Torino-Khouribga A\R
![Alberto Gubernati, Torino-Khouribga A\R Alberto Gubernati, Torino-Khouribga A\R](http://www.arte.it/foto/600x450/4c/14335-home.jpg)
Alberto Gubernati, Torino-Khouribga A\R
Dal 09 Febbraio 2013 al 08 Marzo 2013
Torino
Luogo: Museo Regionale di Scienze Naturali
Indirizzo: via Giolitti 36
Orari: 10-19; chiuso il martedì
Enti promotori:
- Città di Torino
- Consolato del Regno del Marocco di Torino.
Telefono per informazioni: +39 011 4326354
Sito ufficiale: http://www.regione.piemonte.it
Inaugura l’8 febbraio 2013, alle ore 18, la mostra che unisce in un filo sottile Torino alla città marocchina di Khouribga.
Inizia e si conclude infatti a Porta Palazzo, storico mercato di Torino e suo luogo simbolo, il viaggio del giovane fotografo torinese Alberto Gubernati: “…la maggior parte dei marocchini a Torino arriva da due città, una è Khouribga. Sono andato là, con una macchina fotografica e un un cartello a forma di freccia, la scritta amo Torino in arabo, la punta rivolta verso un altrove, diverso e lontano, un luogo, Torino, che tutti a Khouribga sembrano conoscere. Nei loro racconti c’è sempre un marito, un fratello o cugino, un amico che è andato lì a costruire una nuova esistenza… a Torino sono andato a cercare quei mariti, fratelli, cugini e dietro a ogni volto ho trovato la determinazione di chi vuole affrancare sé stesso e la propria famiglia dalla povertà, dalla precarietà, che coltiva il desiderio di ricongiungersi con la moglie, i figli, che crede e lavora per un futuro migliore”.
La città di Khouribga è sorta nel 1920 sulle antiche "terre vuote di uomini" un tempo abitate da tribù che vivevano di pastorizia e agricoltura di sussistenza. Ma il territorio è anche ricchissimo di giacimenti di fosfati il cui sfruttamento ha attirato migliaia di immigrati nei "villaggi minerari" fondati dall'OCP (Office Chérifien des Phosphates). Khouribga passa dagli 8 mila abitanti del 1936 ai 40 mila del 1960, agli attuali 170 mila. Dopo l’indipendenza dalla Francia nel 1956, la società dei fosfati OCP diventò di proprietà del governo aumentando la propria produzione e le esportazioni agli attuali livelli che la portano ad essere la più importante azienda del paese.
Essere il centro dell'attività dell'estrazione dei fosfati ha però segnato la storia di questa ricca provincia, la cui popolazione, in drammatico contrasto, vive prevalentemente in condizione di povertà.
L’esposizione, composta da cinquanta foto di medie dimensioni e pannelli esplicativi, racconta con la leggerezza del reportage non professionale la realtà della città: la gente e i suoi migranti, le loro storie e le ambizioni spesso non realizzate.
Su un grande schermo sono proiettate anche foto d’epoca, a partire dal 1921, delle cave e dei villaggi minerari di Khouribga, provenienti dall’archivio dell’OCP.
Una sezione a carattere scientifico è dedicata alle cave di fosfato, al ciclo del fosforo e all’utilizzo di questo elemento, essenziale per il “nutrimento della terra”.
Completa il percorso espositivo una bella selezione di materiali della classe dei fosfati, parte della ricca e prestigiosa collezione mineralogica del MRSN e dell’Università degli Studi di Torino.
Hanno collaborato alla realizzazione del progetto:
Dar Al Hikma centro culturale italo-arabo (http://www.daralhikma.it/) | A.M.E.C.E. associazione di promozione sociale (http://www.amece.it/) | CICSENE organismo di cooperazione e sviluppo locale (http://www.cicsene.it/) | Carlo Capellodocente di Antropologia Politica alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino.
Inizia e si conclude infatti a Porta Palazzo, storico mercato di Torino e suo luogo simbolo, il viaggio del giovane fotografo torinese Alberto Gubernati: “…la maggior parte dei marocchini a Torino arriva da due città, una è Khouribga. Sono andato là, con una macchina fotografica e un un cartello a forma di freccia, la scritta amo Torino in arabo, la punta rivolta verso un altrove, diverso e lontano, un luogo, Torino, che tutti a Khouribga sembrano conoscere. Nei loro racconti c’è sempre un marito, un fratello o cugino, un amico che è andato lì a costruire una nuova esistenza… a Torino sono andato a cercare quei mariti, fratelli, cugini e dietro a ogni volto ho trovato la determinazione di chi vuole affrancare sé stesso e la propria famiglia dalla povertà, dalla precarietà, che coltiva il desiderio di ricongiungersi con la moglie, i figli, che crede e lavora per un futuro migliore”.
La città di Khouribga è sorta nel 1920 sulle antiche "terre vuote di uomini" un tempo abitate da tribù che vivevano di pastorizia e agricoltura di sussistenza. Ma il territorio è anche ricchissimo di giacimenti di fosfati il cui sfruttamento ha attirato migliaia di immigrati nei "villaggi minerari" fondati dall'OCP (Office Chérifien des Phosphates). Khouribga passa dagli 8 mila abitanti del 1936 ai 40 mila del 1960, agli attuali 170 mila. Dopo l’indipendenza dalla Francia nel 1956, la società dei fosfati OCP diventò di proprietà del governo aumentando la propria produzione e le esportazioni agli attuali livelli che la portano ad essere la più importante azienda del paese.
Essere il centro dell'attività dell'estrazione dei fosfati ha però segnato la storia di questa ricca provincia, la cui popolazione, in drammatico contrasto, vive prevalentemente in condizione di povertà.
L’esposizione, composta da cinquanta foto di medie dimensioni e pannelli esplicativi, racconta con la leggerezza del reportage non professionale la realtà della città: la gente e i suoi migranti, le loro storie e le ambizioni spesso non realizzate.
Su un grande schermo sono proiettate anche foto d’epoca, a partire dal 1921, delle cave e dei villaggi minerari di Khouribga, provenienti dall’archivio dell’OCP.
Una sezione a carattere scientifico è dedicata alle cave di fosfato, al ciclo del fosforo e all’utilizzo di questo elemento, essenziale per il “nutrimento della terra”.
Completa il percorso espositivo una bella selezione di materiali della classe dei fosfati, parte della ricca e prestigiosa collezione mineralogica del MRSN e dell’Università degli Studi di Torino.
Hanno collaborato alla realizzazione del progetto:
Dar Al Hikma centro culturale italo-arabo (http://www.daralhikma.it/) | A.M.E.C.E. associazione di promozione sociale (http://www.amece.it/) | CICSENE organismo di cooperazione e sviluppo locale (http://www.cicsene.it/) | Carlo Capellodocente di Antropologia Politica alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino.
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