(W)hole New Level. Marko Lađušić e Aleksandar Vac
Dal 06 Dicembre 2022 al 01 Marzo 2023
Firenze
Luogo: Aria Art Gallery
Indirizzo: Borgo Santi Apostoli 40r
Orari: mar - sab 10.30-13.30 / 15.30-19.30
Telefono per informazioni: +39 055 216150
E-Mail info: info@ariaartgallery.com
Sito ufficiale: http://www.ariaartgallery.com
Aria Art Gallery è lieta di presentare “(W)hole New Level” dal 6 Dicembre 2022 all’11 Marzo 2023, una mostra che esplora le infinite forme del cosmo visibili e invisibili e analizza il modo in cui noi le percepiamo.
Fin dagli albori della sua storia l’uomo fa uso dei simboli per spiegare ciò che non conosce e l’arte è stato uno tra i primi strumenti che ha usato per dare un senso al mondo e trovare ordine nel caos. Proprio la relazione umana con l’ignoto è il soggetto che Marko Lađušić e Aleksandar Vac indagano con il loro lavoro artistico, ospitato quest’anno all’interno del padiglione della Serbia della 23° Esposizione Internazionale della Triennale di Milano con il tema “Unknown Unknowns”.
Lađušić e Vac, insieme ad altri colleghi serbi come il musicista Dorian Jovanović, l’artista visuale Marko Todorović e l’architetto Ivan Mangov, hanno dato vita alla mostra “Infinity of Structure” curata da Biljana Jotić e Nataša Radojević con il testo critico di Domenico De Chirico. Seguendo la linea di “Infinity of Structure” il 6 dicembre 2022 inaugura all’Aria Art Gallery di Firenze l’esposizione “(W)hole New Level” sempre a cura di Nataša Radojević e con il contributo di Luka Tilinger che animerà le opere pittoriche di Lađušić attraverso l’utilizzo della realtà aumentata.
Giochi di luce e ombre, superfici complesse in cui immergersi messe in movimento dalla realtà aumentata, strutture illimitate e proposte in rapida successione temporale. Tutto questo sarà visibile nella galleria fiorentina dove le trame minuziose delle creazioni di Lađušić e il virtuoso rimodellamento delle forme del lavoro di Vac ci guideranno alla scoperta degli illimitati modi con cui la natura si presenta davanti a noi. Un contesto contemporaneo che ridefinirà la percezione sensoriale dello spettatore permettendogli così di scoprire nuovi livelli di significato dell’opera d’arte.
Marko Lađušić (1967, Pelagićevo) è uno scultore, pittore e artista multimediale. Lavora come professore ordinario presso la Facoltà di Arti Applicate di Belgrado, dove vive, ed è anche docente presso la Facoltà di Scienze Tecniche di Novi Sad. Il suo lavoro non ha basi realistiche e non segue regole di proporzioni esatte, il suo processo creativo è libero ed istintivo. Attraverso immagini tridimensionali, contrasti di colori che creano l’impressione di ricami, prospettive vertiginose, Lađušić abbatte i confini tra pittura e scultura. Il suo nuovo ciclo di dipinti - presenti a Firenze - è direttamente ispirato alla sua infanzia e ai paesaggi mentali che fin da bambino lo hanno ossessionato. Attraverso stratificazioni di colore - che a volte arrivano ad essere più di cinquanta - la moltiplicazione di microsistemi che appaiono e scompaiono in un ritmo ciclico e le forme che si estendono in profondità in tutte le direzioni l’artista crea una dimensione altra, un cosmo organico che non ha una centralità definita. In una continua costruzione e decostruzione prende vita un caos ordinato. Come spiega la curatrice: “Il lavoro di Marko nega il determinismo dell'immaginazione e offre una percezione alternativa della realtà [...]. Le composizioni su larga scala rappresentano cicli di creazione - l'inizio e la fine di un flusso che si ripete all'infinito; un tramonto che è paradigma non solo della morte ma anche della rinascita, e nel cui spazio post-apocalittico l'artista ritrova un sentimento distinto, vitale per sfuggire al pessimismo”.
Aleksandar Vac (Sremska Mitrovica, 1973) si è laureato nel 2002 alla Facoltà delle Arti Applicate di Belgrado specializzandosi in ceramica. La sua ricerca è volta a scoprire nuovi e innovativi modi per penetrare nella terra ed interagire con le sue forme così da scoprirne i segreti. I suoi lavori, infatti, si basano sul rimodellamento della materia - a partire dall’antica tecnica sigillata - creando strutture associabili alla riproduzione, alla divisione cellulare e caratterizzate da una continua moltiplicazione. Obiettivo dell’artista è quello di replicare i sistemi organici esistenti e la ceramica dimostra di essere lo strumento perfetto per questo scopo permettendo di produrre l’esterno solido da cui sono protetti gli interni organici in cui si nasconde ciò che è più vulnerabile.
