Cretto G 1
Nel 1973 Burri inizia a realizzare grandi opere in ceramica cotta chiara contenente caolino e massa resinosa che, cuocendo, produce una crettatura su tutta la superficie. La realizzazione di queste opere, i Cretti appunto, richiede dei tempi lunghi e una grande attenzione nel fissare l’immagine. Il risultato finale infatti è ottenuto variando il dosaggio del collante acrovinilico, calibrando gli spessori della materia (creta, caolino, bianco di zinco) distesa sul supporto, controllando i tempi di asciugatura in modo da provocare variazioni dimensionali della trama e maggiore profondità della stessa. Nel 1976, Burri realizza un monumentale Grande Cretto Nero per il Franklin D. Murphy Sculpture Garden alla University of California Los Angeles. Il secondo Grande Cretto è quello realizzato per il Museo di Capodimonte a Napoli. Nel 1981 nasce il progetto di fare dell’antica Gibellina, distrutta da un terremoto, un unico e monumentale Cretto rettangolare, di circa 300x400 metri, che ricopre parte delle rovine, intervenendo concretamente nell'architettura del paesaggio. I lavori, iniziati nell'agosto 1985, sono terminati nel 1989. L'ultimo grande cretto in ceramica, Nero e Oro, è presentato al Museo internazionale della ceramica di Faenza nel 1993.
COMMENTI
LE OPERE
![Abstraction with Brown Burlap (Sacco)](http://www.arte.it/foto/138x138/d8/22892-Burri_Abstraction_whit_Brown_Burlap.jpg)
![Cretto G 1](http://www.arte.it/foto/138x138/13/140-burri-crettog1-1975.jpg)
![Sestante 2](http://www.arte.it/foto/138x138/0f/141-resize.jpg)
![Teatro Scultura](http://www.arte.it/foto/138x138/a8/142-resize.jpg)
![Sacco](http://www.arte.it/foto/138x138/3f/316-Alberto-Burri_-Sacco-_1954_.jpg)
![Senza titolo](http://www.arte.it/foto/138x138/5b/317-Burri-11102-L.jpg)
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