IL BELPAESE DELL’ARTE. Etiche ed Estetiche della Nazione
Il Belpaese dell'arte
Dal 28 Settembre 2011 al 19 Febbraio 2012
Bergamo
Luogo: GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: Via San Tomaso 53
Orari: martedì – domenica: 10.00-19.00 giovedì: 10.00-22.00 lunedì chiuso
Curatori: Giacinto Di Pietrantonio, Maria Cristina Rodeschini Galati
Costo del biglietto: intero 7,00 euro ridotto 5,00 euro ridotto gruppi 4,00 + 1 euro di diritto di prenotazione scuole gratuito
Telefono per informazioni: 035270272
L’immagine dell’Italia nel mondo, nella molteplicità delle sue espressioni visive, dal cinema all’arte, dalla letteratura al Made in Italy, dalla cultura d’élite a quella popolare, vista attraverso 200 opere di artisti italiani e internazionali ma anche di ‘cose e fatti’ dall’Ottocento ai nostri giorni.
Dal 28 settembre 2011 al 19 febbraio 2012, la GAMeC di Bergamo ospiterà la mostra IL BELPAESE DELL’ARTE. Etiche ed Estetiche della Nazione.
L’esposizione, a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini, vuole riproporre l’immagine dell’Italia nel mondo nella molteplicità delle sue espressioni visive: dal cinema all’arte, dalla letteratura al Made in Italy, dalla cultura d’élite a quella popolare, attraverso 200 opere di artisti italiani e internazionali, ma anche di ‘cose e fatti’ – come gli scritti di Rita Levi Montalcini grazie ai quali le è stato assegnato il premio Nobel – dall’Ottocento ai nostri giorni.
L’iniziativa, che si tiene in occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, dimostrerà quanto la creazione artistica abbia influenzato in maniera determinante, soprattutto in questo ultimo secolo e mezzo di storia, l’organizzazione pratica della vita sociale italiana. A tal proposito, Il Belpaese dell’Arte proporrà esempi storici rilevanti – come i ritratti dei circa 200 garibaldini della spedizione dei Mille, provenienti da Bergamo e Provincia, o una cinquantina di caricature dei parlamentari italiani, disegnati dal senatore Tecchia sulla carta intestata del Parlamento, verso la fine dell’Ottocento - nei quali la memoria trattenuta nell’arte si è riverberata, quale fusione tra passato e modernità di etica ed estetica, in campi a lei affini come l’architettura e il design, o in altri dissimili come il paesaggio, la religione, la politica.
Parallelamente, in ogni sala saranno esposti oggetti – le figurine Panini, gli ex voto, i trofei sportivi, i libri - che, pur non essendo opere d’arte, costituiscono icone mondiali dell’identità italiana: la loro presenza porrà a confronto l’ideale puro di un’arte d’avanguardia e le testimonianze di una creatività spontanea, popolare o industriale.
La mostra condurrà inoltre un’articolata indagine sull’idea di Paese e di Nazione e sui processi culturali, sociali ed estetici che ne hanno caratterizzato la formazione. A differenza degli altri stati europei, in Italia, il principale elemento culturale unificante è stata proprio l’arte, o le arti. Da qui, il titolo della mostra Il Belpaese dell’Arte, cioè come luogo d’eccellenza di una continuità e di un tocco estetico particolare.
Alla GAMeC si esploreranno luoghi e momenti che partecipano all’origine e alla costruzione dello Stato-Nazione come fenomeno unitario: la bandiera, la lingua, l’inno, il confine, la mappa, la cultura religiosa, il monumento, lo sport anche attraverso opere che mimano o definiscono forme di rappresentanza politica, estetica, geografica o identitaria, grazie alle quali si oltrepassano i limiti dell’oggetto artistico per procedere a un confronto diretto con la realtà e le sue strutture di appartenenza, come le maglie di calciatori, le maglie rosa di Gimondi, la coppa Europa di sci, o la divisa della Valanga azzurra di Fausto Radici.
