I Predatori dell’Arte e il Patrimonio ritrovato: le storie del recupero
Il patrimonio ritrovato di Vulci
La Redazione
03/08/2013
Viterbo - La mostra “I Predatori dell’Arte e il Patrimonio ritrovato: le storie del recupero”, già allestita nel 2012 al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, arriva a Vulci, città etrusco-romana che sorge in una delle aree più colpite dagli scavi clandestini.
La raccolta, riadeguata per mettere in risalto soprattutto i reperti provenienti da questa zona, è il frutto di una selezione dell’imponente patrimonio disperso negli scavi di frodo cominciati negli ’70 e salvato dal Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nel corso di un maxi sequestro operato in Svizzera nel 1995.
Le sezioni in cui il percorso è organizzato raccontano il viaggio dei reperti, evidenziando le rotte del traffico illecito, e illustrando i sistemi messi a punto per raggiungere i musei stranieri, specialmente americani.
Il Castello della Badia, sede del museo archeologico, ospiterà l’esposizione fino al 31 dicembre.
La raccolta, riadeguata per mettere in risalto soprattutto i reperti provenienti da questa zona, è il frutto di una selezione dell’imponente patrimonio disperso negli scavi di frodo cominciati negli ’70 e salvato dal Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nel corso di un maxi sequestro operato in Svizzera nel 1995.
Le sezioni in cui il percorso è organizzato raccontano il viaggio dei reperti, evidenziando le rotte del traffico illecito, e illustrando i sistemi messi a punto per raggiungere i musei stranieri, specialmente americani.
Il Castello della Badia, sede del museo archeologico, ospiterà l’esposizione fino al 31 dicembre.
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