L'ex ufficio di Igiene ospita la collezione Cerasi
La nuova vita di Palazzo Merulana
Il salone di Palazzo Merulana con, sullo sfondo, Il direttore delle stelle di Jan Fabre. Courtesy of Coopculture
Samantha De Martin
14/05/2018
Roma - Dove un tempo era l’Ufficio di Igiene del Comune, sostituito per anni da un degradato vuoto urbano, oggi le sculture di Antonietta Raphaël, il busto di Dante in ceramica policroma di Luigi Ontani, un Concetto spaziale in bronzo di Lucio Fontana fanno capolino dalle ampie vetrate come un invito, rivolto al visitatore, a partecipare alla rinascita di Palazzo Merulana.
Perché entrando nella luminosa Sala delle sculture al piano terra e ad accesso gratuito - il costo del biglietto per l'intero museo è invece di 4 euro - dove un bookshop e una caffetteria consentono di gustare una centrifuga tra i lavori di Pericle Fazzini, Giuseppe Penone e altri artisti, la sensazione è quella di trovarsi in una casa accogliente, gradevole, dall’atmosfera decisamente rilassata.
Con i suoi 1800 metri quadri, questo edificio in stile umbertino, completamente rinnovato e distribuito su quattro piani, accoglie la collezione della Fondazione Elena e Claudio Cerasi. L’imponente struttura, parzialmente abbattuta negli anni Sessanta, e poi lasciata fino ad oggi in rovina, accoglie adesso al suo interno un inedito percorso artistico.
La storia di questa prestigiosa raccolta inizia nel 1985 con l’acquisto dell’opera Piccoli saltimbanchi di Antonio Donghi. Guidati dal loro gusto personale e da una crescente passione, il costruttore Claudio Cerasi e sua moglie hanno orientato le proprie scelte verso il contesto romano nelle sue varie espressioni, dal “Realismo magico” alla “Scuola di via Cavour”, dalla pittura tonale degli anni Trenta alla fase realista ed espressionista che si apre alla vigilia della seconda guerra mondiale. Così ha preso forma il nucleo principale della raccolta - ospitato al secondo piano dell’edificio, cuore pulsante della collezione Cerasi - caratterizzato da lavori di Capogrossi, Raphaël, Mafai, Scipione, Trombadori, Pirandello, Fazzini, Leoncillo.
Ad accogliere il visitatore al secondo piano, un olio su tavola con rete dedicato da Giacomo Balla al pugile campione del mondo Primo Carnera. Poco più avanti, l’accogliente salone invita gli ospiti di passaggio ad accomodarsi sui divani disposti tra le opere, sotto la bacchetta de Il direttore delle stelle di Jan Fabre - uno degli ultimi lavori entrati in collezione - che sembra orchestrare un armonioso concerto tra capolavori illustri, da Ballo sul fiume di Giuseppe Capogrossi alla Ciociara di Scipione, dall’Autoritratto con violino di Antonietta Raphaël al Ritratto di ragazzo in blu di Mario Mafai.
Più volte lo sguardo si posa sulle magnetiche Cabine misteriose di Giorgio de Chirico, su Le mille e una notte di Alberto Savinio, sul Paesaggio urbano di Mario Sironi, prima di raggiungere il terzo piano, dove la Galleria - un dinamico spazio affacciato al contemporaneo - sfoggia opere di Boetti, Schifano, Fausto Pirandello, Titina Maselli, Tano Festa, La ragazza alla macchina da scrivere di Mafai, oltre alle mostre temporanee.
Infine, l’Attico di Palazzo Merulana - con le sue fotografie che documentano il passato dell’edificio, il lungo periodo dell’abbandono e il recente recupero - è una cornice destinata alle attività culturali e agli eventi gastronomici. A testimonianza del fatto che l’edificio - lungi dall’essere un semplice luogo espositivo - rappresenta un prezioso scrigno per la produzione di eventi culturali, un attrattore sociale che ambisce ad unire cittadini, associazioni, e comunità dell’Esquilino - uno dei quartieri più multietnici della capitale - attraverso un’autentica operazione di “ricucitura urbana”.
La struttura, di proprietà del Comune, è stata recuperata grazie ad un project financing - deciso già nel 2004 - dalla famiglia Cerasi, titolare della SAC Spa, che dopo l’elegante e accurato restauro, ha messo a disposizione il corpo centrale e più monumentale dell’edificio. La Fondazione Cerasi ha scelto CoopCulture come partner per una gestione innovativa del palazzo e una fruizione diffusa della collezione.
Come luogo di eventi, letture, spettacoli, presentazioni di libri, incontri con autori e scrittori, grandi personalità dell’arte contemporanea, Palazzo Merulana aspira insomma a diventare un poliedrico spazio dedicato all'arte e alla cultura.