A rafforzare l’identificazione tra forme artistiche e luoghi geografici, in ciascuna sezione saranno presentati progetti concepiti dagli artisti specificamente per alcune località italiane; tra questi, Carla Accardi per Santa Maria Novella di Firenze, Ben Vautier per Napoli, Mimmo Paladino per Palermo, John Armleder per Piacenza e il fiume Po, Mimmo Rotella per Venezia, Julian Opie per Roma, e molti altri.
Il percorso espositivo si suddivide in otto sezioni. Nella prima, dal titolo Fratelli d’Italia, il richiamo all’inno nazionale fa da sfondo alla presentazione di coppie di artisti, tra cui Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, Tano Festa e Francesco Lo Savio, Gianni e Giò Colombo, Alessandro e Francesco Mendini, Gianluca e Massimiliano De Serio, Paola e Rita Levi Montalcini. Queste coppie, legate da un vincolo di fratellanza, hanno espresso valori artistici tra loro simili e diversi come unitaria e differente è l’Italia stessa.
In Mappamondo Italia, le opere di Luciano Fabro, Enzo Cucchi, Maurizio Cattelan, Luigi Ontani, ispirate alla forma dello stivale italiano dialogheranno con le mappe del mondo di Alighiero Boetti, Mona Hatoum, Claudio Parmiggiani, Fabio Favelli, Alice Guareschi, sviluppando una relazione sul rapporto geografico locale e globale.
Per grazia ricevuta Italia presenterà quei lavori desunti dall’immaginario sacro e in cui il linguaggio dell’arte contemporanea incontra la tradizione, la storia e la cultura delle feste popolari. In primo piano, si troverà la figura della Madonna, spesso usata come iconografia da artisti come Gino De Dominicis, Vettor Pisani, Alberto Garutti, Alexandra Mir, Nan Goldin, Kiki Smith, Antonio Riello, Vanessa Beecroft, in dialogo con alcuni ex voto.
Nella quarta sezione, Cartoline d’Italia, s’incontreranno opere di Mario Cresci, Claire Fontaine, Alterazioni Video, Tobias Zielony, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Francesco Jodice, Mario Giacomelli, Giuseppe Bartolini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Migliara, Mario Sironi, Giovanni Iudice, che racconteranno quella sorta di mitologia che identifica l’Italia come il fulcro attorno cui si è sviluppata la storia dell’arte e il modello ideale della bellezza del paesaggio.
Anche lo sport, come fattore di coesione nazionale e come metafora di appartenenza verrà analizzato nell’esposizione bergamasca, attraverso Pietro Roccasalva, Enzo Umbaca, Paola di Bello, Michelangelo Pistoletto, Salvo, Gang Song Ryong, Andrea Mastrovito, cui si affiancheranno i simboli che hanno caratterizzato le carriere degli eroi dello sport quali Fausto Radici, Felice Gimondi, Giacomo Agostini e altri.
La creazione e la distruzione dei monumenti ha sempre segnato la nascita e la morte delle nazioni. Attorno a questi simboli di identità collettiva saranno riunite, nella sezione A futura memoria, le opere di Gabriele Di Matteo, Patrick Tuttofuoco, Enzo Bassotto, Sislej Xhafa, Gino De Dominicis, Steven Claydon, Rossella Biscotti, Letizia Battaglia, Alfredo Jaar, Tullio Pericoli, Yan Pei Ming, Giuseppe Luigi Poli, Giuseppe Diotti, Giuseppe Gaudenzi.
Manifesti, icone e sculture di Tobias Rehberger, Loredana Di Lillo, Renato Guttuso, Marco Cingolani, Antonella Mazzoni, Francesco Arena, Elmgreen&Dragset e Sebastiano Tecchia, Emilio Isgrò, Teofilo Patini, Cesare Tallone, faranno da filo conduttore alla tematica politica, intesa come luogo di coesione, dibattito, comunicazione e appartenenza.
Chiude l’esposizione, la sezione Fatto in Italia / All’italiana, in cui l’avventura del nostro Paese nel mondo è vissuta attraverso i miti e il successo del Made in Italy, con opere di Gino Severini, Hans-Peter Feldmann, Michelangelo Pistoletto, Giovanni Rizzoli, Nemanja Cvijanovic, Giuseppe Stampone, Gabriele Picco.
