autunno