Da Guercino a Caravaggio. Sir Denis Mahon e l'arte italiana del XVII secolo
Dal 26 Settembre 2014 al 08 Febbraio 2015
Roma
Luogo: Palazzo Barberini
Indirizzo: via delle Quattro Fontane 13
Curatori: Mina Gregori, Daniele Benati
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e Beni Culturali
- Trustee della Fondazione Mahon
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali
- Ministero degli Affari Esteri
Costo del biglietto: intero € 15, ridotto € 11.50 / € 8.50
Telefono per informazioni: 89.24.24
Sito ufficiale: http://daguercinoacaravaggio.it
La Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini, in collaborazione con la soc. Beni Culturali e con il sostegno di The Sir Denis Mahon Charitable Trust, dà vita ad una rassegna culturale che, per completezza e rigore, sarà da considerare un omaggio di ampio respiro alla grande stagione del Barocco e all’opera di Sir Denis Mahon, che di tale periodo fu grande studioso ed estimatore di fama internazionale.
Il progetto, a cura di Mina Gregori, è realizzato con la preziosa collaborazione del Trustee della Fondazione Mahon e con il supporto dei suoi illustri colleagues. A sostegno scientifico di questo ambizioso progetto, Mina Gregori sarà affiancata da Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese, e da Serjei Androsov, direttore del Dipartimento dell’arte europea occidentale dell’Hermitage Museum.
La mostra è stata concepita direttamente dallo stesso Mahon che già nel 2009 manifestò alla Prof.ssa Mina Gregori e all’Ing. Roberto Celli, il desiderio di festeggiare i suoi 100 anni assieme ai dipinti che lo avevano accompagnato nel corso della sua vita, radunando almeno parte dei capolavori che aveva collezionato e donato alle più prestigiose istituzioni internazionali, oltre ad esporre alcune eccezionali attribuzioni e scoperte fatte, da Guercino a Caravaggio a Poussin.
Come ben dice Nicholas Penny, direttore della National Gallery di Londra, “quella di Sir Denis Mahon è la collezione privata più pubblica che esista”, proprio per il suo grande mecenatismo e senso civico che l’hanno portato a donare tutte le sue opere a istituzioni pubbliche affinché fossero fruibili dal maggior numero possibile di persone.
La mostra è prima di tutto un omaggio a un grande gentiluomo della storia dell’arte che, con inimitabile tatto e britannica concretezza, ha profondamente influito sulla riconsiderazione del primo Seicento.
Partendo a cerchi concentrici dallo studio del prediletto Guercino, Mahon ha saputo proporre in una nuova e più convincente luce la pittura bolognese alle soglie del Seicento, e ha condotto pioneristiche scoperte su Caravaggio e su Nicola Poussin.
Sir Denis Mahon è stato, sin dall’inizio della sua carriera, il principale promotore in Gran Bretagna della rinascita e dell’interesse per il Barocco italiano e si deve proprio a lui – il più grande storico dell’arte e collezionista della sua epoca – l’indomito impegno nel rendere di dominio pubblico le grandi collezioni statali, nella convinzione che il patrimonio artistico della nazione appartenga ai cittadini che la abitano.
Accanto a una rosa di dipinti provenienti dalla sua collezione e lasciati ad importanti istituzioni museali alle quali si sentiva più legato, la mostra fa il punto, attraverso una scelta mirata di dipinti, sulle scoperte e gli studi condotti da Mahon sull’arte del Seicento italiano, alla cui rivalutazione in campo internazionale ha contribuito in maniera decisiva fin dagli anni trenta del secolo scorso. In molti casi, gli studi di Sir Denis Mahon hanno consentito l’attribuzione dei dipinti e spiegato il “modus operandi” di alcuni artisti, fra cui Caravaggio, e che oggi costituiscono il patrimonio culturale dei più importanti musei del mondo.
Parallelamente cresceva il suo interesse per la pittura del Caravaggio, di cui la mostra presenta un nucleo di importanti capolavori, nell’intento di chiarire la posizione critica di Mahon accanto a quella del maggiore ‘specialista’ italiano dell’artista, Roberto Longhi.
Il catalogo della mostra, infatti, include diverse testimonianze e studi sull’opera di Caravaggio oltre che un saggio di Mina Gregori sul rapporto fra Mahon e Longhi e sul folto carteggio fra i due storici dell’arte, entrambi accesi sostenitori del barocco.
Appassionato dell’Italia, Mahon riversò il suo interesse anche su altri artisti, come Nicola Poussin, che in Italia avevano lavorato e che la mostra esemplificherà attraverso dipinti prestati da imponenti musei italiani e stranieri, per terminare sui quadri della sua collezione personale, incentrata sui protagonisti del Seicento italiano.
In mostra saranno presenti circa 40 capolavori assoluti: non solo infatti quelli appartenuti alla sua collezione, i cui dipinti sono in parte alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, ma anche alcuni capolavori, come quelli di Poussin, Guercino e Carracci, provenienti dall’Hermitage Museum di San Pietroburgo.
