Al cinema il 17, 18 e 19 gennaio l’ultimo lavoro di David Bickerstaff
Van Gogh - I Girasoli - La nostra recensione
Van Gogh - I Girasoli, Yellow House installation | Courtesy David Bickerstaff
Samantha De Martin
15/01/2022
Come petali di una breve e vibrante esistenza, i girasoli di Van Gogh racchiudono in ogni goccia di vernice il dramma, la lotta, la passione per la vita del pittore olandese innamorato del colore in tutte le sue più cangianti sfumature.
E proprio seguendo questi fiori, una sinfonia di gialli, arancio, blu, simbolo di luce, affetto, speranza, al centro dei quadri più celebri di Vincent, il secondo film evento della collana ART ICONS - la serie di documentari dedicati alle icone indiscusse del mondo dell’arte distribuiti al cinema da Adler Entertainment - offre al pubblico uno sguardo inedito sulla vita e sulle opere del pittore olandese.
C’era bisogno di un ennesimo documentario dedicato al pittore divenuto icona pop dell’arte? Forse sì se, per la prima volta grazie a questo docufilm, viene concessa agli spettatori la possibilità di scrutare, fianco a fianco, tutte insieme sulla pellicola, e in altissima definizione, le cinque versioni ancora di proprietà pubblica dei girasoli in vaso, oggi custodite a Monaco, Amterdam, Tokyo, Londra, Philadelphia.
È questo uno dei punti di forza del docufilm Van Gogh - I Girasoli con cui David Bickerstaff - che ha anche collaborato con il produttore Phil Grabsky alla casa di produzione EXHIBITION ON SCREEN - porta al cinema il 17, 18 e 19 gennaio l’arte di Vincent come non l’abbiamo mai vista.
Vincent van Gogh, Girasoli, 1888, Olio su tela, 73 x 92.1 cm, Londra, The National Gallery | Courtesy The National Gallery
Considerati da molti uno stesso capolavoro, e realizzati invece in diverse versioni, i Girasoli restituiscono storie emozionanti nascoste dietro ciascuna tela, mentre il documentario cerca di captarne i misteri offrendo anche un’inedita visione sulle tragiche circostanze che portarono al drammatico litigio tra Van Gogh e Paul Gauguin, che scatenò il celebre incidente del taglio dell’orecchio, in un raptus psicotico.
Qual è il legame tra questi fiori e la luce del Sud della Francia, Arles, la Casa Gialla? Un viaggio cinematografico ben costruito, realizzato a stretto contatto con il Van Gogh Museum di Amsterdam - che ha aperto le sue porte a Exhibition on Screen - pone lo spettatore in connessione con l’uomo Van Gogh, prendendo come spunto la mostra tenutasi al museo di Amsterdam nel 2019.
In compagnia dell’attore Jamie de Courcey, nei panni dell’artista, illuminati da affascinanti approfondimenti da parte di artisti, botanici, storici dell'arte e dalle stesse parole di Vincent rivolte al fratello Theo in alcune significative lettere, il film offre la rara opportunità di confrontare le cinque tele da vicino, svelando differenze e dettagli probabilmente impercettibili a occhio nudo, scrutando il potere della mano ossessiva dell'artista e la sua lotta con il colore e la composizione.
E il pubblico si immerge tra le spesse pennellate sulla tela, ne coglie il contrasto di colori, gli sfondi blu, giallo, il vaso rotto, esamina lo spettro dei colori di ogni versione che riflette l'esuberanza di Van Gogh per la sperimentazione.
Van Gogh - I Girasoli - Vincent looking up © Exhibition on Screen
Dall’America, l’Helianthus (questo il nome scientifico del girasole) raggiunge l’Europa entrando nelle opere di Monet, Gauguin, Van Dyck, Maria van Oosterwijck e Jan Vermeer e conquistando anche Vincent che ritrae questi fiori in molte tele e disegni, come in Coppia fuori per una passeggiata del 1887 o in Allotment with Sunflower dove l'enorme fiore è chiaramente il soggetto principale del dipinto.
Seguiamo le tracce delle altre sette tele dedicate da Van Gogh al medesimo soggetto. Ritroviamo i primi girasoli di una lunga serie in una tela del 1888, parte di una collezione privata sconosciuta e vista l’ultima volta nel 1948. Incontriamo sullo schermo il secondo quadro dipinto nel 1888 e distrutto dal fuoco di un bombardamento su Ashiya, in Giappone, nel 1945. Rintracciamo quindi le cinque versioni del dipinto, che scandiscono i concisi, avvincenti capitoli del lavoro cinematografico di Bickerstaff. Raggiungiamo Monaco, dove la Neue Pinakothek sfodera i girasoli realizzati nell’agosto nel 1888 ad Arles in soli sei giorni. L’artista applicca il colore sulla tela con pennellate ruvide e molto spesse. Dalla National Gallery di Londra voliamo alla scoperta dei Girasoli del Sompo Japan Museum of Art di Tokyo. Questa lussureggiante composizione, dipinta tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre mentre Vincent aspetta l’arrivo di Gauguin, mostra quindici girasoli attorno a un singolo fiore, con un punto rosso simile ad un occhio. Sebbene il colore e la composizione di base della versione di Tokyo siano gli stessi di quella di Londra, le pennellate o le tonalità di colore di questi due dipinti sono leggermente diverse.
