A Baghdad restauratori italiani fanno rinascere un'antica sala di preghiera

Adnkronos |
Baghdad, Madrasa al-Mirjaniyya
02/01/2013
La sala di preghiera della Madrasa al-Mirjaniyya, la scuola o universita’ islamica costruita nel 1357 dopo Cristo e abbattuta a metà del Novecento per rettificare il percorso di una strada, verra’ ricostruita nelle sue dimensioni originali in una sala del Museo di Baghdad e al suo interno verranno ricollocati i reperti superstiti dell’abbattimento. A promuovere il progetto è la Farnesina.
Lo riferisce l’Adnkronos che ha interpellato, in proposito, il Ministro Plenipotenziario Stefano Queirolo Palmas, coordinatore per i Paesi del Golfo della Farnesina: “Sono interventi che favoriscono l’opera di stabilizzazione e consolidamento del tessuto sociale, aiutando l’Iraq ad avvicinarsi a vincere la sua scommessa in senso democratico”, ha dichiarato. I fondi e la professionalità impiegata per il progetto sono, dunque, italiani. L’archeologo Giuseppe Proietti, responsabile di numerosi progetti di recupero di beni artistici nel mondo per conto del Mibac, ha spiegato che: “In Iraq si e’ instaurata una vera e propria collaborazione intergovernativa fra il governo iracheno e quello italiano, incentrata sul grande progetto per la riqualificazione del Museo di Baghdad, uno dei più importanti del mondo. In pratica nel museo si ricostruirà in scala uno a uno la sala di preghiera e si ricollocheranno nella loro posizione orginaria gli elementi della decorazione architettonica, in mattoni incisi, che attualmente sono parzialmente esposti nelle sale del museo stesso. E’ inoltre in corso un ricerca in altri siti di Baghdad per rintracciare ulteriori elementi dei quali conosciamo l’esistenza”.
Lo riferisce l’Adnkronos che ha interpellato, in proposito, il Ministro Plenipotenziario Stefano Queirolo Palmas, coordinatore per i Paesi del Golfo della Farnesina: “Sono interventi che favoriscono l’opera di stabilizzazione e consolidamento del tessuto sociale, aiutando l’Iraq ad avvicinarsi a vincere la sua scommessa in senso democratico”, ha dichiarato. I fondi e la professionalità impiegata per il progetto sono, dunque, italiani. L’archeologo Giuseppe Proietti, responsabile di numerosi progetti di recupero di beni artistici nel mondo per conto del Mibac, ha spiegato che: “In Iraq si e’ instaurata una vera e propria collaborazione intergovernativa fra il governo iracheno e quello italiano, incentrata sul grande progetto per la riqualificazione del Museo di Baghdad, uno dei più importanti del mondo. In pratica nel museo si ricostruirà in scala uno a uno la sala di preghiera e si ricollocheranno nella loro posizione orginaria gli elementi della decorazione architettonica, in mattoni incisi, che attualmente sono parzialmente esposti nelle sale del museo stesso. E’ inoltre in corso un ricerca in altri siti di Baghdad per rintracciare ulteriori elementi dei quali conosciamo l’esistenza”.
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