A ottobre prossimo inaugurerà, ad esempio, la mostra monografica su I bagni misteriosi di Giorgio de Chirico, mentre non mancheranno progetti di collaborazione con i teatri del territorio e attività multiculturali e di accoglienza alle tradizioni delle comunità migranti, finalizzate a far crescere, nell'immaginario collettivo, la percezione del Palazzo come luogo di dialogo e di conoscenza, come spazio per la crescita culturale e sociale del territorio e della sua comunità.
Leggi anche:
• Ovidio Jacorossi racconta il suo MUSIA, un omaggio all'arte contemporanea nel cuore di Roma
Perché entrando nella luminosa Sala delle sculture al piano terra e ad accesso gratuito - il costo del biglietto per l'intero museo è invece di 4 euro - dove un bookshop e una caffetteria consentono di gustare una centrifuga tra i lavori di Pericle Fazzini, Giuseppe Penone e altri artisti, la sensazione è quella di trovarsi in una casa accogliente, gradevole, dall’atmosfera decisamente rilassata.
Con i suoi 1800 metri quadri, questo edificio in stile umbertino, completamente rinnovato e distribuito su quattro piani, accoglie la collezione della Fondazione Elena e Claudio Cerasi. L’imponente struttura, parzialmente abbattuta negli anni Sessanta, e poi lasciata fino ad oggi in rovina, accoglie adesso al suo interno un inedito percorso artistico.
La storia di questa prestigiosa raccolta inizia nel 1985 con l’acquisto dell’opera Piccoli saltimbanchi di Antonio Donghi. Guidati dal loro gusto personale e da una crescente passione, il costruttore Claudio Cerasi e sua moglie hanno orientato le proprie scelte verso il contesto romano nelle sue varie espressioni, dal “Realismo magico” alla “Scuola di via Cavour”, dalla pittura tonale degli anni Trenta alla fase realista ed espressionista che si apre alla vigilia della seconda guerra mondiale. Così ha preso forma il nucleo principale della raccolta - ospitato al secondo piano dell’edificio, cuore pulsante della collezione Cerasi - caratterizzato da lavori di Capogrossi, Raphaël, Mafai, Scipione, Trombadori, Pirandello, Fazzini, Leoncillo.
Ad accogliere il visitatore al secondo piano, un olio su tavola con rete dedicato da Giacomo Balla al pugile campione del mondo Primo Carnera. Poco più avanti, l’accogliente salone invita gli ospiti di passaggio ad accomodarsi sui divani disposti tra le opere, sotto la bacchetta de Il direttore delle stelle di Jan Fabre - uno degli ultimi lavori entrati in collezione - che sembra orchestrare un armonioso concerto tra capolavori illustri, da Ballo sul fiume di Giuseppe Capogrossi alla Ciociara di Scipione, dall’Autoritratto con violino di Antonietta Raphaël al Ritratto di ragazzo in blu di Mario Mafai.
Più volte lo sguardo si posa sulle magnetiche Cabine misteriose di Giorgio de Chirico, su Le mille e una notte di Alberto Savinio, sul Paesaggio urbano di Mario Sironi, prima di raggiungere il terzo piano, dove la Galleria - un dinamico spazio affacciato al contemporaneo - sfoggia opere di Boetti, Schifano, Fausto Pirandello, Titina Maselli, Tano Festa, La ragazza alla macchina da scrivere di Mafai, oltre alle mostre temporanee.
Infine, l’Attico di Palazzo Merulana - con le sue fotografie che documentano il passato dell’edificio, il lungo periodo dell’abbandono e il recente recupero - è una cornice destinata alle attività culturali e agli eventi gastronomici. A testimonianza del fatto che l’edificio - lungi dall’essere un semplice luogo espositivo - rappresenta un prezioso scrigno per la produzione di eventi culturali, un attrattore sociale che ambisce ad unire cittadini, associazioni, e comunità dell’Esquilino - uno dei quartieri più multietnici della capitale - attraverso un’autentica operazione di “ricucitura urbana”.
La struttura, di proprietà del Comune, è stata recuperata grazie ad un project financing - deciso già nel 2004 - dalla famiglia Cerasi, titolare della SAC Spa, che dopo l’elegante e accurato restauro, ha messo a disposizione il corpo centrale e più monumentale dell’edificio. La Fondazione Cerasi ha scelto CoopCulture come partner per una gestione innovativa del palazzo e una fruizione diffusa della collezione.
Come luogo di eventi, letture, spettacoli, presentazioni di libri, incontri con autori e scrittori, grandi personalità dell’arte contemporanea, Palazzo Merulana aspira insomma a diventare un poliedrico spazio dedicato all'arte e alla cultura.
A ottobre prossimo inaugurerà, ad esempio, la mostra monografica su I bagni misteriosi di Giorgio de Chirico, mentre non mancheranno progetti di collaborazione con i teatri del territorio e attività multiculturali e di accoglienza alle tradizioni delle comunità migranti, finalizzate a far crescere, nell'immaginario collettivo, la percezione del Palazzo come luogo di dialogo e di conoscenza, come spazio per la crescita culturale e sociale del territorio e della sua comunità.
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