Erk 14. A occhi aperti
Dal 19 Aprile 2021 al 04 Giugno 2021
Asti
Luogo: Palazzo Zoya
Indirizzo: Via Carducci 63
Curatori: Raffaella A. Caruso
E-Mail info: galleria.eidos@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.galleriaeidos.com
Lockdown, smartworking, dad, parole nuove di un'apparente nuova normalità. La realtà è che siamo chiusi: scuole chiuse, negozi chiusi, musei chiusi, teatri chiusi, noi chiusi in casa, la testa piena di preoccupazioni e il cuore indurito tra ricordi e rimpianti. In un mondo che ha dovuto improvvisamente modificare un parametro prossemico (la distanza sociale) all'artista spetta il compito di aprire e di riprogettare il mondo...
E così capita che Erk14 ripercorra con la levità di un linguaggio dolente e colorato la storia di questi lunghi mesi chiusi. Lo fa in maniera imprevista e irrituale, assolutamente fisica, lontana dalle derive di una virtualità cui vorrebbero abituarci. Lo fa ad Asti, a Palazzo Zoya, rendendo le sue finestre aperte veri tableau vivant. Ci invita a non rinunciare alla bellezza, a non perdere mai il coraggio di guardare a occhi aperti.
Chi si troverà dunque a passare per via Carducci 63 davanti a Palazzo Zoya (uno dei palazzi più antichi di Asti, nel cuore della città medievale) potrà visitare una mostra in assoluta sicurezza, senza alcuna barriera fisica tra sé e l'opera se non l'aria di questa nuova strana primavera, senza alcun brusio se non quello dei propri pensieri e il tuffo al cuore delle proprie emozioni. Qui in un pop object che mischia oggetti di archeologia quotidiana (tazze e caffettiere, sedie e finestre aperte sul niente, sole e lampadine, tavoli e specchi, forbici e fiori, pattern eleganti da tappezzerie british decor) c'è tutta la storia di un anno vissuto davanti agli schermi di tv, pc, smartphone e videogiochi, in un ansia bulimica di notizie e di cibo, nascondendo tra le tende e le coperte improvvisi tzunami emotivi che non sapevamo di possedere. E poi c'è l'armadio dei ricordi, durissimo da aprire senza la possibilità delle lacrime davanti a chi non abbiamo salutato, senza abbracci. Le spine di giorni e di giochi sbagliati e le fiamme di un dolore in gabbia. Uno story-board dal maturo sincretismo tra surrealismo, pop e metafisica, sempre sorretto però dalla speranza di un colore assolutamente onirico e innaturale e aperto al volo finale degli aquiloni.
Sta forse nascendo qualcosa di nuovo a Palazzo Zoya?
Palazzo Zoya è un palazzo medievale di Asti situato in via Carducci, nel Rione Cattedrale. È stato considerato erroneamente dal Gabiani come probabile sede del Comune in epoca consolare. Il palazzo nasce dall'accorpamentonel 1300 di alcuni edifici medievali preesistenti. Anteriormente due edifici a base quadrata erano divisi da un'entrata che immetteva nella "corte", delimitata posteriormente da altri due edifici medievali. Alla fine del Duecento, si chiuse il varco d'entrata e l'edificio venne sopraelevato di un piano, con la costruzione di sei grandi finestre monofore, di cui tre in cotto e laterizio alternati. Il piano nobile venne ristrutturato, con l'innalzamento delle volte e la dipintura dei soffitti lignei con profili di personaggi coronati d'alloro alla moda rinascimentale. Nel 1577 l'edificio passò alla famiglia Zoya, in particolare a Bonifacio, dottore in medicina. Bonifacio intervenne sul palazzo facendo costruire prospiciente la facciata interna una bellissima loggia, a doppio ordine di arcate, sostenute da colonne che recano sui capitelli le iniziali BO-ZO del committente.
Anche la sala del piano nobile venne affrescata con grifoni e satiri in stile classico, tipico dell'epoca.
ERK14 nasce nel 1986 a Carmagnola (To), vive e lavora a Napoli.
