Arturo Fratta. In fondo al mare verso la notte
Dal 14 Aprile 2013 al 13 Maggio 2013
Napoli
Luogo: Museo Archeologico Nazionale
Indirizzo: piazza Museo Nazionale 19
Orari: 9-19.30; chiuso martedì
Curatori: Francesca Fratta, Nella Castiglione Morelli Del Franco
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 4
Telefono per informazioni: +39 081 4422275
E-Mail info: ornella.falco@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale/
Sabato 13 aprile 2013 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, alle ore 11, nella Sala Conferenze, sarà presentata la raccolta degli scritti giornalistici di Arturo Fratta sul mondo antico “In fondo al mare verso la notte” curata dalla figlia Francesca con l’amica e collega Nella Castiglione Morelli Del Franco. Il volume edito dall’Arte Tipografica ha avuto il patrocinio e il contributo dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Interverranno il Soprintendente Archeologo Teresa Elena Cinquantaquattro e il Direttore Generale dell’ICCROM Stefano De Caro.
Come tutti sappiamo Arturo Fratta è stato uno dei giornalisti più attenti alle problematiche culturali del nostro territorio, una penna dalla lettura scorrevole, e gradevole allo stesso tempo, che ha dedicato, in modo scrupoloso, ma anche critico, il suo interesse all’osservatorio culturale della Magna Grecia. Così sono nati, tra i tanti, articoli sul quotidiano “Il Mattino” inerenti Neapolis, i Campi Flegrei, Pompei ed Ercolano.
Uomo di grande cultura penetrava nel senso più profondo di ogni accadimento ed evento relativi all’Archeologia, soffermandosi su una molteplicità di aspetti e dettagli importanti di natura scientifica che, messi a disposizione della cronaca e dell’informazione, assurgevano al più elevato rango di significante, ossia arricchito di ulteriori visioni e riflessioni anche di natura sociale, paesaggistica, ecologica e culturale, divenute testo storico-critico, a loro volta, per studiosi di generazioni contemporanee e future.
Fedele a questa ottica, Francesca Fratta ha raccolto gli articoli secondo un’impostazione non solo cronologica, a testimonianza dell’impegno profuso dal padre Arturo per tutto l’arco della sua vita professionale, ma anche concettualmente ideale, ovvero proiettata a mantenere saldo quel significante, di cui sopra, al contesto sociale, politico, redazionale e culturale, oltre che scientifico, e quindi al servizio dei lettori e della gente non solo specializzata, ma anche comune, secondo quella deontologia professionale tanto sacra a un giornalista.
Interverranno il Soprintendente Archeologo Teresa Elena Cinquantaquattro e il Direttore Generale dell’ICCROM Stefano De Caro.
Come tutti sappiamo Arturo Fratta è stato uno dei giornalisti più attenti alle problematiche culturali del nostro territorio, una penna dalla lettura scorrevole, e gradevole allo stesso tempo, che ha dedicato, in modo scrupoloso, ma anche critico, il suo interesse all’osservatorio culturale della Magna Grecia. Così sono nati, tra i tanti, articoli sul quotidiano “Il Mattino” inerenti Neapolis, i Campi Flegrei, Pompei ed Ercolano.
Uomo di grande cultura penetrava nel senso più profondo di ogni accadimento ed evento relativi all’Archeologia, soffermandosi su una molteplicità di aspetti e dettagli importanti di natura scientifica che, messi a disposizione della cronaca e dell’informazione, assurgevano al più elevato rango di significante, ossia arricchito di ulteriori visioni e riflessioni anche di natura sociale, paesaggistica, ecologica e culturale, divenute testo storico-critico, a loro volta, per studiosi di generazioni contemporanee e future.
Fedele a questa ottica, Francesca Fratta ha raccolto gli articoli secondo un’impostazione non solo cronologica, a testimonianza dell’impegno profuso dal padre Arturo per tutto l’arco della sua vita professionale, ma anche concettualmente ideale, ovvero proiettata a mantenere saldo quel significante, di cui sopra, al contesto sociale, politico, redazionale e culturale, oltre che scientifico, e quindi al servizio dei lettori e della gente non solo specializzata, ma anche comune, secondo quella deontologia professionale tanto sacra a un giornalista.
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