Dal 21 dicembre al 13 aprile al Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme (Trento)
Il Realismo magico nell'arte sarda: a Cavalese la Collezione De Montis
Mario Delitala, Donna di Orani, 1953, Collezione De Montis
Samantha De Martin
19/12/2019
Trento - Dai sofisticati figurini di Edina Altara al colorismo crepitante di Antonio Ballero, dal mondo rurale di Carmelo Floris ai pupazzi di Eugenio Tavolara, l’universo sardo, con il suo crogiolo di tradizioni secolari riflesse in espressioni artistiche variopinte, “accomunate dall’amore per una terra eternamente sospesa tra apertura al ‘continente’ e un folclore tenacemente custodito e coltivato”, rivive in una mostra nel comune trentino di Cavalese.
Sede del percorso, il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, simbolo delle millenarie tradizioni di autogoverno ed autonomia della popolazione locale e riaperto al pubblico nel luglio 2012 dopo un’ampia campagna di restauri.
Un patrimonio unico che accoglie, oltre alle opere, costumi, gioielli, cesti, tessuti e terraglie artigianali, e appartenente alla collezione di Stefano e Anna Pia De Montis - la più importante raccolta di arte sarda del Novecento - guida il visitatore attraverso la mostra “Il Realismo Magico nell’Arte Sarda” in programma dal 21 dicembre al 13 aprile.
Oggetti, tessuti, manufatti provenienti dalla Sardegna dialogano con opere pittoriche che suggeriscono, come spiega la curatrice Beatrice Avanzi “un sentire comune, assonanze e dialoghi lontani, ma possibili, con quanto avvenne, nel primo Novecento, nel ‘continente’: suggestioni e spunti di riflessione che ci è sembrato giusto evocare in mostra”.
Grazie a questo progetto, fortemente voluto da Vittorio Sgarbi, presidente del Mart, la raccolta sarda del professor Stefano De Montis dialogherà con alcune opere provenienti dalle Collezioni del Mart di Rovereto.
Il dipinto I Naufraghi (1934, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Collezione VAF-Stiftung) di Cagnaccio di San Pietro - artista che resterà sempre legato alla piccola isola di pescatori dell’estuario veneziano, San Pietro in Volta, trasformandone le suggestioni profonde in immagini di valore universale - testimonia la ricerca di uno dei maggiori pittori del Novecento, protagonista della stagione del Realismo Magico. Il dolore della famiglia per un pescatore morto in mare si traduce in una personale reinterpretazione degli antichi Compianti sacri.
«Nella rappresentazione disadorna, dove tutto appare immobile - commenta la curatrice - il silenzio è assordante e il realismo irreale».
I celebri Martellatori in legno di Fortunato Depero danno invece vita a un colloquio con i pupazzi in legno e feltro del sassarese Eugenio Tavolara, tra i massimi esponenti dell’artigianato sardo del secolo scorso. Ad accomunare i due artisti, l’idea di un’arte senza confini.
Come scrive Vittorio Sgarbi nel suo testo in catalogo, non furono molti gli artisti che lasciarono l’isola per prendere parte al dibattito artistico nazionale. Nonostante Giuseppe Biasi, di origine sassarese, si sia trasferito a Milano nel 1916, il suo sguardo fu tuttavia sempre rivolto alla natia Sardegna, di cui interpretò usanze e costumi in dipinti (come Sposalizio a Nule e Teresita) che trasfigurano la visione in una narrazione fiabesca.
«Analogamente - spiega Beatrice Avanzi - lo scultore Costantino Nivola, nativo di Orani, ma attivo a New York dal 1939, dove collaborò con Le Corbusier, non si allontanò, nella sua arte, dalla terra sarda, traducendone miti e archetipi, spesso legati a figure femminili, in sculture di levigata purezza formale, trascrizioni moderne dei segni dell'antica civiltà nuragica».
