Intervista al Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante del nucleo Carabinieri TPC

Terremoto: 21.300 beni d’arte finora salvati dai Carabinieri

Operazione Antica Babilonia per il recupero di reperti archeologici. Courtesy of  © Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Roma
 

Eleonora Zamparutti

08/11/2017

Roma - Continua l’attività di recupero e di messa in sicurezza delle opere d’arte e dei manufatti conservati nelle chiese e negli edifici danneggiati dal sisma che ha colpito le regioni dell’Italia centrale.
A quasi un anno dalle scosse del 30 ottobre 2016, non meno dolorose per il patrimonio culturale del terribile sisma che si era verificato qualche mese prima, il 24 agosto, sono oltre 21.300 i beni culturali mobili recuperati e trasportati nei centri di custodia.
Impegnati in prima fila in questa attività straordinaria sono i 30 Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, affiancati da altrettanti esperti del Mibact con background in varie discipline dell’arte e dell’architettura.
 
Particolarmente colpite dal tragico evento sono state le chiese che hanno subito i maggiori danni: nel cono del sisma si contano 4.500 circa luoghi di culto dichiarati inagibili o addirittura andati distrutti.
Numeri impressionanti che rivelano la potenza devastatrice di un evento calamitoso come il sisma che ha colpito il Centro Italia, e l’incessante lavoro di cura e recupero che vede coinvolte le forze dell’ordine e gli esperti.


Sisma 2016. Intervento dei Caschi Blu della Cultura presso la Chiesa Santa Maria dell'Annunciazione in frazione Cossito di Amatrice, in provincia di Rieti. Courtesy of  © Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Roma
 
In questo preciso istante la task force è in azione ad Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, dove è in corso un intervento pianificato con il Ministero per il recupero e il salvataggio dell’importante fondo librario conservato presso l’Archivio Storico Comunale. Poco tempo fa ad Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno, l’équipe è intervenuta per prelevare dalla Chiesa Sant’Egidio, un edificio di culto fortemente compromesso, numerosi dipinti, un confessionale e diverse sculture.
 
“Le opere recuperate dalle strutture inagibili sono messe in sicurezza in tre luoghi preposti alla tutela e alla conservazione” afferma il Generale Fabrizio Parrulli, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
I beni prelevati nel territorio del Lazio settentrionale sono depositati nella Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale in provincia di Rieti. Nella regione delle Marche è stata scelta la Mole Vanvitelliana di Ancora come luogo di raccolta, mentre in Umbria è stato individuato il Complesso del Santo Chiodo nei pressi di Spoleto, in provincia di Perugia. 
I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale sono intervenuti, anche in occasione del terremoto del 21 agosto scorso che ha colpito l’Isola di Ischia, mettendo in sicurezza, presso il locale Museo Diocesano, oltre 270 opere d’arte.


Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Courtesy of  © Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Roma.
 
Laddove è fattibile, si procede al restauro delle opere direttamente nei luoghi di custodia. “Infatti, come fortemente voluto dal ministro Franceschini, è possibile, visionare, nel deposito di Santo Chiodo nei pressi di Spoleto, il primo restauro, da parte dei tecnici del Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR), delle opere danneggiate nel territorio umbro. Gli abitanti delle zone colpite dal sisma possono seguire il lavoro da remoto collegandosi via Internet. Ci sono persone che a seguito del sisma hanno perso tutto: la casa, il lavoro e in alcuni casi anche i propri cari. Gli oggetti che vengono restaurati sono molto importanti per le comunità locali perché sono i simboli dell’identità culturale” dichiara il Generale Parrulli.
 
Quali sono le criticità che presto dovranno essere affrontate?
A breve dovremo gestire la questione della riconsegna dei beni e del ricollocamento nei luoghi di provenienza”.
 
