L’Addio a Fernanada Gattinoni
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Gattinoni
28/11/2002
Una bandiera tricolore avvolge la bara, adagiata su una pedana ricoperta da un tappeto rosso. Nella Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma.
Intorno... corone di fiori: orchidee, rose gialle. La più grande è di rose bianche. Il petalo candido di una rosa si stacca e cade a terra, lentamente...
Davanti, per l’ultimo sentito saluto arrivano gli amici, i conoscenti, gli amanti del suo lavoro. Stefano Dominella e Guillermo Marotto, rispettivamente presidente e stilista del marchio dispensano abbracci e strette di mano. Arrivano tra gli altri Irene Pivetti, il Presidente del Senato Marcello Pera e Micol Fontana oltre a una folta schiera di studenti delle suole di Moda della Capitale.
Ma molto rimane di Fernanda Gattinoni. La grande dama della Moda si è spenta lo scorso 26 novembre, a 95 anni dopo un malore che aveva reso necessario il ricovero al Policlinico Umberto I. Madame Gattinoni lascia ricordi e l’impronta resistente nella storia del Made in Italy. Nel mondo e nel tempo. Dagli anni Venti quando iniziò curando costumi teatrali all’ultima sfilata milanese dello scorso ottobre, curata personalmente. Da Londra all’Italia sino a conquistare il mondo.
Una vita snodata attraverso spazio, tempo e gli infinti cuori e gli armadi di grandi attrici. Tra le affezionate che hanno vestito i suoi abiti anche Anna Magnani, Lana Turner, Rossella Falk, la Lollo, Audrey Hepburn e Jackie Kennedy.
Fernanda Gattinoni è sopravvissuta a molte delle sue clienti. Immersa sino all’ultimo nel suo mondo fatato di abiti elegantissimi, ricami da favola, tessuti preziosi.
Ieri, nella chiesa di Santa Maria al Popolo la chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma si sono tenuti i funerali, in grande e allo stesso tempo discreti. Occhi verso la bara, e cuori rivolti al ricordo personale che ciascuno ha della donna e della sua arte. O per quello che rappresenta. In chiesa anche Franca Ciampi il sindaco Walter Veltroni e il vicesindaco Enrico Gasbarra. La scomparsa di Fernanda Gattinoni lascia un vuoto incolmabile. Come la sala di un castello privata di uno dei suoi specchi più luminosi. Moda.it la vuole ricordare così, con un’intervista rilasciata un anno fa.
Addio Madame. Il corpo va, il nome resta.
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