Dal 28 luglio al via le celebrazioni con un ricco programma di eventi
150 anni di Pellizza da Volpedo. Tutti gli appuntamenti per ricordare l'artista del Quarto Stato
Giuseppe Pellizza da Volpedo, La piazza di Volpedo, 1888, olio su tela, 96 x 78 cm, Milano, collezione privata
Samantha De Martin
26/07/2018
Milano - “Son uomini, donne, vecchi, bambini: affamati tutti che vengono a reclamare ciò che di diritto. Essi hanno sofferto assai, è giunta l'ora del riscatto, così pensano e non vogliono ottenere colla forza, ma colla ragione”.
Sciveva così Giuseppe Pellizza da Volpedo a proposito de Gli Ambasciatori della fame del 1895, ultima tappa verso quella Fiumana che avrebbe portato lo stesso artista a comporre “il più grande manifesto che il proletariato potesse vantare tra Otto e Novecento”.
A 150 anni dalla nascita del maestro del Quarto Stato, una serie di mostre e appuntamenti, da Milano a Volpedo, celebrano la pittura sociale di Giuseppe Pellizza.
Il 28 luglio al via le celebrazioni a Volpedo
Si comincia il 28 luglio, nel borgo in provincia di Alessandria che diede i natali all’artista, dove ancora oggi è possibile visitare la casa-studio del pittore.
Le lettere che il maestro scrisse a parenti e amici saranno il punto di partenza dello spettacolo teatrale itinerante Caro amico pittore, che verrà replicato il 2 settembre.
Sempre a Volpedo, nello Studio del pittore in via Rosano, sarà allestita, dal 1° al 30 settembre, la mostra Capolavori che ritornano, un percorso espositivo che ne ricostruisce la ricerca artistica, presentando alcune delle sue opere più significative e ponendole in dialogo critico con tele stabilmente presenti nello studio.
Cinque lavori appartenenti a diversi momenti delle stagioni creative dell'autore e in prestito da alcuni musei italiani, tornano nell'atelier in cui furono realizzate tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Il mediatore Giani, Biancheria al sole e Prato fiorito - quest'ultima in arrivo dalla galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma - Autoritratto, oggi agli Uffizi, la tela Membra stanche o Famiglia di emigranti, che segna il ritorno della tematica sociale dopo il Quarto Stato, tracciano le tappe di un viaggio nella carriera e tra gli stili del pittore.
Per finanziare la mostra e il restauro della porta di accesso che collegava l’abitazione all’atelier è stato anche attivato dai volontari dell’Associazione Pellizza da Volpedo un crowdfunding presentato sulla piattaforma Eppela.
A Milano due appuntamenti tra le Gallerie Maspes e le Gallerie Enrico
In autunno i festeggiamenti si spostano a Milano, la città che accoglie i più importanti capolavori dell’artista: Fiumana, alla Pinacoteca di Brera e il Quarto Stato - immagine iconica delle battaglie sociali del secolo scorso - al Museo del Novecento.
L’esposizione, che avrà luogo dal 12 ottobre al 22 dicembre tra le Gallerie Maspes e le Gallerie Enrico, presenterà quindici tra i più celebri capolavori dell’artista piemontese, ripercorrendo i temi più emblematici del suo stile anche con l’aiuto di una serie di indagini diagnostiche che permetteranno di leggere le opere da un nuovo punto di vista.
Si tratta della prima personale a Milano dedicata all’artista dopo un secolo, e precisamente dopo quella che nel 1920 alla Galleria Pesaro aveva salutato l’acquisto del Quarto Stato da parte delle Civiche Raccolte grazie a una sottoscrizione pubblica.
Il percorso espositivo si snoderà tra le opere più famose di Pellizza da Volpedo, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, offrendo anche una panoramica sulla produzione del pittore piemontese nel ventennio tra il 1887 e il 1907, dai ritratti e dalle nature morte del primo periodo agli intensi paesaggi dell’ultimo, passando per i celebri quadri di denuncia sociale, particolarmente cari all’artista.
Alle Gallerie Maspes, la sezione dal titolo Pellizza da Volpedo. Oltre l’immagine, avrà al centro una selezione di opere accompagnate dai risultati delle indagini non invasive condotte da Thierry Radelet su un importante gruppo di quadri.
Per la prima volta sarà pertanto possibile esaminare scientificamente un ampio corpus di tele, per comprendere il modus operandi del pittore e l’evolvere della sua tecnica. Nell’allestimento sarà inoltre inserita la radiografia del Quarto Stato a grandezza naturale.
Il viaggio nell’arte e nelle tecniche dell’artista piemontese, a 150 anni dalla nascita, prosegue sempre a Milano alle Gallerie Enrico con Pellizza da Volpedo. Divisionismo e divisionisti, percorso che pone alcuni lavori dell’artista in dialogo con capolavori di maestri del Divisionismo, tra i quali quali Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Cesare Maggi, Carlo Fornara, Gaetano Previati.
