Tra storia e arte, i 100 anni della Rivoluzione Russa
A Milano i due volti della Rivoluzione d’Ottobre

Courtesy Fondazione Mudima |
Nanni Balestrini, 6 Ottobre Kandinsky
Francesca Grego
08/11/2017
Milano - Ci sono i collage scatenati di Nanni Balestrini e le storiche fotografie diffuse dalle agenzie internazionali all’epoca dei fatti. Sullo sfondo, gli scontri di piazza, la vita nelle fabbriche e le purghe staliniane, ma anche i vortici aerei di Kandinskij, i colori di Rodchenko, le geometrie di Malevič, gli esperimenti suprematisti e raggisti di artiste come Olga Rozanova e Natal’ja Gončarova.
Perché la Rivoluzione d’Ottobre – iniziata in realtà il 7 novembre del 1917 – è un nodo simbolico in cui confluiscono più rivoluzioni.
Limitiamoci a due: quella dei bolscevichi che assaltano il Palazzo d’Inverno, dando il via a una catena di eventi che ha segnato i destini del mondo, e quella delle arti, che nel primo scorcio del secolo sono esse stesse rivoluzione, o non sono.
Se l’entusiasmo politico che accese mezza Europa all’indomani dei fatti di Pietrogrado era destinato a subire i colpi di vicende sanguinose e di un regime totalitario, è pur vero che da quel clima di effervescente rinnovamento scaturì una vera e propria esplosione culturale, con ricadute in ogni settore e linguaggio artistico: dal cinema alla musica, dalla pittura al teatro, dalla fotografia al balletto.
A Milano due interessanti progetti espositivi invitano a esplorare entrambe le facce della medaglia.
• I Bolscevichi al potere. 1917-1940: dalla Russia rivoluzionaria al terrore staliniano. La Casa di Vetro, dall’11 novembre al 10 marzo 2018
Un viaggio nella storia attraverso 60 preziose immagini in bianco e nero scattate durante la Rivoluzione d’Ottobre e distribuite dall’agenzia AGF, recuperate per l’occasione da numerosi archivi storici internazionali.
Un percorso emozionante e rigoroso ad un tempo, per riscoprire gli eventi che portarono dalle sollevazioni di Pietrogrado del febbraio 1917 al terrore staliniano.
Ritratti di gente comune e personaggi chiave, momenti di svolta e scene di vita quotidiana documentano le tappe di un processo inarrestabile: la caduta dello Zar e la fine della dinastia dei Romanov, la presa del Palazzo d’Inverno, la guerra civile e la nascita dell’Unione Sovietica, fino alla morte di Lenin e all’ascesa di Stalin, con le purghe e le deportazioni, il patto con Hitler e l’assassinio di Trotskij.
•Nanni Balestrini – Ottobre Rosso. Fondazione Mudima, fino al 20 novembre
La dirompente energia creativa delle avanguardie russe rivive in una cascata di colori, immagini e parole in libertà.
I collage di Nanni Balestrini recuperano il carattere aperto e interdisciplinare di quella stagione irripetibile: una pioggia di citazioni scomposte – da Lenin a Majakovskij – si abbatte su celebri dipinti dei più grandi artisti della Russia del primo Novecento.
Le tele di Kandinskij, Chagall, Malevič, Rodchenko, Goncharova diventano luoghi di incursioni liberatorie perché - come recita una frase dello scrittore critico di Stalin Yevgeny Zamyatin sul quadro Suprematismo di Olga Rozanova - nell’arte “non c’è fine, le rivoluzioni sono infinite”.
Leggi anche:
• Da Djaghilev all’Astrattismo: la Rivoluzione in 100 capolavori
• La rivoluzione delle immagine di Ejzenštein porta agli Uffizi la Settima Arte
Perché la Rivoluzione d’Ottobre – iniziata in realtà il 7 novembre del 1917 – è un nodo simbolico in cui confluiscono più rivoluzioni.
Limitiamoci a due: quella dei bolscevichi che assaltano il Palazzo d’Inverno, dando il via a una catena di eventi che ha segnato i destini del mondo, e quella delle arti, che nel primo scorcio del secolo sono esse stesse rivoluzione, o non sono.
Se l’entusiasmo politico che accese mezza Europa all’indomani dei fatti di Pietrogrado era destinato a subire i colpi di vicende sanguinose e di un regime totalitario, è pur vero che da quel clima di effervescente rinnovamento scaturì una vera e propria esplosione culturale, con ricadute in ogni settore e linguaggio artistico: dal cinema alla musica, dalla pittura al teatro, dalla fotografia al balletto.
A Milano due interessanti progetti espositivi invitano a esplorare entrambe le facce della medaglia.
• I Bolscevichi al potere. 1917-1940: dalla Russia rivoluzionaria al terrore staliniano. La Casa di Vetro, dall’11 novembre al 10 marzo 2018
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Un percorso emozionante e rigoroso ad un tempo, per riscoprire gli eventi che portarono dalle sollevazioni di Pietrogrado del febbraio 1917 al terrore staliniano.
Ritratti di gente comune e personaggi chiave, momenti di svolta e scene di vita quotidiana documentano le tappe di un processo inarrestabile: la caduta dello Zar e la fine della dinastia dei Romanov, la presa del Palazzo d’Inverno, la guerra civile e la nascita dell’Unione Sovietica, fino alla morte di Lenin e all’ascesa di Stalin, con le purghe e le deportazioni, il patto con Hitler e l’assassinio di Trotskij.
•Nanni Balestrini – Ottobre Rosso. Fondazione Mudima, fino al 20 novembre
La dirompente energia creativa delle avanguardie russe rivive in una cascata di colori, immagini e parole in libertà.
I collage di Nanni Balestrini recuperano il carattere aperto e interdisciplinare di quella stagione irripetibile: una pioggia di citazioni scomposte – da Lenin a Majakovskij – si abbatte su celebri dipinti dei più grandi artisti della Russia del primo Novecento.
Le tele di Kandinskij, Chagall, Malevič, Rodchenko, Goncharova diventano luoghi di incursioni liberatorie perché - come recita una frase dello scrittore critico di Stalin Yevgeny Zamyatin sul quadro Suprematismo di Olga Rozanova - nell’arte “non c’è fine, le rivoluzioni sono infinite”.
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