In Ticino dal 15 ottobre al 28 gennaio
Ritratti, ventagli, abiti d'epoca: la donna e la moda nelle arti dell'Ottocento
Italo Nunes Vais, Ancora un bacio, 1885 circa, olio su tela, 65 x 105 cm, Novara, Galleria d'Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni
Samantha De Martin
09/10/2017
Mondo - Da quando a Parigi esplose l’Haute Couture dello stilista britannico Frederick Worth, il 1858 divenne l’annus mirabilis che segnò un repentino cambio di paradigma nella storia della tradizione della moda e del costume al femminile.
Quella stessa rivoluzione che les Grands magasins attuarono nelle principali metropoli europee, gli artisti la impressero su tele e ventagli d’autore, divenuti gli esclusivi atelier di raffinate dame, preziosi abiti d’epoca, ma soprattutto di stile.
Illustri protagonisti dell’arte, da Giovanni Segantini a Gaetano Previati, da Giuseppe De Nittis a Giovanni Boldini, furono autorevoli interpreti di quell’ “essere alla moda”, divenuto l’imperativo condiviso, nella seconda metà dell’Ottocento, dalle donne di quasi tutti i ceti sociali.
Dal 15 ottobre al 28 gennaio il Ticino, nelle sale espositive della Pinacoteca cantonale Giovanni Züst a Rancate, ripercorre, attraverso 60 opere, tra sculture, dipinti, oggetti d’arte e abiti d’epoca, il nascente rapporto tra la donna e la moda a metà Ottocento.
Divina creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento è il titolo di questa mostra che si sofferma su un periodo storico particolarmente felice, che trova la sua perfetta rappresentazione nelle riviste illustrate.
Ma è soprattutto dal ritratto su commissione che emergono le sorprendenti evoluzioni dell’abbigliamento femminile. I personaggi rappresentati posano per scultori e pittori, seguendo con attenzione i dettami imposti dalla moda, ma anche assecondando sottili strategie comportamentali, in modo da mostrarsi in sintonia con il proprio preciso ruolo sociale.
Un corteo di donne simbolo, dalla regina d’Italia, Margherita di Savoia, a figure appartenenti all’aristocrazia internazionale distinte grazie alla propria eleganza, come la contessa Carolina Maraini Sommaruga, avanza tra abiti e accessori, abbandonandosi a gestualità e movenze che connotano uno stile inconfondibile.
Interpreti di questo rinnovato ritratto mondano sono maestri come Giovanni Boldini, Paul Troubetzkoy, Vincenzo Vela, Vittorio Corcos, Giacomo Grosso, celebrati anche Oltralpe, oltre ai ticinesi Pietro Chiesa, Luigi Rossi e Adolfo Feragutti Visconti.
All’arte del ritratto si aggiungono, dopo il 1860, le scene di ambientazione quotidiana e borghese, ispirate a momenti di vita familiare, delle quali la donna è assoluta protagonista. Si tratta di composizioni che ritraggono figure femminili impegnate nei lavori ad ago, nella lettura, nella conversazione, nel passeggio, inquadrate in interni domestici o in strade cittadine o di paese.
Il dettaglio nella descrizione degli accessori da parte degli artisti consente allo spettatore di seguire, di anno in anno, le minime mutazioni di gusto, trasformando la moda in uno degli elementi che determinano l’attualità e la modernità dell’opera.
Leggi anche:
• We wear culture. La storia della moda è online
• Tra Pistoia e Torino l'autunno è di Giovanni Boldini
• Segantini e i suoi contemporanei in mostra ad Arco
Quella stessa rivoluzione che les Grands magasins attuarono nelle principali metropoli europee, gli artisti la impressero su tele e ventagli d’autore, divenuti gli esclusivi atelier di raffinate dame, preziosi abiti d’epoca, ma soprattutto di stile.
Illustri protagonisti dell’arte, da Giovanni Segantini a Gaetano Previati, da Giuseppe De Nittis a Giovanni Boldini, furono autorevoli interpreti di quell’ “essere alla moda”, divenuto l’imperativo condiviso, nella seconda metà dell’Ottocento, dalle donne di quasi tutti i ceti sociali.
Dal 15 ottobre al 28 gennaio il Ticino, nelle sale espositive della Pinacoteca cantonale Giovanni Züst a Rancate, ripercorre, attraverso 60 opere, tra sculture, dipinti, oggetti d’arte e abiti d’epoca, il nascente rapporto tra la donna e la moda a metà Ottocento.
Divina creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento è il titolo di questa mostra che si sofferma su un periodo storico particolarmente felice, che trova la sua perfetta rappresentazione nelle riviste illustrate.
Ma è soprattutto dal ritratto su commissione che emergono le sorprendenti evoluzioni dell’abbigliamento femminile. I personaggi rappresentati posano per scultori e pittori, seguendo con attenzione i dettami imposti dalla moda, ma anche assecondando sottili strategie comportamentali, in modo da mostrarsi in sintonia con il proprio preciso ruolo sociale.
Un corteo di donne simbolo, dalla regina d’Italia, Margherita di Savoia, a figure appartenenti all’aristocrazia internazionale distinte grazie alla propria eleganza, come la contessa Carolina Maraini Sommaruga, avanza tra abiti e accessori, abbandonandosi a gestualità e movenze che connotano uno stile inconfondibile.
Interpreti di questo rinnovato ritratto mondano sono maestri come Giovanni Boldini, Paul Troubetzkoy, Vincenzo Vela, Vittorio Corcos, Giacomo Grosso, celebrati anche Oltralpe, oltre ai ticinesi Pietro Chiesa, Luigi Rossi e Adolfo Feragutti Visconti.
All’arte del ritratto si aggiungono, dopo il 1860, le scene di ambientazione quotidiana e borghese, ispirate a momenti di vita familiare, delle quali la donna è assoluta protagonista. Si tratta di composizioni che ritraggono figure femminili impegnate nei lavori ad ago, nella lettura, nella conversazione, nel passeggio, inquadrate in interni domestici o in strade cittadine o di paese.
Il dettaglio nella descrizione degli accessori da parte degli artisti consente allo spettatore di seguire, di anno in anno, le minime mutazioni di gusto, trasformando la moda in uno degli elementi che determinano l’attualità e la modernità dell’opera.
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