Lo studio dell'Association of Art Museum Directors sulla disparità di genere
Poche donne alla direzione dei musei americani, e in Italia?
Palma Bucarelli, prima donna alla direzione di un museo italiano, alla Gnam di Roma.
E. Bramati
08/03/2014
Nel 2012 Paola Antonelli, appena nominata Direttore nel dipartimento di Ricerca & Sviluppo al MoMA di New York, rivelava il segreto del suo successo: come può un'italiana, donna, fare carriera nel mondo dei musei? Basta espatriare.
Eppure, a distanza di due anni, anche i musei americani si sono accorti che il suo è un caso che appartiene più all'eccezione che alla norma.
Un recente studio dell'Association of Art Museum Directors (AAMD), in collaborazione con il National Center for Arts Research, ha infatti scoperto che, nonostante in notevoli progressi degli ultimi anni, il problema della disparità di genere è ancora molto attuale nelle istituzioni culturali d'oltreoceano, soprattutto ai piani alti.
L'indagine, che ha coinvolto 211 membri dell'AAMD, ha evidenziato che solo il 42,6% dei direttori sono donne, rispetto al 48% riscontrabile nelle organizzazioni non-profit con budget superiori a 1 milione di dollari.
Inoltre, dallo studio emerge che lo stipendio medio di una direttrice è nettamente inferiore rispetto a quello dei suoi colleghi di genere maschile, assestandosi intorno ai 79¢ per ogni dollaro guadagnato da questi ultimi.
Le maggiori disparità in termini di salario provengono dalle istituzioni di grandi dimensioni, ovvero quelle con budget superiore ai 15 milioni di dollari, che rappresentano un quarto degli intervistati. Qui il rapporto scende a 71 centesimi per ogni dollaro "azzurro". Molto meglio invece per il restante 75% con budget inferiori, dove il rapporto è addirittura di 1,02 dollari contro 1.
Non saranno forse le cifre complessive a smentire le dichiarazioni della Antonelli nei confronti dell'Italia, ma certo è che nel nostro paese le donne con ruoli di prestigio nel campo della cultura sono sempre più diffuse. Lo dimostra il crescente numero di personalità femminili alla guida delle Soprintendenze, ma anche dei musei.
Dal 1942, quando Palma Bucarelli divenne la prima direttrice donna in Italia alla GNAM di Roma, la loro presenza è aumentata. Ne sono esempi la giovane Cristiana Collu, che dal Man di Nuoro è arrivata nel 2011 al vertice del Mart, ma anche Gabriella Belli, ora a capo dei Musei Civici di Venezia. Oltre a loro emergono anche Letizia Ragaglia, direttrice del Museion di Bolzano, Marina Pugliese al Museo del Novecento a Milano e Angela Tecce a Castel Sant’Elmo a Napoli. Infine, a Roma il Maxxi dispone di un team prevalentemente in rosa, presieduto da Giovanna Melandri, Beatrice Trussardi e Monique Veaute, e con Anna Mattirolo e Margherita Guccione rispettivamente in capo alle sezioni Arte e Architettura.
Eppure, a distanza di due anni, anche i musei americani si sono accorti che il suo è un caso che appartiene più all'eccezione che alla norma.
Un recente studio dell'Association of Art Museum Directors (AAMD), in collaborazione con il National Center for Arts Research, ha infatti scoperto che, nonostante in notevoli progressi degli ultimi anni, il problema della disparità di genere è ancora molto attuale nelle istituzioni culturali d'oltreoceano, soprattutto ai piani alti.
L'indagine, che ha coinvolto 211 membri dell'AAMD, ha evidenziato che solo il 42,6% dei direttori sono donne, rispetto al 48% riscontrabile nelle organizzazioni non-profit con budget superiori a 1 milione di dollari.
Inoltre, dallo studio emerge che lo stipendio medio di una direttrice è nettamente inferiore rispetto a quello dei suoi colleghi di genere maschile, assestandosi intorno ai 79¢ per ogni dollaro guadagnato da questi ultimi.
Le maggiori disparità in termini di salario provengono dalle istituzioni di grandi dimensioni, ovvero quelle con budget superiore ai 15 milioni di dollari, che rappresentano un quarto degli intervistati. Qui il rapporto scende a 71 centesimi per ogni dollaro "azzurro". Molto meglio invece per il restante 75% con budget inferiori, dove il rapporto è addirittura di 1,02 dollari contro 1.
Non saranno forse le cifre complessive a smentire le dichiarazioni della Antonelli nei confronti dell'Italia, ma certo è che nel nostro paese le donne con ruoli di prestigio nel campo della cultura sono sempre più diffuse. Lo dimostra il crescente numero di personalità femminili alla guida delle Soprintendenze, ma anche dei musei.
Dal 1942, quando Palma Bucarelli divenne la prima direttrice donna in Italia alla GNAM di Roma, la loro presenza è aumentata. Ne sono esempi la giovane Cristiana Collu, che dal Man di Nuoro è arrivata nel 2011 al vertice del Mart, ma anche Gabriella Belli, ora a capo dei Musei Civici di Venezia. Oltre a loro emergono anche Letizia Ragaglia, direttrice del Museion di Bolzano, Marina Pugliese al Museo del Novecento a Milano e Angela Tecce a Castel Sant’Elmo a Napoli. Infine, a Roma il Maxxi dispone di un team prevalentemente in rosa, presieduto da Giovanna Melandri, Beatrice Trussardi e Monique Veaute, e con Anna Mattirolo e Margherita Guccione rispettivamente in capo alle sezioni Arte e Architettura.
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