Dal 25 settembre al 16 febbraio alle Gallerie d'Italia

A Napoli arriva Andy Warhol

Andy Warhol, Triple Elvis, 1963, Acrilico, inchiostro serigrafato su tela, 208 × 152 cm, Collezione Luigi e Peppino Agrati - Intesa Sanpaolo | Foto: © Luca Carrà, Milano | © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. by SIAE 2024
 

Samantha De Martin

26/08/2024

Napoli - Nel 1963 Andy Warhol lavorava per la prima volta sulla ripetizione dell’immagine in occasione della mostra dedicata agli "Elvis Paintings" alla Ferus Gallery di Los Angeles.
L'interesse per il cinema, manifestatosi a partire da questo stesso anno, aveva indotto il guru della Pop art a dare vita a film minimali caratterizzati da azioni ripetute dilatate nel tempo, riprese con una camera fissa. A Warhol interessava la composizione dell'immagine che si viene a creare partendo da un unico punto di vista.

Il 1963, annus mirabilis in cui l’artista comincia a inserire nelle sue opere personaggi che egli stesso, anticipando i tempi, definisce “famosi”, sarà il punto di partenza di una mostra dossier in arrivo alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, a Napoli, dal 25 settembre al 16 febbraio.

Il percorso, intitolato Andy Warhol. Triple Elvis, a cura di Luca Massimo Barbero, racconterà l’originale e straordinaria ricerca artistica del guru della Pop art a partire dall’opera Triple Elvis del 1963. L’iniziativa offrirà ai visitatori delle gallerie di via Toledo l’opportunità di seguire l’evoluzione dell’artista americano negli anni Sessanta e nei primissimi anni Settanta.
In occasione dell’esposizione sarà proposto nella città campana un significativo focus espositivo di opere, mentre ospiti d’eccezione saranno tre fondamentali cicli grafici riuniti per la prima volta. Marilyn, Mao Tse-Tung e Eletric Chairs arriveranno in prestito a Napoli dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, importante raccolta d’arte contemporanea riunita tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento e confluita nel patrimonio storico-artistico tutelato e valorizzato da Intesa Sanpaolo grazie al lascito del cavalier Luigi Agrati.