Van Gogh - I Girasoli - filming | © Annelies van der Vegt
Attraverso la pellicola tocchiamo quasi con mano la bellezza fragile dei girasoli del Van Gogh Museum di Amsterdam, dipinti a gennaio del 1889 un mese dopo la brusca interruzione della convivenza con Gauguin. Scrutando la tela, eccezionalmente libera della cornice, seguiamo gli interventi degli esperti su questa delicata opera. Gli strati di pigmento e vernice risultano essere estremamente sensibili alle vibrazioni causate dal movimento e ai cambiamenti di umidità e temperatura. Qui recenti ricerche tecniche hanno anche rivelato la presenza di una striscia di legno aggiunta dallo stesso van Gogh per aumentare la superficie pittorica a disposizione. Quale altro mistero conserva questo delicato capolavoro?
La parola al film, mentre puntiamo già oltreoceano, verso il Philadelphia Museum of Art dove è conservata un’altra incredibile tela.
Vincent in smoke, da Van Gogh - I Girasoli | © David Bickerstaff I Courtesy Adler Entertainment
Che cos’è che rende queste versioni diverse l’una dall’altra? Perché van Gogh scelse di rappresentare nelle sue opere il girasole esotico con il suo lungo stelo e la corona dorata? E quale significato ebbero questi fiori per l’artista? Il docufilm lo racconta da un punto di vista interessante, affiancando ai quadri del maestro anche quelle opere che, in questa ricerca durata una vita intera, ispirarono l’artista, come quelle degli Impressionisti.
Senza dubbio ciò che accomuna le diverse versioni del suo soggetto più celebre è la capacità di queste tele, proprio come i girasoli alla costante ricerca del sole, di ruotare attorno all’esistenza del pittore olandese, di racchiudere paure, passioni, pensieri, restituendoci un’opera estremamente moderna e un uomo la cui energia è legata a doppio filo all'intensità emotiva della sua vita.
Una scena dal backstage di Van Gogh - I Girasoli. Foto Annelies van der Vegt I Courtesy Adler Entertainment
Leggi anche:
• Van Gogh - I Girasoli. Con David Bickerstaff, alla scoperta del suo ultimo film
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E proprio seguendo questi fiori, una sinfonia di gialli, arancio, blu, simbolo di luce, affetto, speranza, al centro dei quadri più celebri di Vincent, il secondo film evento della collana ART ICONS - la serie di documentari dedicati alle icone indiscusse del mondo dell’arte distribuiti al cinema da Adler Entertainment - offre al pubblico uno sguardo inedito sulla vita e sulle opere del pittore olandese.
C’era bisogno di un ennesimo documentario dedicato al pittore divenuto icona pop dell’arte? Forse sì se, per la prima volta grazie a questo docufilm, viene concessa agli spettatori la possibilità di scrutare, fianco a fianco, tutte insieme sulla pellicola, e in altissima definizione, le cinque versioni ancora di proprietà pubblica dei girasoli in vaso, oggi custodite a Monaco, Amterdam, Tokyo, Londra, Philadelphia.
È questo uno dei punti di forza del docufilm Van Gogh - I Girasoli con cui David Bickerstaff - che ha anche collaborato con il produttore Phil Grabsky alla casa di produzione EXHIBITION ON SCREEN - porta al cinema il 17, 18 e 19 gennaio l’arte di Vincent come non l’abbiamo mai vista.
Vincent van Gogh, Girasoli, 1888, Olio su tela, 73 x 92.1 cm, Londra, The National Gallery | Courtesy The National Gallery
Considerati da molti uno stesso capolavoro, e realizzati invece in diverse versioni, i Girasoli restituiscono storie emozionanti nascoste dietro ciascuna tela, mentre il documentario cerca di captarne i misteri offrendo anche un’inedita visione sulle tragiche circostanze che portarono al drammatico litigio tra Van Gogh e Paul Gauguin, che scatenò il celebre incidente del taglio dell’orecchio, in un raptus psicotico.
Qual è il legame tra questi fiori e la luce del Sud della Francia, Arles, la Casa Gialla? Un viaggio cinematografico ben costruito, realizzato a stretto contatto con il Van Gogh Museum di Amsterdam - che ha aperto le sue porte a Exhibition on Screen - pone lo spettatore in connessione con l’uomo Van Gogh, prendendo come spunto la mostra tenutasi al museo di Amsterdam nel 2019.
