Chiacchierata con il curatore Michel Dewilde

10 buone ragioni per andare a Bruges in occasione della Triennale

John Powers, Lanchals, Triennale di Bruges 2018 | Foto © VisitBruges | Jan D’Hondt
 

Samantha De Martin

13/05/2018

Mondo - Una gigantesca balena bianca e blu, opera di StudioKCA, realizzata grazie a tonnellate di plastica prelevata dagli oceani grazie ai volontari dell’Hawaii Wildlife Fund e alla Surfrider Foundation, salta fuori dalle acque di un canale come in procinto di lanciarsi verso la statua di Jan van Eyck di spalle, collocata in mezzo alla piazza. Lanchals, una struttura alta quindici metri, che ricorda il collo di un cigno, ma anche una colonna vertebrale, costruita su moduli accatastati con cura, descrive un percorso che si slancia verso il cielo, come a voler trascinare lo sguardo in un luogo di pace e silenzio, nel cuore della città.

Tra i tanti motivi per i quali vale la pena di visitare Bruges durante la Triennale 2018 - in programma dal 5 maggio al 16 settembre - ci sono queste due opere, ma soprattutto c’è la possibilità di scoprire una città insolita, decisamente diversa dal resto dell'anno, dall’anima “liquida”, fluttuante, che coniuga in modo armonico il suo fascino medievale con le imponenti opere di architetti e artisti contemporanei chiamati a trarre ispirazione per le proprie craezioni dall'acqua che attraversa e cinge la città.
In questo modo, l'elemento liquido per antonomasia, che in passato ha contribuito alla fama di Bruges nel mondo, diventa sinonimo di Città liquida, tema dal quale la Triennale 2018 prende spunto.

Nel cuore della città quindici interventi - tra opere d'arte e installazioni - compongono un percorso di accoglienza che tende a convogliare i visitatori verso luoghi e itinerari inaspettati. Lasciarsi coinvolgere, incontrare altre persone, vivere le opere d’arte partecipando di persona al processo creativo - obiettivo della Triennale - potrebbe essere un quarto motivo per recarsi nella romantica cittadina delle Fiandre durante la grande kermesse.

Ma sono soprattutto le parole di Michel Dewilde, curatore della Triennale di Bruges 2018 insieme a Till-Holger Borchert, ad offrirci altre buone ragioni per scegliere come meta dell’anno la cittadina nella quale furono attivi Hans Memling e Jan van Eyck.
«L’obiettivo di questo appuntamento - spiega Dewilde - è quello di aprire un dibattito sulla città contemporanea e sulle condizioni urbane all'inizio del XXI secolo, viste dalla prospettiva di un'antica città come Bruges, altamente protetta. Abbiamo invitato artisti e architetti provenienti da molti continenti a creare nuove opere, padiglioni e performance. Questa miscela unica di arte contemporanea e architettura ambientata nello spazio pubblico è un’ottima ragione per visitare la città in questo periodo».

Il motivo della scelta di questa tematica legata alla liquidità si intuisce facilmente. «Quelle relative alla liquidità, al flusso, allo scambio, alla transizione, sono metafore interessanti sviluppate da pensatori come Zygmunt Bauman e Manuel Castells per descrivere la condizione umana e urbana contemporanea. La posizione di Bruges, in prossimità del mare, accovacciata tra fiumi e canali - elementi che hanno costituito, nei secoli, il motore del suo intenso sviluppo commerciale internazionale - non fa altro che rafforzare il valore dell'acqua come metafora, fulcro di questo dibattito».

Liquidità è sinonomo di cambiamento, passaggio, trasformazione. Ma in cosa consiste, oggi, la “liquidità” di Bruges? «Oggi, a proposito di Bruges, possiamo parlare di due forme di cambiamento. Sin dalla prima Triennale, nel 2015, percepiamo una più grande ouverture, un'apertura per il contemporaneo, l'urbanizzazione e l'architettura in particolare. Questa percezione si somma alla proliferazione di iniziative che esplorano "la nuova urbanità". In secondo luogo, Bruges è visitata da milioni di turisti che provengono per lo più da un contesto urbano. Tematiche delicate come l'inquinamento possono essere esplorate in un modo molto più coinvolgente in un ambiente "incontaminato e protetto" come quello di Bruges».

Tra le dieci ragioni per visitare la cittadina in occasione della Triennale 2018 Dewilde include anche la visita ai ben 15 musei municipali e la partecipazione a uno dei tanti concerti di musica pop al Cactusfestival dal 13 al 15 luglio, tra la rigogliosa vegetazione del Minnewaterpark, a pochi passi dalla stazione ferroviaria e dal centro storico. Si tratta di un festival a misura d’uomo, adatto anche alle famiglie, in un’atmosfera rilassata, un luogo nel quale nuove tendenze si incontrano per esibirsi davanti a un pubblico musicalmente aperto.

«E poi non mancano gli eventi collaterali della Triennale, tra workshop, letture durante l’intera estate, conferenze ambientate intorno o all’interno delle sculture e dei padiglioni» continua Dewilde.
Oltre al ricco calendario di mostre e visite guidate in sei lingue, consultabile sul sito ufficiale, diverse organizzazioni hanno sviluppato un programma "inspired by" caratterizzato dalla presentazione di gallerie, passeggiate in città, film, conferenze e corsi di formazione.

In questa esperienza a 360 gradi, il visitatore sarà coinvolto sperimentando sentimenti e sensazioni diverse. «Potrà osservare - spiega Dewilde - in che modo le interpretazioni globali daranno un valore aggiunto alla città offrendo nuove esperienze all’interno del contesto urbano, valorizzando, o meno la bellezza di questo antico gioiello».

La performance dell’architetto argentino visionario Tomás Saraceno è un altro buon motivo per fare un salto a Bruges dal 5 maggio al 16 settembre. L’artista contemporaneo considera l’atmosfera come l’ultimo spazio pubblico non sfruttato ma ampiamente disponibile. Ispirato dalla città volante di Italo Calvino, costruisce case volanti con pannelli solari arrotolati e ultra leggeri usati come vele. Questi modellini - che magari un giorno diventeranno realtà - sono al centro della performance che verrà presentata in un video con la sua Bruges Aeroscene Tower.

Lungo un percorso artistico che vede convergere i vari aspetti della città liquida in tre grandi temi, tra spazi invitanti e ospitali, progetti di cooperazione creativa tra partner improbabili - che riescono a superare i loro interessi spesso in conflitto - e la città immaginata - una rappresentazione simbolica dell’urbanità attraverso opere d’arte che trasmettono identità, sogni e speranze - il visitatore si diverte, ma, allo stesso tempo, riflette e immagina.

E infine, visitare Bruges durante la Triennale, con la sua atmosfera vivace e vibrante, potrebbe essere un pretesto anche per ammirare uno dei capolavori scultorei di Michelangelo. La Madonna col Bambino, nella Chiesa di Nostra Signora è una tappa da non dimenticare nell’itinerario tra arte antica e contemporanea, lungo la sorprendente perla delle Fiandre.


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