A complemento, verrà proiettato un documentario della RAI – Radio Televisione Italiana, che racconterà il panorama culturale, sociale e artistico evocato dalla mostra attraverso spezzoni di film, programmi televisivi, spettacoli teatrali, spot pubblicitari e notiziari.
Accompagna l’esposizione un catalogo illustrato, con testi dei curatori e di sociologi, critici d’arte, giornalisti, politologi e filosofi sui temi trattati.
Dal 28 settembre 2011 al 19 febbraio 2012, la GAMeC di Bergamo ospiterà la mostra IL BELPAESE DELL’ARTE. Etiche ed Estetiche della Nazione.
L’esposizione, a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini, vuole riproporre l’immagine dell’Italia nel mondo nella molteplicità delle sue espressioni visive: dal cinema all’arte, dalla letteratura al Made in Italy, dalla cultura d’élite a quella popolare, attraverso 200 opere di artisti italiani e internazionali, ma anche di ‘cose e fatti’ – come gli scritti di Rita Levi Montalcini grazie ai quali le è stato assegnato il premio Nobel – dall’Ottocento ai nostri giorni.
L’iniziativa, che si tiene in occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, dimostrerà quanto la creazione artistica abbia influenzato in maniera determinante, soprattutto in questo ultimo secolo e mezzo di storia, l’organizzazione pratica della vita sociale italiana. A tal proposito, Il Belpaese dell’Arte proporrà esempi storici rilevanti – come i ritratti dei circa 200 garibaldini della spedizione dei Mille, provenienti da Bergamo e Provincia, o una cinquantina di caricature dei parlamentari italiani, disegnati dal senatore Tecchia sulla carta intestata del Parlamento, verso la fine dell’Ottocento - nei quali la memoria trattenuta nell’arte si è riverberata, quale fusione tra passato e modernità di etica ed estetica, in campi a lei affini come l’architettura e il design, o in altri dissimili come il paesaggio, la religione, la politica.
Parallelamente, in ogni sala saranno esposti oggetti – le figurine Panini, gli ex voto, i trofei sportivi, i libri - che, pur non essendo opere d’arte, costituiscono icone mondiali dell’identità italiana: la loro presenza porrà a confronto l’ideale puro di un’arte d’avanguardia e le testimonianze di una creatività spontanea, popolare o industriale.
La mostra condurrà inoltre un’articolata indagine sull’idea di Paese e di Nazione e sui processi culturali, sociali ed estetici che ne hanno caratterizzato la formazione. A differenza degli altri stati europei, in Italia, il principale elemento culturale unificante è stata proprio l’arte, o le arti. Da qui, il titolo della mostra Il Belpaese dell’Arte, cioè come luogo d’eccellenza di una continuità e di un tocco estetico particolare.
Alla GAMeC si esploreranno luoghi e momenti che partecipano all’origine e alla costruzione dello Stato-Nazione come fenomeno unitario: la bandiera, la lingua, l’inno, il confine, la mappa, la cultura religiosa, il monumento, lo sport anche attraverso opere che mimano o definiscono forme di rappresentanza politica, estetica, geografica o identitaria, grazie alle quali si oltrepassano i limiti dell’oggetto artistico per procedere a un confronto diretto con la realtà e le sue strutture di appartenenza, come le maglie di calciatori, le maglie rosa di Gimondi, la coppa Europa di sci, o la divisa della Valanga azzurra di Fausto Radici.
A rafforzare l’identificazione tra forme artistiche e luoghi geografici, in ciascuna sezione saranno presentati progetti concepiti dagli artisti specificamente per alcune località italiane; tra questi, Carla Accardi per Santa Maria Novella di Firenze, Ben Vautier per Napoli, Mimmo Paladino per Palermo, John Armleder per Piacenza e il fiume Po, Mimmo Rotella per Venezia, Julian Opie per Roma, e molti altri.
