Un'opera del Ricciarelli in arrivo a Firenze
L'Elia nel deserto di Daniele da Volterra l'ultimo acquisto degli Uffizi
Daniele da Volterra, Elia nel deserto, 1543-1547
Samantha De Martin
18/07/2018
Firenze - Un’iconografia rarissima del profeta Elia in meditazione svela l’indissolubile filo che unisce la pittura di Daniele da Volterra alle invenzioni michelangiolesche dispiegate sulle volte della Cappella Sistina e nel Giudizio Universale.
Quest’opera realizzata dal collaboratore e strettissimo amico del Buonarroti, pionieristica per la pittura della Controriforma, da oggi avrà un posto d’onore nei nuovi spazi degli Uffizi dedicati alla pittura del Cinquecento.
Recentemente acquistato dalle Gallerie, databile tra il 1543 e il 1547, l’Elia nel deserto era stato menzionato da Benedetto Falconcini in casa dei discendenti del pittore, a Volterra, da dove passò per via ereditaria nella collezione senese dei conti Pannocchieschi d’Elci, per approdare, infine, a Firenze.
La presenza del Ricciarelli non è nuova agli Uffizi, e non solo. Opere dell’artista erano già state protagoniste della mostra monografica Daniele da Volterra, amico di Michelangelo a Casa Buonarroti, svoltasi tra il 2003 e il 2004, mentre in tempi più recenti, e precisamente lo scorso anno, il dipinto appena acquistito era stato al centro della mostra Daniele da Volterra: I dipinti d’Elci, a cura di Barbara Agosti e Vittoria Romani, alla Galleria Nazionale d’arte antica di Palazzo Corsini a Roma, oltre ad essere tra i capisaldi della recente mostra forlivese, L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio, a cura di Antonio Paolucci e Gianfranco Brunelli.
Sottoposto a vincolo nel 1979 dall’allora Soprintendenza per i Beni Storico Artistici di Siena e Grosseto insieme alla Madonna col Bambino, San Giovannino e Santa Barbara - anche questa proveniente dalla casa del pittore - l’Elia nel deserto approda oggi agli Uffizi con un tempismo perfetto.
“Con la nuova sala di Michelangelo da poco inaugurata, il tempismo dell’acquisto del capolavoro di Daniele da Volterra non potrebbe essere migliore - commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt -. Infatti, nei nuovi spazi dedicati alla pittura del Cinquecento, che in questo momento stiamo preparando, l’Elia nel deserto avrà un posto d’onore accanto alla Strage degli Innocenti (1557) già ab antiquo nelle collezioni medicee, anch’esso una rarità tra i dipinti su tavola o tela pervenutici - meno di dieci - della mano del maestro, amico carissimo di Michelangelo, la cui gravitas scultorea egli interpreta in maniera esemplare”.
A comprovare l’eccezionale importanza dell’acquisto ci pensa la bilancia del libero mercato dell’arte, che ricorda il valore dell’artista. Il 27 settembre 2016, il disegno raffigurante Didone addormentata era stato venduto da Christie’s a Londra per ben 797mila sterline.
Leggi anche:
• Agli Uffizi una nuova sala per il Tondo Doni e la Madonna del cardellino
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Quest’opera realizzata dal collaboratore e strettissimo amico del Buonarroti, pionieristica per la pittura della Controriforma, da oggi avrà un posto d’onore nei nuovi spazi degli Uffizi dedicati alla pittura del Cinquecento.
Recentemente acquistato dalle Gallerie, databile tra il 1543 e il 1547, l’Elia nel deserto era stato menzionato da Benedetto Falconcini in casa dei discendenti del pittore, a Volterra, da dove passò per via ereditaria nella collezione senese dei conti Pannocchieschi d’Elci, per approdare, infine, a Firenze.
La presenza del Ricciarelli non è nuova agli Uffizi, e non solo. Opere dell’artista erano già state protagoniste della mostra monografica Daniele da Volterra, amico di Michelangelo a Casa Buonarroti, svoltasi tra il 2003 e il 2004, mentre in tempi più recenti, e precisamente lo scorso anno, il dipinto appena acquistito era stato al centro della mostra Daniele da Volterra: I dipinti d’Elci, a cura di Barbara Agosti e Vittoria Romani, alla Galleria Nazionale d’arte antica di Palazzo Corsini a Roma, oltre ad essere tra i capisaldi della recente mostra forlivese, L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio, a cura di Antonio Paolucci e Gianfranco Brunelli.
Sottoposto a vincolo nel 1979 dall’allora Soprintendenza per i Beni Storico Artistici di Siena e Grosseto insieme alla Madonna col Bambino, San Giovannino e Santa Barbara - anche questa proveniente dalla casa del pittore - l’Elia nel deserto approda oggi agli Uffizi con un tempismo perfetto.
“Con la nuova sala di Michelangelo da poco inaugurata, il tempismo dell’acquisto del capolavoro di Daniele da Volterra non potrebbe essere migliore - commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt -. Infatti, nei nuovi spazi dedicati alla pittura del Cinquecento, che in questo momento stiamo preparando, l’Elia nel deserto avrà un posto d’onore accanto alla Strage degli Innocenti (1557) già ab antiquo nelle collezioni medicee, anch’esso una rarità tra i dipinti su tavola o tela pervenutici - meno di dieci - della mano del maestro, amico carissimo di Michelangelo, la cui gravitas scultorea egli interpreta in maniera esemplare”.
A comprovare l’eccezionale importanza dell’acquisto ci pensa la bilancia del libero mercato dell’arte, che ricorda il valore dell’artista. Il 27 settembre 2016, il disegno raffigurante Didone addormentata era stato venduto da Christie’s a Londra per ben 797mila sterline.
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