Pellizza da Volpedo infatti, al pari di Segantini, fu al centro di una straordinaria stagione artistica - idealmente iniziata con la Prima Triennale di Brera del 1891 - ideatrice di un linguaggio pittorico innovativo, vincolato a un modello scientifico, in grado di raccontare i cambiamenti sociali e culturali dell’epoca attraverso la stesura del colore diviso.
Sciveva così Giuseppe Pellizza da Volpedo a proposito de Gli Ambasciatori della fame del 1895, ultima tappa verso quella Fiumana che avrebbe portato lo stesso artista a comporre “il più grande manifesto che il proletariato potesse vantare tra Otto e Novecento”.
A 150 anni dalla nascita del maestro del Quarto Stato, una serie di mostre e appuntamenti, da Milano a Volpedo, celebrano la pittura sociale di Giuseppe Pellizza.
Il 28 luglio al via le celebrazioni a Volpedo
Si comincia il 28 luglio, nel borgo in provincia di Alessandria che diede i natali all’artista, dove ancora oggi è possibile visitare la casa-studio del pittore.
Le lettere che il maestro scrisse a parenti e amici saranno il punto di partenza dello spettacolo teatrale itinerante Caro amico pittore, che verrà replicato il 2 settembre.
Sempre a Volpedo, nello Studio del pittore in via Rosano, sarà allestita, dal 1° al 30 settembre, la mostra Capolavori che ritornano, un percorso espositivo che ne ricostruisce la ricerca artistica, presentando alcune delle sue opere più significative e ponendole in dialogo critico con tele stabilmente presenti nello studio.
Cinque lavori appartenenti a diversi momenti delle stagioni creative dell'autore e in prestito da alcuni musei italiani, tornano nell'atelier in cui furono realizzate tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Il mediatore Giani, Biancheria al sole e Prato fiorito - quest'ultima in arrivo dalla galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma - Autoritratto, oggi agli Uffizi, la tela Membra stanche o Famiglia di emigranti, che segna il ritorno della tematica sociale dopo il Quarto Stato, tracciano le tappe di un viaggio nella carriera e tra gli stili del pittore.
Per finanziare la mostra e il restauro della porta di accesso che collegava l’abitazione all’atelier è stato anche attivato dai volontari dell’Associazione Pellizza da Volpedo un crowdfunding presentato sulla piattaforma Eppela.
A Milano due appuntamenti tra le Gallerie Maspes e le Gallerie Enrico
In autunno i festeggiamenti si spostano a Milano, la città che accoglie i più importanti capolavori dell’artista: Fiumana, alla Pinacoteca di Brera e il Quarto Stato - immagine iconica delle battaglie sociali del secolo scorso - al Museo del Novecento.
L’esposizione, che avrà luogo dal 12 ottobre al 22 dicembre tra le Gallerie Maspes e le Gallerie Enrico, presenterà quindici tra i più celebri capolavori dell’artista piemontese, ripercorrendo i temi più emblematici del suo stile anche con l’aiuto di una serie di indagini diagnostiche che permetteranno di leggere le opere da un nuovo punto di vista.
Si tratta della prima personale a Milano dedicata all’artista dopo un secolo, e precisamente dopo quella che nel 1920 alla Galleria Pesaro aveva salutato l’acquisto del Quarto Stato da parte delle Civiche Raccolte grazie a una sottoscrizione pubblica.
Il percorso espositivo si snoderà tra le opere più famose di Pellizza da Volpedo, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, offrendo anche una panoramica sulla produzione del pittore piemontese nel ventennio tra il 1887 e il 1907, dai ritratti e dalle nature morte del primo periodo agli intensi paesaggi dell’ultimo, passando per i celebri quadri di denuncia sociale, particolarmente cari all’artista.
Alle Gallerie Maspes, la sezione dal titolo Pellizza da Volpedo. Oltre l’immagine, avrà al centro una selezione di opere accompagnate dai risultati delle indagini non invasive condotte da Thierry Radelet su un importante gruppo di quadri.
Per la prima volta sarà pertanto possibile esaminare scientificamente un ampio corpus di tele, per comprendere il modus operandi del pittore e l’evolvere della sua tecnica. Nell’allestimento sarà inoltre inserita la radiografia del Quarto Stato a grandezza naturale.
Il viaggio nell’arte e nelle tecniche dell’artista piemontese, a 150 anni dalla nascita, prosegue sempre a Milano alle Gallerie Enrico con Pellizza da Volpedo. Divisionismo e divisionisti, percorso che pone alcuni lavori dell’artista in dialogo con capolavori di maestri del Divisionismo, tra i quali quali Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Cesare Maggi, Carlo Fornara, Gaetano Previati.
Pellizza da Volpedo infatti, al pari di Segantini, fu al centro di una straordinaria stagione artistica - idealmente iniziata con la Prima Triennale di Brera del 1891 - ideatrice di un linguaggio pittorico innovativo, vincolato a un modello scientifico, in grado di raccontare i cambiamenti sociali e culturali dell’epoca attraverso la stesura del colore diviso.
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