Dal 21 giugno al 21 ottobre
Arte contro la camorra a Casal di Principe
Incredulità di San Tommaso, Michelangelo Merisi da Caravaggio
Ludovica Sanfelice
19/06/2015
Caserta - Gli Uffizi di Firenze trasferiscono a Casal di Principe otto dipinti che insieme ad altre nove opere provenienti dai musei di Capodimonte, Capua e Caserta daranno forma alla mostra temporanea “La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe”.
Un atto di sfida alla camorra nella terra in cui la criminalità organizzata esercita la propria egemonia viene così lanciata da uno dei più importanti poli museali italiani che ha selezionato un corpus di lavori di scuola caravaggesca. Opere legate al territorio da un filo che si riavvolge fino all’attentato di mafia che nella notte tra il 26 e il 27 maggio provocò una strage in via dei Georgofili, infliggendo gravi danni anche al patrimonio artistico e in particolare proprio ai dipinti dei caravaggisti.
L’esposizione, a cura di Antonio Natali, direttore degli Uffizi, e Fabrizio Vona, direttore del polo museale della Puglia, che insieme hanno costruito un percorso che riflette sul senso più profondo di rivoluzione, è dedicata a don Giuseppe Diana, emblema della lotta alla camorra che venne freddato nella sagrestia della sua chiesa a Casal di Principe nel 1994. Ad animare l'evento: l’intenzione di favorire la costruzione di un polo culturale che si ponga come alternativa sociale ed economica incoraggiando il riscatto dei territori sottoposti alla tirannia dei clan.
Nella rassegna, che aprirà il 21 giugno nelle sorvegliatissime sale di una villa confiscata ad un boss e rintitolata al sacerdote, il pubblico avrà occasione di ammirare opere eccezionali come la “Santa Caterina d’Alessandria” di Artemisia Gentileschi, “Carità” di Luca Giordano, “Vanità” di Mattia Preti (Vanità) e la celebre scultura Mater Matuta del museo archeologico di Capua.
Un atto di sfida alla camorra nella terra in cui la criminalità organizzata esercita la propria egemonia viene così lanciata da uno dei più importanti poli museali italiani che ha selezionato un corpus di lavori di scuola caravaggesca. Opere legate al territorio da un filo che si riavvolge fino all’attentato di mafia che nella notte tra il 26 e il 27 maggio provocò una strage in via dei Georgofili, infliggendo gravi danni anche al patrimonio artistico e in particolare proprio ai dipinti dei caravaggisti.
L’esposizione, a cura di Antonio Natali, direttore degli Uffizi, e Fabrizio Vona, direttore del polo museale della Puglia, che insieme hanno costruito un percorso che riflette sul senso più profondo di rivoluzione, è dedicata a don Giuseppe Diana, emblema della lotta alla camorra che venne freddato nella sagrestia della sua chiesa a Casal di Principe nel 1994. Ad animare l'evento: l’intenzione di favorire la costruzione di un polo culturale che si ponga come alternativa sociale ed economica incoraggiando il riscatto dei territori sottoposti alla tirannia dei clan.
Nella rassegna, che aprirà il 21 giugno nelle sorvegliatissime sale di una villa confiscata ad un boss e rintitolata al sacerdote, il pubblico avrà occasione di ammirare opere eccezionali come la “Santa Caterina d’Alessandria” di Artemisia Gentileschi, “Carità” di Luca Giordano, “Vanità” di Mattia Preti (Vanità) e la celebre scultura Mater Matuta del museo archeologico di Capua.
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