Nasce Ariadne e l'archeologia diventa una e-science
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Apollo ed Artemide, tondo di coppa attica a figure rosse 470 a.C., Musée du Louvre
04/02/2013
Ariadne è il nome di un'imperatrice bizantina ma è anche l'acronimo di Advanced Research Infrastructure for Archaeological Dataset Networking in Europe, progetto finanziato nell’ambito del VII Programma Quadro della Commissione Europea. Obiettivo di questo progetto è la creazione di una grande infrastruttura che sostenga un grande archivio online di dati riguardanti l'archeologia, per consentire agli studiosi del mondo antico di poter sfruttare le nuove tecnologie per le proprie ricerche e per lo scambio delle informazioni a livello europeo.
Con Ariadne l’archeologia entra quindi nel mondo dell’e-science, la scienza virtuale basata sull’analisi integrata dei dati ottenuti in maniera sperimentale, sul campo, e di quelli digitali.
Il progetto che riguarda strettamente l'archeologia arriva a circa quattro anni di distanza dal lancio di Europeana, la raccolta digitale europea che riunisce contributi già digitalizzati da diverse istituzioni dei 27 paesi membri dell'Unione Europea in 23 lingue e che provengono da musei, biblioteche, archivi e collezioni multimediali. Tra Ariadne ed Europeana è prevista una collaborazione che renderà sempre più accessibile il grande patrimonio di documentazione prodotto dalla ricerca archeologica nei vari paesi. Per raggiungere questo risultato, il progetto, che avrà una durata di quattro anni e un finanziamento di circa 8 milioni di euro, prevede la creazione di reti di ricercatori e attività di formazione e di analisi di nuovi strumenti tecnologici.
A coordinare le attività è il Laboratorio Servizi Didattici e Scientifici (Pin) dell’Università di Firenze, in collaborazione con l’Associazione Europea degli Archeologi (European Association of Archaeologists – Eaa), con vari istituti del Cnr e con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, preposto, tra l'altro, alla fornitura dei dati. Nel consorzio sono inoltre presenti le Accademie delle Scienze di Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovenia e Olanda e l’Istituto Archeologico Germanico insieme a centri nazionali di ricerca sui beni culturali di Francia, Grecia, Irlanda e Spagna e altre istituzioni culturali, accademiche e di ricerca da Cipro, Regno Unito, Romania, Svezia e Ungheria, per un totale di 24 partner in rappresentanza di 16 paesi europei. La presentazione del progetto è in programma per il 7 febbraio presso la sede centrale della Biblioteca Nazionale di Roma con un evento pubblico che sarà seguito da due giornate di lavoro dei partner.
Nicoletta Speltra
Con Ariadne l’archeologia entra quindi nel mondo dell’e-science, la scienza virtuale basata sull’analisi integrata dei dati ottenuti in maniera sperimentale, sul campo, e di quelli digitali.
Il progetto che riguarda strettamente l'archeologia arriva a circa quattro anni di distanza dal lancio di Europeana, la raccolta digitale europea che riunisce contributi già digitalizzati da diverse istituzioni dei 27 paesi membri dell'Unione Europea in 23 lingue e che provengono da musei, biblioteche, archivi e collezioni multimediali. Tra Ariadne ed Europeana è prevista una collaborazione che renderà sempre più accessibile il grande patrimonio di documentazione prodotto dalla ricerca archeologica nei vari paesi. Per raggiungere questo risultato, il progetto, che avrà una durata di quattro anni e un finanziamento di circa 8 milioni di euro, prevede la creazione di reti di ricercatori e attività di formazione e di analisi di nuovi strumenti tecnologici.
A coordinare le attività è il Laboratorio Servizi Didattici e Scientifici (Pin) dell’Università di Firenze, in collaborazione con l’Associazione Europea degli Archeologi (European Association of Archaeologists – Eaa), con vari istituti del Cnr e con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, preposto, tra l'altro, alla fornitura dei dati. Nel consorzio sono inoltre presenti le Accademie delle Scienze di Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovenia e Olanda e l’Istituto Archeologico Germanico insieme a centri nazionali di ricerca sui beni culturali di Francia, Grecia, Irlanda e Spagna e altre istituzioni culturali, accademiche e di ricerca da Cipro, Regno Unito, Romania, Svezia e Ungheria, per un totale di 24 partner in rappresentanza di 16 paesi europei. La presentazione del progetto è in programma per il 7 febbraio presso la sede centrale della Biblioteca Nazionale di Roma con un evento pubblico che sarà seguito da due giornate di lavoro dei partner.
Nicoletta Speltra
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