Ma il raggio d’azione dei militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale va oltre i confini nazionali.
A seguito dell’accordo tra Italia e Unesco, nell’ambito dell’iniziativa denominata “Unite4Heritage”, il 16 febbraio del 2016 sono stati istituiti i “caschi blu della cultura” con la missione di proteggere il patrimonio artistico mondiale.
La task force è composta da Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e personale specializzato del MiBACT con riconosciuta esperienza nel settore: il loro compito è quello di intervenire nelle aree di crisi in cui si verifichino danni al patrimonio culturale a causa di eventi calamitosi o per mano volontaria dell’uomo, come nel caso di guerre e atti terroristici.
L’iniziativa, partita dall’Italia e promossa dal Ministro Franceschini al tempo dell’Expo 2015, ha potuto contare della spinta sostenuta da Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, per smuovere le coscienze di cittadini e di governanti. La proposta italiana è stata adottata all'unanimità dalla 38° conferenza generale dell'organismo dell'Onu il 18 novembre 2015.
 
L’Italia è stato il primo Paese al mondo a mettere a disposizione un team di tecnici composto da Carabinieri ed esperti d’arte pronti a intervenire a livello internazionale nelle aree di crisi pre e post conflittuali o che per esigenze calamitose, come ad esempio il terremoto, necessitino di un intervento. “Noi interveniamo, vista l’esperienza acquisita in quasi 50 anni nello specifico settore, ogni qual volta il patrimonio culturale sia in pericolo, o per colpa della natura, o per l’azione scellerata della mano dell’uomo”, continua il Generale Parrulli.
 
Dove siete impegnati attualmente?
“Con la nascita nel 2014 dello Stato Islamico del Levante c’è stata una forte attenzione dei Paesi della coalizione verso l’Iraq. La nostra task force è impegnata su più fronti in Iraq per formare il personale del Ministero dell’Interno per fornire, attraverso dei corsi di formazione e addestramento, al personale dipendente dell’equivalente Ministero dei Beni Culturali italiano, strumenti di lotta al traffico illegale dei beni archeologici affinché il fenomeno non assuma dimensioni tali da favorire il finanziamento della lotta jihadista e di tutela delle aree archeologiche. A Baghdad e a Erbil lavoriamo a stretto fianco con l’Unesco. Siamo presenti anche in Paesi che hanno subito dei danni dal terremoto come il Messico e il Nepal, dove personale esperto del MiBACT è intervenuto per aiutare quelle popolazioni nella messa in sicurezza del loro patrimonio culturale”.
 
La Fondazione Aquileia, presieduta dall’ambasciatore Antonio Zanardi Landi, è fortemente impegnata in attività espositive e culturali intorno al tema dell’archeologica ferita. Recentemente lei stesso ha tenuto nella cittadina friulana una conferenza sull’argomento caschi blu della cultura, messa in sicurezza dei beni culturali in caso di emergenze, prevenzione e contrasto ai reati legati al patrimonio culturale.
E’ possibile ipotizzare forme di collaborazione tra il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e la Fondazione Aquileia?
 
“Con la Fondazione abbiamo parlato di futuri progetti e attività di sensibilizzazione verso l’opinione pubblica. Nell’ambito del nostro impegno di tutela del patrimonio culturale rientra anche l’attività espositiva. Opere d’arte che abbiamo recuperato vengono utilizzate per esposizioni a fini didattici che mostrano al grande pubblico la nostra metodologia di lavoro e gli strumenti di tutela che includono anche operazioni di investigazione. Nel 2016 a Roma presso la Galleria nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini si è tenuta la mostra “L’Arma per l’Arte e la Legalità” con un’importante selezione dei beni recuperati in Italia e all’estero dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, alle Gallerie degli Uffizi a Firenze si è svolta l’esposizione “La tutela tricolore”. Attualmente è in corso a Palermo la mostra “Fidelis” allestita presso la caserma dei Carabinieri “Bonsignore-Dalla Chiesa”. In esposizione oggetti che hanno una valenza per la regione Sicilia: si tratta di opere provenienti da scavi clandestini o da ritrovamento in seguito al furto”.
 
Come ad esempio la Testa di Ade, una scultura in terracotta scavata illecitamente dall’area del Santuario di San Francesco Bisconti a Morgantina, in provincia di Enna negli anni Settanta. La scultura era stata venduta nel 1985 al Paul Getty Museum in California per cinquecentomila dollari. L’opera ritrae molto probabilmente il dio Ade: è soprannominata Barbablù, per il colore della sua barba.