Il Realismo Magico nell’Arte Sarda inaugura il progetto Galassia Mart, una nuova proposta di mostre e appuntamenti sul territorio finalizzate a valorizzare il Trentino come sistema museale diffuso. In contemporanea all’inaugurazione di Cavalese aprirà a Palazzo delle Albere, a Trento, la mostra sul pittore Tullio Garbari, che testimonia la volontà del museo di riscoprire interpreti e luoghi fondamentali della cultura trentina.
Leggi anche:
• Da Bernardo Strozzi a Yves Klein, l' "autunno caldo" del Mart, in attesa di Caravaggio
• Da de Chirico a Casorati, il Realismo magico incanta il Mart
Sede del percorso, il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, simbolo delle millenarie tradizioni di autogoverno ed autonomia della popolazione locale e riaperto al pubblico nel luglio 2012 dopo un’ampia campagna di restauri.
Un patrimonio unico che accoglie, oltre alle opere, costumi, gioielli, cesti, tessuti e terraglie artigianali, e appartenente alla collezione di Stefano e Anna Pia De Montis - la più importante raccolta di arte sarda del Novecento - guida il visitatore attraverso la mostra “Il Realismo Magico nell’Arte Sarda” in programma dal 21 dicembre al 13 aprile.
Oggetti, tessuti, manufatti provenienti dalla Sardegna dialogano con opere pittoriche che suggeriscono, come spiega la curatrice Beatrice Avanzi “un sentire comune, assonanze e dialoghi lontani, ma possibili, con quanto avvenne, nel primo Novecento, nel ‘continente’: suggestioni e spunti di riflessione che ci è sembrato giusto evocare in mostra”.
Grazie a questo progetto, fortemente voluto da Vittorio Sgarbi, presidente del Mart, la raccolta sarda del professor Stefano De Montis dialogherà con alcune opere provenienti dalle Collezioni del Mart di Rovereto.
Il dipinto I Naufraghi (1934, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Collezione VAF-Stiftung) di Cagnaccio di San Pietro - artista che resterà sempre legato alla piccola isola di pescatori dell’estuario veneziano, San Pietro in Volta, trasformandone le suggestioni profonde in immagini di valore universale - testimonia la ricerca di uno dei maggiori pittori del Novecento, protagonista della stagione del Realismo Magico. Il dolore della famiglia per un pescatore morto in mare si traduce in una personale reinterpretazione degli antichi Compianti sacri.
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I celebri Martellatori in legno di Fortunato Depero danno invece vita a un colloquio con i pupazzi in legno e feltro del sassarese Eugenio Tavolara, tra i massimi esponenti dell’artigianato sardo del secolo scorso. Ad accomunare i due artisti, l’idea di un’arte senza confini.
Come scrive Vittorio Sgarbi nel suo testo in catalogo, non furono molti gli artisti che lasciarono l’isola per prendere parte al dibattito artistico nazionale. Nonostante Giuseppe Biasi, di origine sassarese, si sia trasferito a Milano nel 1916, il suo sguardo fu tuttavia sempre rivolto alla natia Sardegna, di cui interpretò usanze e costumi in dipinti (come Sposalizio a Nule e Teresita) che trasfigurano la visione in una narrazione fiabesca.
«Analogamente - spiega Beatrice Avanzi - lo scultore Costantino Nivola, nativo di Orani, ma attivo a New York dal 1939, dove collaborò con Le Corbusier, non si allontanò, nella sua arte, dalla terra sarda, traducendone miti e archetipi, spesso legati a figure femminili, in sculture di levigata purezza formale, trascrizioni moderne dei segni dell'antica civiltà nuragica».
Il Realismo Magico nell’Arte Sarda inaugura il progetto Galassia Mart, una nuova proposta di mostre e appuntamenti sul territorio finalizzate a valorizzare il Trentino come sistema museale diffuso. In contemporanea all’inaugurazione di Cavalese aprirà a Palazzo delle Albere, a Trento, la mostra sul pittore Tullio Garbari, che testimonia la volontà del museo di riscoprire interpreti e luoghi fondamentali della cultura trentina.
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