L’ISTITUTO GIAPPONESE DI CULTURA A ROMA

La bandiera dell'impero giapponese
 

22/02/2002

Il modo più appropriato di aprire un discorso sull’istituzione romana dedicata alla cultura giapponese non può che essere mutuato da un noto settimanale e dalla sua rubrica “Forse non tutti sanno che…” In effetti in pochi conoscono questo luogo di Roma sistemato nei pressi di spazi certamente più frequentati come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Villa Giulia, la Facoltà di Architettura. L’iniziativa dell’edificazione di questa struttura risale agli anni ’30 del XX secolo, ma la guerra ha posticipato notevolmente la realizzazione della stessa, avvenuta tra il 1961 ed il 1962. La sensazione per chi attraversa il cancello è di totale straniamento: nulla vieterebbe di pensare di essere improvvisamente giunti in una città giapponese. L’edificio è l’espressione moderna dello stile Heian (IX-XII sec.), per il quale il materiale più usato era principalmente il legno. Il progettista Yoshida Isoya (1894-1975) in realtà, pur servendosi del cemento armato, non ha trascurato le caratteristiche dell’originale edificio in legno: pilastri sporgenti dalle pareti esterne, la lunga gronda, il contrasto dei colori fra il bruno scuro dei pilastri ed il bianco della parete, le finestre a grate che mille anni fa si chiamavano “hitomi”, il peristilio ai lati esterni, la scalinata d'ingresso, ecc All’interno sono sistemati, tra gli altri, i caratteristici “shoji”, porte scorrevoli di carta giapponese. Tutte queste rifiniture, tra cui abbondano chiaramente superfici in legno, in oro, rivestimenti parietali di stoffa, tendaggi, sono state eseguite con materiale proveniente direttamente dal Giappone. Il giardino contiene gli elementi essenziali del “sen-en” (giardino con laghetto) quali il laghetto, la cascata, le rocce, il ponticello, la lampada di pietra (“tôrô”). La veranda (“tsuridono”), che si estende dalla casa sul laghetto, costituisce una delle caratteristiche della casa signorile del periodo Heian. L’Istituto, originariamente grande esperimento nel campo degli scambi culturali giapponesi, dal 1972 dipende dalla Japan Foundations. Oggi, oltre ad essere sede di un’importante biblioteca (27000 volumi circa e un centinaio di riviste) e cineteca (140 film in versione originale con sottotitoli e 80 documentari), l’Istituto impronta la sua attività sull’organizzazione di varie manifestazioni culturali mirate a migliorare la conoscenza della cultura giapponese (mostre, spettacoli, conferenze, concerti, corsi di lingua, ecc.). Quest’anno l’Istituto celebra l’importante anniversario dei 40 anni di attività.

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