Il percorso espositivo si suddivide in otto sezioni. Nella prima, dal titolo Fratelli d’Italia, il richiamo all’inno nazionale fa da sfondo alla presentazione di coppie di artisti, tra cui Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, Tano Festa e Francesco Lo Savio, Gianni e Giò Colombo, Alessandro e Francesco Mendini, Gianluca e Massimiliano De Serio, Paola e Rita Levi Montalcini. Queste coppie, legate da un vincolo di fratellanza, hanno espresso valori artistici tra loro simili e diversi come unitaria e differente è l’Italia stessa.
In Mappamondo Italia, le opere di Luciano Fabro, Enzo Cucchi, Maurizio Cattelan, Luigi Ontani, ispirate alla forma dello stivale italiano dialogheranno con le mappe del mondo di Alighiero Boetti, Mona Hatoum, Claudio Parmiggiani, Fabio Favelli, Alice Guareschi, sviluppando una relazione sul rapporto geografico locale e globale.
Per grazia ricevuta Italia presenterà quei lavori desunti dall’immaginario sacro e in cui il linguaggio dell’arte contemporanea incontra la tradizione, la storia e la cultura delle feste popolari. In primo piano, si troverà la figura della Madonna, spesso usata come iconografia da artisti come Gino De Dominicis, Vettor Pisani, Alberto Garutti, Alexandra Mir, Nan Goldin, Kiki Smith, Antonio Riello, Vanessa Beecroft, in dialogo con alcuni ex voto.
Nella quarta sezione, Cartoline d’Italia, s’incontreranno opere di Mario Cresci, Claire Fontaine, Alterazioni Video, Tobias Zielony, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Francesco Jodice, Mario Giacomelli, Giuseppe Bartolini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Migliara, Mario Sironi, Giovanni Iudice, che racconteranno quella sorta di mitologia che identifica l’Italia come il fulcro attorno cui si è sviluppata la storia dell’arte e il modello ideale della bellezza del paesaggio.
Anche lo sport, come fattore di coesione nazionale e come metafora di appartenenza verrà analizzato nell’esposizione bergamasca, attraverso Pietro Roccasalva, Enzo Umbaca, Paola di Bello, Michelangelo Pistoletto, Salvo, Gang Song Ryong, Andrea Mastrovito, cui si affiancheranno i simboli che hanno caratterizzato le carriere degli eroi dello sport quali Fausto Radici, Felice Gimondi, Giacomo Agostini e altri.
La creazione e la distruzione dei monumenti ha sempre segnato la nascita e la morte delle nazioni. Attorno a questi simboli di identità collettiva saranno riunite, nella sezione A futura memoria, le opere di Gabriele Di Matteo, Patrick Tuttofuoco, Enzo Bassotto, Sislej Xhafa, Gino De Dominicis, Steven Claydon, Rossella Biscotti, Letizia Battaglia, Alfredo Jaar, Tullio Pericoli, Yan Pei Ming, Giuseppe Luigi Poli, Giuseppe Diotti, Giuseppe Gaudenzi.
Manifesti, icone e sculture di Tobias Rehberger, Loredana Di Lillo, Renato Guttuso, Marco Cingolani, Antonella Mazzoni, Francesco Arena, Elmgreen&Dragset e Sebastiano Tecchia, Emilio Isgrò, Teofilo Patini, Cesare Tallone, faranno da filo conduttore alla tematica politica, intesa come luogo di coesione, dibattito, comunicazione e appartenenza.
Chiude l’esposizione, la sezione Fatto in Italia / All’italiana, in cui l’avventura del nostro Paese nel mondo è vissuta attraverso i miti e il successo del Made in Italy, con opere di Gino Severini, Hans-Peter Feldmann, Michelangelo Pistoletto, Giovanni Rizzoli, Nemanja Cvijanovic, Giuseppe Stampone, Gabriele Picco.
A complemento, verrà proiettato un documentario della RAI – Radio Televisione Italiana, che racconterà il panorama culturale, sociale e artistico evocato dalla mostra attraverso spezzoni di film, programmi televisivi, spettacoli teatrali, spot pubblicitari e notiziari.
Accompagna l’esposizione un catalogo illustrato, con testi dei curatori e di sociologi, critici d’arte, giornalisti, politologi e filosofi sui temi trattati.
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