In compagnia dell’attore Jamie de Courcey, nei panni dell’artista, illuminati da affascinanti approfondimenti da parte di artisti, botanici, storici dell'arte e dalle stesse parole di Vincent rivolte al fratello Theo in alcune significative lettere, il film offre la rara opportunità di confrontare le cinque tele da vicino, svelando differenze e dettagli probabilmente impercettibili a occhio nudo, scrutando il potere della mano ossessiva dell'artista e la sua lotta con il colore e la composizione.
E il pubblico si immerge tra le spesse pennellate sulla tela, ne coglie il contrasto di colori, gli sfondi blu, giallo, il vaso rotto, esamina lo spettro dei colori di ogni versione che riflette l'esuberanza di Van Gogh per la sperimentazione.
Van Gogh - I Girasoli - Vincent looking up © Exhibition on Screen
Dall’America, l’Helianthus (questo il nome scientifico del girasole) raggiunge l’Europa entrando nelle opere di Monet, Gauguin, Van Dyck, Maria van Oosterwijck e Jan Vermeer e conquistando anche Vincent che ritrae questi fiori in molte tele e disegni, come in Coppia fuori per una passeggiata del 1887 o in Allotment with Sunflower dove l'enorme fiore è chiaramente il soggetto principale del dipinto.
Seguiamo le tracce delle altre sette tele dedicate da Van Gogh al medesimo soggetto. Ritroviamo i primi girasoli di una lunga serie in una tela del 1888, parte di una collezione privata sconosciuta e vista l’ultima volta nel 1948. Incontriamo sullo schermo il secondo quadro dipinto nel 1888 e distrutto dal fuoco di un bombardamento su Ashiya, in Giappone, nel 1945. Rintracciamo quindi le cinque versioni del dipinto, che scandiscono i concisi, avvincenti capitoli del lavoro cinematografico di Bickerstaff. Raggiungiamo Monaco, dove la Neue Pinakothek sfodera i girasoli realizzati nell’agosto nel 1888 ad Arles in soli sei giorni. L’artista applicca il colore sulla tela con pennellate ruvide e molto spesse. Dalla National Gallery di Londra voliamo alla scoperta dei Girasoli del Sompo Japan Museum of Art di Tokyo. Questa lussureggiante composizione, dipinta tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre mentre Vincent aspetta l’arrivo di Gauguin, mostra quindici girasoli attorno a un singolo fiore, con un punto rosso simile ad un occhio. Sebbene il colore e la composizione di base della versione di Tokyo siano gli stessi di quella di Londra, le pennellate o le tonalità di colore di questi due dipinti sono leggermente diverse.
Van Gogh - I Girasoli - filming | © Annelies van der Vegt
Attraverso la pellicola tocchiamo quasi con mano la bellezza fragile dei girasoli del Van Gogh Museum di Amsterdam, dipinti a gennaio del 1889 un mese dopo la brusca interruzione della convivenza con Gauguin. Scrutando la tela, eccezionalmente libera della cornice, seguiamo gli interventi degli esperti su questa delicata opera. Gli strati di pigmento e vernice risultano essere estremamente sensibili alle vibrazioni causate dal movimento e ai cambiamenti di umidità e temperatura. Qui recenti ricerche tecniche hanno anche rivelato la presenza di una striscia di legno aggiunta dallo stesso van Gogh per aumentare la superficie pittorica a disposizione. Quale altro mistero conserva questo delicato capolavoro?
La parola al film, mentre puntiamo già oltreoceano, verso il Philadelphia Museum of Art dove è conservata un’altra incredibile tela.
Vincent in smoke, da Van Gogh - I Girasoli | © David Bickerstaff I Courtesy Adler Entertainment
Che cos’è che rende queste versioni diverse l’una dall’altra? Perché van Gogh scelse di rappresentare nelle sue opere il girasole esotico con il suo lungo stelo e la corona dorata? E quale significato ebbero questi fiori per l’artista? Il docufilm lo racconta da un punto di vista interessante, affiancando ai quadri del maestro anche quelle opere che, in questa ricerca durata una vita intera, ispirarono l’artista, come quelle degli Impressionisti.
Senza dubbio ciò che accomuna le diverse versioni del suo soggetto più celebre è la capacità di queste tele, proprio come i girasoli alla costante ricerca del sole, di ruotare attorno all’esistenza del pittore olandese, di racchiudere paure, passioni, pensieri, restituendoci un’opera estremamente moderna e un uomo la cui energia è legata a doppio filo all'intensità emotiva della sua vita.
Una scena dal backstage di Van Gogh - I Girasoli. Foto Annelies van der Vegt I Courtesy Adler Entertainment
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