Artista, art director, designer, dopo 11 anni di lavoro presso agenzie di comunicazione tra Napoli, Roma e Milano, la creazione di un proprio brand di streetwear e le collaborazioni come designer con altri marchi moda, nel 2014 intraprende la ricerca artistica stimolato dalla necessità di raccontare le dinamiche del quotidiano, spesso frutto di disagi non dichiarati. Inizia così un’ intensa ricerca iconografica e iconologica sulle simbologie degli oggetti di uso comune associati a impulsi e dinamiche accidentali del quotidiano. Senza mai fornire una visione univoca delle sue opere, ma attraverso l’indicazione delle infinite possibilità insite in esse, Erk14 lascia al pubblico la scelta di sviluppare una propria visione. Partito dall’uso rigoroso del bianco e nero, dall'apparente semplificazione semantica e dalla resa grafica e stilistica “impersonale”, senza “sbavature” nel 2020 inizia a sperimentare il colore come medium di maggiore empatia con lo spettatore.
Tra le ultime mostre ricordiamo nel 2015 Magna Contemporanea, collettiva a cura di Marco Capasso e Pietro Tatafiore, Complesso di San Domenico Maggiore, Napoli e le personali Paradossi, a cura di Franco Cipriano, Spazio 011, Torre Annunziata, e Inside, a cura di Pietro Tatafiore, 1 Opera Gallery, Napoli. Nel 2016 Black and White, personale a cura di Marco Sermoneta, Profilexpo, Roma e le collettive Network, Galleria Fidia, Roma, a cura di Serena Di Giovanni e Lo cunto del Mediterraneo, a cura di Pietro Tatafiore, Casa della Cultura, Atrani. Nel 2017 le due personali Erk14, a cura di Beppe Treccia allo spazio Killer Kiccen di Milano e CAOS experiment n.1, a cura di Bruna La Mura allo Spazio Intolab di Napoli.
È del 2018 la grande mostra di Napoli a Palazzo Fondi, con il patrocinio del Comune di Napoli e la curatela di Federica di Lorenzo, sulle simbologie del quotidiano. Del 2019 NNNN Natura Naturans, Natura Naturata, collaterale istituzionale in seno a ExpoArte, Montichiari, Brescia e TRANSITI, collettiva a cura di Raffaella A. Caruso promossa dal Consiglio Regionale del Piemonte a Palazzo Lascaris, Torino.
Nel 2020 viene inserito dal Museo Copelouzos di Atene nel 35x35 project-Italia, mostra istituzionale dedicata ad artisti italiani contemporanei.
Nel 2021 è tra gli artisti selezionati dalla Onlus Pane Quotidiano per la creazione di un murales di m 3x11 per la sala refettorio della sede di Milano. Con la galleria Eidos Immagini Contemporanee partecipa alle principali fiere di settore (ARCHEO, Artefiera Bologna IN GALLERIA digital experience e Miart 2020 digital).
E così capita che Erk14 ripercorra con la levità di un linguaggio dolente e colorato la storia di questi lunghi mesi chiusi. Lo fa in maniera imprevista e irrituale, assolutamente fisica, lontana dalle derive di una virtualità cui vorrebbero abituarci. Lo fa ad Asti, a Palazzo Zoya, rendendo le sue finestre aperte veri tableau vivant. Ci invita a non rinunciare alla bellezza, a non perdere mai il coraggio di guardare a occhi aperti.
Chi si troverà dunque a passare per via Carducci 63 davanti a Palazzo Zoya (uno dei palazzi più antichi di Asti, nel cuore della città medievale) potrà visitare una mostra in assoluta sicurezza, senza alcuna barriera fisica tra sé e l'opera se non l'aria di questa nuova strana primavera, senza alcun brusio se non quello dei propri pensieri e il tuffo al cuore delle proprie emozioni. Qui in un pop object che mischia oggetti di archeologia quotidiana (tazze e caffettiere, sedie e finestre aperte sul niente, sole e lampadine, tavoli e specchi, forbici e fiori, pattern eleganti da tappezzerie british decor) c'è tutta la storia di un anno vissuto davanti agli schermi di tv, pc, smartphone e videogiochi, in un ansia bulimica di notizie e di cibo, nascondendo tra le tende e le coperte improvvisi tzunami emotivi che non sapevamo di possedere. E poi c'è l'armadio dei ricordi, durissimo da aprire senza la possibilità delle lacrime davanti a chi non abbiamo salutato, senza abbracci. Le spine di giorni e di giochi sbagliati e le fiamme di un dolore in gabbia. Uno story-board dal maturo sincretismo tra surrealismo, pop e metafisica, sempre sorretto però dalla speranza di un colore assolutamente onirico e innaturale e aperto al volo finale degli aquiloni.
