Alessandra Baldoni. Senza
![Alessandra Baldoni. Senza, Biblioteca Enzo Tortora, Roma Alessandra Baldoni. Senza, Biblioteca Enzo Tortora, Roma](http://www.arte.it/foto/600x450/99/17574-bald.jpg)
Alessandra Baldoni. Senza, Biblioteca Enzo Tortora, Roma
Dal 06 Ottobre 2013 al 09 Novembre 2013
Roma
Luogo: Biblioteca Enzo Tortora
Indirizzo: via N. Zabaglia 27
Orari: da lunedì a venerdì 10-19; sabato 9-13
Curatori: Maddalena Rinaldi
Telefono per informazioni: +39 06 45460601
E-Mail info: e.merlino@bibliotechediroma.it
Sito ufficiale: http://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?jppagecode=biblioteca_enzo_tortora.wp
La Biblioteca Enzo Tortora è lieta di ospitare la mostra fotografica di Alessandra Baldoni “Senza”, curata da Maddalena Rinaldi in occasione della Nona Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI sabato 5 ottobre. La mostra propone un dialogo tra poesia e fotografia presentando un lavoro sull'assenza intesa come lacuna, mancanza, impossibilità, negazione e sarà visitabile fino al 9 novembre 2013.
Senza è un progetto che riflette con acuta eleganza e sensibile profondità sull’atto del fotografare con l’intento di spingersi fino a declinare l’assenza in una metaforica incapacità di significato e del significare. Scopo arduo che Alessandra Baldoni interpreta in molteplici contesti: esistenziali, geografici e politici.
Quelle proposte sono immagini da una lettura immediata, portatrici di un significato facilmente identificabile, capaci di costruire una mostra fotografica che racconta ciò che non c’è, ciò che non è dato per nascita o destino, ma anche ciò che svanisce irrimediabilmente.
Le opere alludono a quella crisi trasversale dei valori della politica e dell’economia, alla perdita dei tratti genetici, delle tradizioni, della propria vita (Senza volto) alla perdita delle proprie radici e del passato (Senza radici), ma anche all’assenza di punti cardinali e di linee di appartenenza a causa di guerre e conflitti (Senza geografia, Senza cammino, Senza rifugio).
L’artista fa dialogare la fotografia con i versi di Notti di pace occidentale di Antonella Anedda da cui trae ispirazione per i suoi scatti forti e densi di pathos. Scatti capaci di dar voce al silenzio imposto all’essere umano, scatti capaci di parlare anche di tutto ciò che non è dato sapere e che rende ancora più debole e solo l’uomo privo di risposte (Senza conoscenza, Senza parola).
La scelta della sede espositiva, Biblioteca Enzo Tortora, è dovuta alla necessità di interpretare complessivamente il senso dell’opera di Alessandra Baldoni e di offrire ai suoi scatti un luogo pertinente ed al contempo capace di valorizzarne sia la valenza estetica che poetica.
Senza è una mostra-evento che darà allo spettatore - fruitore della biblioteca - l’opportunità di scovare quasi per caso, nello spazio, le immagini forti e penetranti della Baldoni e di rileggere al contempo i versi della poesia di Antonella Anedda, per meglio comprendere il significato di entrambi i lavori. Durante la mostra, infatti, saranno organizzati reading di poesia ed eventi letterari a cura di Emanuele Merlino, autore teatrale e sceneggiatore, che vedranno la partecipazione dell'artista, ma anche di poeti, scrittori e attori, che interpreteranno i suoi scatti mettendo in scena un suggestivo dialogo tra le arti.
La ricerca estetica di Alessandra Baldoni (Perugia, 1976) riflette da sempre sulle specificità dell’atto fotografico in connessione con le altre arti, offrendo suggestive incursioni nella favola, nella letteratura o nella poesia, come in questo caso. L’artista mette in scena veri e propri set, costruendo un mondo metafisico ed incantato e cercando di raccontare i luoghi dell’anima, quelle geografie esistenziali in cui ognuno può riconoscersi. Temi centrali del suo lavoro sono la memoria, il sogno, la favola e l’amore.
Senza è un progetto che riflette con acuta eleganza e sensibile profondità sull’atto del fotografare con l’intento di spingersi fino a declinare l’assenza in una metaforica incapacità di significato e del significare. Scopo arduo che Alessandra Baldoni interpreta in molteplici contesti: esistenziali, geografici e politici.
Quelle proposte sono immagini da una lettura immediata, portatrici di un significato facilmente identificabile, capaci di costruire una mostra fotografica che racconta ciò che non c’è, ciò che non è dato per nascita o destino, ma anche ciò che svanisce irrimediabilmente.
Le opere alludono a quella crisi trasversale dei valori della politica e dell’economia, alla perdita dei tratti genetici, delle tradizioni, della propria vita (Senza volto) alla perdita delle proprie radici e del passato (Senza radici), ma anche all’assenza di punti cardinali e di linee di appartenenza a causa di guerre e conflitti (Senza geografia, Senza cammino, Senza rifugio).
L’artista fa dialogare la fotografia con i versi di Notti di pace occidentale di Antonella Anedda da cui trae ispirazione per i suoi scatti forti e densi di pathos. Scatti capaci di dar voce al silenzio imposto all’essere umano, scatti capaci di parlare anche di tutto ciò che non è dato sapere e che rende ancora più debole e solo l’uomo privo di risposte (Senza conoscenza, Senza parola).
La scelta della sede espositiva, Biblioteca Enzo Tortora, è dovuta alla necessità di interpretare complessivamente il senso dell’opera di Alessandra Baldoni e di offrire ai suoi scatti un luogo pertinente ed al contempo capace di valorizzarne sia la valenza estetica che poetica.
Senza è una mostra-evento che darà allo spettatore - fruitore della biblioteca - l’opportunità di scovare quasi per caso, nello spazio, le immagini forti e penetranti della Baldoni e di rileggere al contempo i versi della poesia di Antonella Anedda, per meglio comprendere il significato di entrambi i lavori. Durante la mostra, infatti, saranno organizzati reading di poesia ed eventi letterari a cura di Emanuele Merlino, autore teatrale e sceneggiatore, che vedranno la partecipazione dell'artista, ma anche di poeti, scrittori e attori, che interpreteranno i suoi scatti mettendo in scena un suggestivo dialogo tra le arti.
La ricerca estetica di Alessandra Baldoni (Perugia, 1976) riflette da sempre sulle specificità dell’atto fotografico in connessione con le altre arti, offrendo suggestive incursioni nella favola, nella letteratura o nella poesia, come in questo caso. L’artista mette in scena veri e propri set, costruendo un mondo metafisico ed incantato e cercando di raccontare i luoghi dell’anima, quelle geografie esistenziali in cui ognuno può riconoscersi. Temi centrali del suo lavoro sono la memoria, il sogno, la favola e l’amore.
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