In mostra a Roma dal 1° marzo al 23 maggio

"Io dico Io": il lungo viaggio delle donne nell'arte va in scena alla Galleria Nazionale

Installation view Io dico Io – I say I. Galleria Nazionale I Photo Alessandro Garofalo
 

Francesca Grego

01/03/2021

Roma - Ci sono le pioniere, come Antonietta Raphaël, Carla Accardi, Marisa Merz, Giosetta Fioroni. Le trasgressive, da Lisetta Carmi a Ketty La Rocca. E le sperimentatrici contemporanee, come Carol Rama, Vanessa Beecroft, Linda Fregni Nagler, Marinella Senatore, Grazia Toderi, Marzia Migliora. In tutto sono più di 40 e raccontano un secolo d'arte dal punto di vista delle donne. 


Installation view Io dico Io – I say I. Galleria Nazionale I Photo Alessandro Garofalo

In programma esattamente un anno fa e arricchitasi nel frattempo di nuovi spunti e riflessioni, Io dico Io - I say I è un’indagine aperta sul presente, una mostra fluida e destrutturata come quelle ci siamo abituati a vedere negli ultimi anni alla Galleria Nazionale. Se il titolo dell’esposizione si ispira alle parole della critica e teorica femminista Carla Lonzi - i cui archivi sono per la prima volta consultabili su Google Arts & Culture all'indirizzo g.co/womenup - l’allestimento curato da Cecilia Canziani, Lara Conte, Paola Ugolini e sostenuto dalla maison Dior presenta opere di artiste italiane diverse per generazione, stile e approccio alla pratica creativa, alcune delle quali realizzate proprio in occasione della mostra. Il risultato è un giardino di consonanze e dissonanze, che trova unità nel bisogno di prendere la parola in prima persona e di affermare la soggettività di un Io molteplice e sfaccettato, ma desideroso di esprimersi come una sola moltitudine


Installation view Io dico Io – I say I. Galleria Nazionale I Photo Alessandro Garofalo

L’autorappresentazione, lo sguardo come messa in discussione di ruoli consolidati, l’arte come pratica e racconto del sé, il corpo come misura, limite, sconfinamento, la resistenza all’omologazione sono alcuni dei temi che si affacciano da un itinerario costruito come un continuo ribaltamento dei punti di vista. Dipinti, sculture, video, fotografie, installazioni diventano i messaggeri di storie, sguardi e immaginari anche molto distanti tra loro, testimoni delle diverse modalità con cui, in contesti storici e sociali differenti, le donne artiste hanno vissuto la propria avventura.


Installation view Io dico Io – I say I. Galleria Nazionale I Photo Alessandro Garofalo

Dal salone centrale della Galleria la mostra dialoga con l’allestimento permanente Time is Out of Joint, per poi disseminarsi in mille rivoli e spazi liminali, e confrontarsi con il pensiero radicale della Lonzi, figura internazionalmente riconosciuta per gli studi di storia dell’arte e le riflessioni femministe. 
In fondo al percorso, i video vincitori della open call Taci. Anzi parla, lanciata dalla Galleria Nazionale durante il lockdown in un invito a riflettere sulla propria voce, immagine, storia, e a raccontarsi attraverso il format del video-selfie. 


Installation view Io dico Io – I say I. Galleria Nazionale I Photo Alessandro Garofalo

Per tutti coloro che in questo momento sono impossibilitati a partecipare fisicamente alla mostra, la GNAM mette a disposizione su Google Arts & Culture un ricco repertorio di esposizioni online, molte delle quali incentrate su grandi artiste o sulle protagoniste di Io dico Io - I say I (https://artsandculture.google.com/partner/La-Galleria-Nazionale), mentre all'indirizzo https://artsandculture.google.com/project/women-up troverete oltre 16 mila immagini e 139 storie al femminile per conoscere meglio le artiste della Galleria Nazionale. 


Carol Rama, Appassionata, 1943. Acquerello e matita colorata su carta 23,5x18; cc65,5x55x2,5 I Collezione privata, Torino I Photo Pino Dell’Aquila © Archivio Carol Rama, Torino