Partner nell’organizzazione e realizzazione di “(W)hole New Level” sono Logic Art Space, Drina Gallery, il Museo di Arti Applicate di Belgrado e European School of Economics.
Fin dagli albori della sua storia l’uomo fa uso dei simboli per spiegare ciò che non conosce e l’arte è stato uno tra i primi strumenti che ha usato per dare un senso al mondo e trovare ordine nel caos. Proprio la relazione umana con l’ignoto è il soggetto che Marko Lađušić e Aleksandar Vac indagano con il loro lavoro artistico, ospitato quest’anno all’interno del padiglione della Serbia della 23° Esposizione Internazionale della Triennale di Milano con il tema “Unknown Unknowns”.
Lađušić e Vac, insieme ad altri colleghi serbi come il musicista Dorian Jovanović, l’artista visuale Marko Todorović e l’architetto Ivan Mangov, hanno dato vita alla mostra “Infinity of Structure” curata da Biljana Jotić e Nataša Radojević con il testo critico di Domenico De Chirico. Seguendo la linea di “Infinity of Structure” il 6 dicembre 2022 inaugura all’Aria Art Gallery di Firenze l’esposizione “(W)hole New Level” sempre a cura di Nataša Radojević e con il contributo di Luka Tilinger che animerà le opere pittoriche di Lađušić attraverso l’utilizzo della realtà aumentata.
Giochi di luce e ombre, superfici complesse in cui immergersi messe in movimento dalla realtà aumentata, strutture illimitate e proposte in rapida successione temporale. Tutto questo sarà visibile nella galleria fiorentina dove le trame minuziose delle creazioni di Lađušić e il virtuoso rimodellamento delle forme del lavoro di Vac ci guideranno alla scoperta degli illimitati modi con cui la natura si presenta davanti a noi. Un contesto contemporaneo che ridefinirà la percezione sensoriale dello spettatore permettendogli così di scoprire nuovi livelli di significato dell’opera d’arte.
Marko Lađušić (1967, Pelagićevo) è uno scultore, pittore e artista multimediale. Lavora come professore ordinario presso la Facoltà di Arti Applicate di Belgrado, dove vive, ed è anche docente presso la Facoltà di Scienze Tecniche di Novi Sad. Il suo lavoro non ha basi realistiche e non segue regole di proporzioni esatte, il suo processo creativo è libero ed istintivo. Attraverso immagini tridimensionali, contrasti di colori che creano l’impressione di ricami, prospettive vertiginose, Lađušić abbatte i confini tra pittura e scultura. Il suo nuovo ciclo di dipinti - presenti a Firenze - è direttamente ispirato alla sua infanzia e ai paesaggi mentali che fin da bambino lo hanno ossessionato. Attraverso stratificazioni di colore - che a volte arrivano ad essere più di cinquanta - la moltiplicazione di microsistemi che appaiono e scompaiono in un ritmo ciclico e le forme che si estendono in profondità in tutte le direzioni l’artista crea una dimensione altra, un cosmo organico che non ha una centralità definita. In una continua costruzione e decostruzione prende vita un caos ordinato. Come spiega la curatrice: “Il lavoro di Marko nega il determinismo dell'immaginazione e offre una percezione alternativa della realtà [...]. Le composizioni su larga scala rappresentano cicli di creazione - l'inizio e la fine di un flusso che si ripete all'infinito; un tramonto che è paradigma non solo della morte ma anche della rinascita, e nel cui spazio post-apocalittico l'artista ritrova un sentimento distinto, vitale per sfuggire al pessimismo”.
Aleksandar Vac (Sremska Mitrovica, 1973) si è laureato nel 2002 alla Facoltà delle Arti Applicate di Belgrado specializzandosi in ceramica. La sua ricerca è volta a scoprire nuovi e innovativi modi per penetrare nella terra ed interagire con le sue forme così da scoprirne i segreti. I suoi lavori, infatti, si basano sul rimodellamento della materia - a partire dall’antica tecnica sigillata - creando strutture associabili alla riproduzione, alla divisione cellulare e caratterizzate da una continua moltiplicazione. Obiettivo dell’artista è quello di replicare i sistemi organici esistenti e la ceramica dimostra di essere lo strumento perfetto per questo scopo permettendo di produrre l’esterno solido da cui sono protetti gli interni organici in cui si nasconde ciò che è più vulnerabile.
Partner nell’organizzazione e realizzazione di “(W)hole New Level” sono Logic Art Space, Drina Gallery, il Museo di Arti Applicate di Belgrado e European School of Economics.
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