Sta forse nascendo qualcosa di nuovo a Palazzo Zoya?
Palazzo Zoya è un palazzo medievale di Asti situato in via Carducci, nel Rione Cattedrale. È stato considerato erroneamente dal Gabiani come probabile sede del Comune in epoca consolare. Il palazzo nasce dall'accorpamentonel 1300 di alcuni edifici medievali preesistenti. Anteriormente due edifici a base quadrata erano divisi da un'entrata che immetteva nella "corte", delimitata posteriormente da altri due edifici medievali. Alla fine del Duecento, si chiuse il varco d'entrata e l'edificio venne sopraelevato di un piano, con la costruzione di sei grandi finestre monofore, di cui tre in cotto e laterizio alternati. Il piano nobile venne ristrutturato, con l'innalzamento delle volte e la dipintura dei soffitti lignei con profili di personaggi coronati d'alloro alla moda rinascimentale. Nel 1577 l'edificio passò alla famiglia Zoya, in particolare a Bonifacio, dottore in medicina. Bonifacio intervenne sul palazzo facendo costruire prospiciente la facciata interna una bellissima loggia, a doppio ordine di arcate, sostenute da colonne che recano sui capitelli le iniziali BO-ZO del committente.
Anche la sala del piano nobile venne affrescata con grifoni e satiri in stile classico, tipico dell'epoca.
ERK14 nasce nel 1986 a Carmagnola (To), vive e lavora a Napoli.
Artista, art director, designer, dopo 11 anni di lavoro presso agenzie di comunicazione tra Napoli, Roma e Milano, la creazione di un proprio brand di streetwear e le collaborazioni come designer con altri marchi moda, nel 2014 intraprende la ricerca artistica stimolato dalla necessità di raccontare le dinamiche del quotidiano, spesso frutto di disagi non dichiarati. Inizia così un’ intensa ricerca iconografica e iconologica sulle simbologie degli oggetti di uso comune associati a impulsi e dinamiche accidentali del quotidiano. Senza mai fornire una visione univoca delle sue opere, ma attraverso l’indicazione delle infinite possibilità insite in esse, Erk14 lascia al pubblico la scelta di sviluppare una propria visione. Partito dall’uso rigoroso del bianco e nero, dall'apparente semplificazione semantica e dalla resa grafica e stilistica “impersonale”, senza “sbavature” nel 2020 inizia a sperimentare il colore come medium di maggiore empatia con lo spettatore.
Tra le ultime mostre ricordiamo nel 2015 Magna Contemporanea, collettiva a cura di Marco Capasso e Pietro Tatafiore, Complesso di San Domenico Maggiore, Napoli e le personali Paradossi, a cura di Franco Cipriano, Spazio 011, Torre Annunziata, e Inside, a cura di Pietro Tatafiore, 1 Opera Gallery, Napoli. Nel 2016 Black and White, personale a cura di Marco Sermoneta, Profilexpo, Roma e le collettive Network, Galleria Fidia, Roma, a cura di Serena Di Giovanni e Lo cunto del Mediterraneo, a cura di Pietro Tatafiore, Casa della Cultura, Atrani. Nel 2017 le due personali Erk14, a cura di Beppe Treccia allo spazio Killer Kiccen di Milano e CAOS experiment n.1, a cura di Bruna La Mura allo Spazio Intolab di Napoli.
È del 2018 la grande mostra di Napoli a Palazzo Fondi, con il patrocinio del Comune di Napoli e la curatela di Federica di Lorenzo, sulle simbologie del quotidiano. Del 2019 NNNN Natura Naturans, Natura Naturata, collaterale istituzionale in seno a ExpoArte, Montichiari, Brescia e TRANSITI, collettiva a cura di Raffaella A. Caruso promossa dal Consiglio Regionale del Piemonte a Palazzo Lascaris, Torino.
Nel 2020 viene inserito dal Museo Copelouzos di Atene nel 35x35 project-Italia, mostra istituzionale dedicata ad artisti italiani contemporanei.
Nel 2021 è tra gli artisti selezionati dalla Onlus Pane Quotidiano per la creazione di un murales di m 3x11 per la sala refettorio della sede di Milano. Con la galleria Eidos Immagini Contemporanee partecipa alle principali fiere di settore (ARCHEO, Artefiera Bologna IN GALLERIA digital experience e Miart 2020 digital).
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