La mostra intende valorizzare, inoltre, un nutrito gruppo di opere provenienti dalle aree del terremoto emiliano del 2012 e che furono conosciute ed amate da Sir Denis Mahon negli anni dei suoi viaggi in Italia. Su alcune di queste si intende mettere in evidenza, oltre lo straordinario valore culturale, la storia della messa in sicurezza di tali capolavori e del loro recupero tramite l’opera di tanti artigiani della cultura che in questi anni hanno incessantemente e silenziosamente lavorato.
Il progetto, a cura di Mina Gregori, è realizzato con la preziosa collaborazione del Trustee della Fondazione Mahon e con il supporto dei suoi illustri colleagues. A sostegno scientifico di questo ambizioso progetto, Mina Gregori sarà affiancata da Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese, e da Serjei Androsov, direttore del Dipartimento dell’arte europea occidentale dell’Hermitage Museum.
La mostra è stata concepita direttamente dallo stesso Mahon che già nel 2009 manifestò alla Prof.ssa Mina Gregori e all’Ing. Roberto Celli, il desiderio di festeggiare i suoi 100 anni assieme ai dipinti che lo avevano accompagnato nel corso della sua vita, radunando almeno parte dei capolavori che aveva collezionato e donato alle più prestigiose istituzioni internazionali, oltre ad esporre alcune eccezionali attribuzioni e scoperte fatte, da Guercino a Caravaggio a Poussin.
Come ben dice Nicholas Penny, direttore della National Gallery di Londra, “quella di Sir Denis Mahon è la collezione privata più pubblica che esista”, proprio per il suo grande mecenatismo e senso civico che l’hanno portato a donare tutte le sue opere a istituzioni pubbliche affinché fossero fruibili dal maggior numero possibile di persone.
La mostra è prima di tutto un omaggio a un grande gentiluomo della storia dell’arte che, con inimitabile tatto e britannica concretezza, ha profondamente influito sulla riconsiderazione del primo Seicento.
Partendo a cerchi concentrici dallo studio del prediletto Guercino, Mahon ha saputo proporre in una nuova e più convincente luce la pittura bolognese alle soglie del Seicento, e ha condotto pioneristiche scoperte su Caravaggio e su Nicola Poussin.
Sir Denis Mahon è stato, sin dall’inizio della sua carriera, il principale promotore in Gran Bretagna della rinascita e dell’interesse per il Barocco italiano e si deve proprio a lui – il più grande storico dell’arte e collezionista della sua epoca – l’indomito impegno nel rendere di dominio pubblico le grandi collezioni statali, nella convinzione che il patrimonio artistico della nazione appartenga ai cittadini che la abitano.
Accanto a una rosa di dipinti provenienti dalla sua collezione e lasciati ad importanti istituzioni museali alle quali si sentiva più legato, la mostra fa il punto, attraverso una scelta mirata di dipinti, sulle scoperte e gli studi condotti da Mahon sull’arte del Seicento italiano, alla cui rivalutazione in campo internazionale ha contribuito in maniera decisiva fin dagli anni trenta del secolo scorso. In molti casi, gli studi di Sir Denis Mahon hanno consentito l’attribuzione dei dipinti e spiegato il “modus operandi” di alcuni artisti, fra cui Caravaggio, e che oggi costituiscono il patrimonio culturale dei più importanti musei del mondo.
Parallelamente cresceva il suo interesse per la pittura del Caravaggio, di cui la mostra presenta un nucleo di importanti capolavori, nell’intento di chiarire la posizione critica di Mahon accanto a quella del maggiore ‘specialista’ italiano dell’artista, Roberto Longhi.
Il catalogo della mostra, infatti, include diverse testimonianze e studi sull’opera di Caravaggio oltre che un saggio di Mina Gregori sul rapporto fra Mahon e Longhi e sul folto carteggio fra i due storici dell’arte, entrambi accesi sostenitori del barocco.
Appassionato dell’Italia, Mahon riversò il suo interesse anche su altri artisti, come Nicola Poussin, che in Italia avevano lavorato e che la mostra esemplificherà attraverso dipinti prestati da imponenti musei italiani e stranieri, per terminare sui quadri della sua collezione personale, incentrata sui protagonisti del Seicento italiano.
In mostra saranno presenti circa 40 capolavori assoluti: non solo infatti quelli appartenuti alla sua collezione, i cui dipinti sono in parte alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, ma anche alcuni capolavori, come quelli di Poussin, Guercino e Carracci, provenienti dall’Hermitage Museum di San Pietroburgo.
La mostra intende valorizzare, inoltre, un nutrito gruppo di opere provenienti dalle aree del terremoto emiliano del 2012 e che furono conosciute ed amate da Sir Denis Mahon negli anni dei suoi viaggi in Italia. Su alcune di queste si intende mettere in evidenza, oltre lo straordinario valore culturale, la storia della messa in sicurezza di tali capolavori e del loro recupero tramite l’opera di tanti artigiani della cultura che in questi anni hanno incessantemente e silenziosamente lavorato.
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